Credo che i gamers duri e puri, anche se meno influenzabili, siano molto più 'miniera d'oro' dei casual gamers; in fin dei conti proveranno e prenderanno gli stessi giochi dei casual gamers, e poi molti altri, molti altri e altri ancora.
Diciamocelo, quando ogni anno viene assegnato lo Spiel des Jahres, a noi gamers frega il giusto, ovvero zero. Per definizione premia il gioco introduttivo migliore dell'anno pubblicato in Germania e la risonanza di questo premio, a livello di famiglie tedesche e non solo, è molto alta (tanto che sono gli editori, che mettono poi il bollino sulla scatola, a dare una percentuale delle vendite allo Spiel des Jahres).
Per intenderci il nostro premio Gioco dell'Anno corrisponde come peso e target allo SdJ tedesco.
Invece col Kennerspiel des Jahres, ovvero lo SdJ per “esperti”, il rapporto è molto più burrascoso. Dal 2011 a oggi i premiati sono: 7 Wonders, Village, Legends of Andor, Istanbul, Broom Service, Isle of Skye, Exit.
Il gamer abituale guarda questi giochi e pensa: “davvero?” (quando non condisce con qualche imprecazione).
Ora, l'equivoco è nel nome: kenner = esperto.
Per riprendere il paragone di prima, è lo stesso equivoco che si genera nei nuovi del settore quando leggono “Gioco dell'anno = Colt Express”. Davvero? Davvero sì, ma solo se si sa che il nome completo del premio Gioco dell'anno sottintende “introduttivo per famiglie” (dal portale: il Gioco dell’anno è il premio destinato a "promuovere e valorizzare il gioco come bene culturale nelle famiglie e nella società". I criteri di valutazione dei giochi sono: la capacità di fungere da portale introduttivo al mondo del gioco, l’originalità e la giocabilità del prodotto, la chiarezza e la completezza del regolamento, la qualità e la funzionalità dei materiali, la corrispondenza della grafica al gioco e la sua influenza sullo stesso).
Chi sono questi casual gamer e perché sono così importanti per il mercato da meritarsi un premio niente meno che dallo Spiel des Jahres? Questo articolo ve lo spiega bene, ma sintetizzando:
“Un casual board (o card) game si gioca in meno di un’ora, si prepara e insegna in meno di dieci minuti e richiede qualche leggera riflessione strategica. (…)
Un casual gamer è una persona di qualsiasi età che si interessi in qualche modo ai giochi da tavolo, ma non intenda impegnarsi in un nuovo hobby o imparare giochi e tradizioni complessi e che richiedono molto tempo. Un gruppo di casual gamer in rapida crescita sta man mano prendendo coscienza dei moderni giochi da tavolo attraverso le app per cellulare, le raccomandazioni delle celebrità (sic!) e le fiere. Per la maggior parte di questa gente i giochi da tavolo sono solo una divertente forma di intrattenimento che offre un'efficace via per comunicare e stringere legami con amici e parenti a livello personale.”
Per fare un altro parallelo con l'altro premio italiano dei giochi da tavolo, il Kennerspiel des Jahres NON corrisponde al Goblin Magnifico. Quest'ultimo è dichiaratamente per gamer, mentre il Kenner è per casual gamer. E la differenza non è poca.
Quello dei gamer duri e puri è un mercato molto meno facilmente influenzabile. In un certo senso non c'è nemmeno bisogno di influenzarlo: il gamer compra già molto per i fatti suoi. Inoltre si informa, legge testate specialistiche (una su tutte: ILSA), partecipa a dibattiti e discussioni sui forum, come il nostro de La Tana dei Goblin, approfondisce il game design, conosce la differenza tra meccanica e dinamica e la definizione di un sacco di altri termini e così via. Nel mare magnum dei giochi da tavolo, premi come il Magnifico o l'International Gamers Award (IGA) aiutano il gamer a non sbagliare, ad andare sul sicuro, a comprare un gioco che fa per lui in mezzo ai mille nuovi in uscita ogni anno, ma non spostano più di tanto il mercato.
Il casual gamer, invece, è una miniera d'oro. Molto più del neofita. Il neofita (quello a cui si rivolge lo Spiel des Jahres) potrà continuare come no, potrà comprare qualche gioco e poi abbandonare; oppure proseguire e diventare un casual gamer.
Peraltro, questo allo Spiel des Jahres lo hanno capito benissimo. Perché perdere tempo con i gamer? Il terreno fertile per le vendite sono i casual. Dato che guadagna sulle vendite dei giochi che premia, individuare i settori più redditizi è la logica conseguenza.
Non è che i casual gamer se li sia inventati qualcuno; sono solo la diretta conseguenza della realtà in cui viviamo: sempre meno tempo, sempre meno occasioni e voglia di approfondire, sempre più bombardamento di stimoli diversi, sempre più scimmie e novità a cui correre dietro.
Anche la nuova rivista ioGioco si inserisce idealmente in questo target – i casual gamer – ed ecco perché qualcuno ha protestato perché è troppo tecnica, altri perché troppo poco per gamer, ovvero due rimostranze agli opposti. Quella dei casual gamer è una terra di mezzo, una zona sfumata per la quale si finisce spesso per sconfinare almeno un po' da una parte o dall'altra.
Lo scopo della rivista dovrà essere, a mio modo di vedere, mantenere questo pubblico fecondo (in fondo la rivista deve vendere, no? Sia se stessa che la pubblicità che la paga), ma con lo scopo – nobile, ritengo – di traghettare pian piano quanti più casual possibile verso il lato gamer dell'hobby. Sarà un percorso graduale, fatto di spiegazioni, piccoli approfondimenti, riflessioni. Se attecchirà anche solo su una piccola percentuale dei lettori, sarà già un grande risultato.
Ultima cosa: la critica, quando argomentata e costruttiva, può essere solo il “bene del settore”, non il male. Questo per un semplice motivo: il suo target sono i giocatori, gli usufruitori ultimi del gioco. Non gli editori, non i distributori, non gli autori: i giocatori. Un pubblico critico forse non aiuta le vendite nell'immediato, ma aiuta a produrre giochi fatti bene, cosa che dovrebbe essere lo scopo condiviso da tutti.