Questo articolo fa parte di una serie che si compone di sei "episodi" (se il link non è presente, l'articolo non è ancora stato pubblicato):
- #1: cos'è un recensore
- #2: la preparazione teorica
- #3: esperienza pratica
- #4: predisposizione individuale
- #5: onestà di giudizio
- #6: corretta comunicazione
Se è vero che avere una buona base teorica permette di analizzare meglio il gioco che abbiamo sul tavolo, è anche vero che un'analisi qualitativa e comparativa non può esimersi dal prendere in considerazione ciò che è venuto prima.
Parte #1: quali e quanti giochi dobbiamo conoscere
I primi giochi da tavolo che proverete, vi sembreranno tutti meravigliosi e probabilmente ne serberete per sempre il ricordo. Specialmente venendo dai mass-market game come Monopoly, RisiKo e altri di tale famiglia, il vostro approccio agli hobby-game sarà di stupore e meraviglia, per la cura nelle meccaniche, per la varietà offerta, per la sfida proposta, per le tematiche esplorate.
Quindi ogni idea vi sembrerà nuova, ogni meccanica geniale, ogni autore un dio sceso in terra.
Il ché va assolutamente bene, se ci si limita a giocare, meno bene se si vuole fare un'analisi critica e parlare di quel gioco in una recensione.
Se il primo gioco che provo è Navegador e dico che la rotella è un'idea geniale che non ho mai trovato in nessun altro gioco, commetto l'errore non solo di non conoscere Imperial e Antike, ma anche di non essermi informato prima di aver fatto tale affermazione.
Tutti hanno diritto a un'opinione, ma tutti hanno il dovere di avere un'opinione informata.
Quindi il primo consiglio è frenare un attimo l'entusiasmo, chiedere a chi ne sa di più se esistono giochi simili a quello che ho provato, leggere altre recensioni, insomma informarsi da fonti già documentate e non basarsi unicamente sulla propria esperienza.
Ma quali sono queste fonti? Da dove partire per conoscere un po' la storia del gioco e, cosa ancora più importante, quali giochi provare per avere una panoramica non dico completa, ma almeno sufficientemente ampia, prima di recensire un gioco?
Intanto, dalla teoria, vi sarete fatti un'idea delle diverse tipologie di giochi da tavolo. Non c'è bisogno di conoscerle tutte, specie se poi la vostra attenzione si focalizza su uno o due generi specifici, anche per gusti personali. Se uno adora i Wargame e gioca costantemente quelli, è inutile che si metta a recuperare chissà quanti Party Game e viceversa.
Quindi, se avete capito che il vostro genere preferito sono gli Eurogame pesanti e volete recensirli, dovreste intanto recuperare diversi classici di quel genere.
Il primo sistema per orientarsi, è guardare ai premi internazionali. Quindi i vincitori annuali dei maggiori premi per giocatori, possibilmente quelli in cui a decidere è una giuria di esperti: International Gamers Award, Spiel des Jahres, Goblin Magnifico, Jogo do Año, As D'Or. Ovviamente nella categoria che vi interessa, dato che alcuni ne hanno diverse.
Una seconda fonte sono liste di giochi che hanno avuto importanza storica. All'interno di tali liste, vi basta isolare il genere che vi interessa. Qui in Tana, ad esempio, trovate sia un articolo sulla storia del gioco con le sue tappe ludiche fondamentali, sia la più recente e completa serie di articoli dei 100 giochi da tavolo che hanno fatto la storia.
Un terzo sistema è quello di identificare varie meccaniche (se avete acquisito la base teorica di cui parlavamo nello scorso articolo) e, di ciascuna, provare i giochi più significativi. Potete aiutarvi con la Goblinpedia, in questo, o cercare la serie degli articoli su “Meccaniche e Affini”. Soprattutto dovreste cercare di provare i giochi che la meccanica l'hanno inventata e quelli che l'hanno consolidata, portandola allo stato dell'arte.
Infine, non è mai comunque saggio ignorare ciò che viene premiato da un grande e duraturo successo di pubblico. Per orientarsi in questo ambito si può ricorrere alla classifica di Board Game Geek, lasciando però passare qualche anno dalla data d'uscita di un gioco, o a qualche premio con votazione popolare, come il Deutscher Spielepreis o il Golden Geek Award [o Lo Scelto dai Goblin, NdR].
Un ulteriore aspetto da tenere presente è che quando si cambia genere, gli strumenti che abbiamo affinato per giudicare potrebbero non essere più sufficienti. Anche se abbiamo giocato e studiato un sacco di Eurogame, non è assolutamente detto che siamo pronti pure a giudicare un tematico. Anzi, il rischio che corriamo è proprio quello di peccare di presunzione e credere che siccome siamo ormai esperti, possiamo tranquillamente passare da un gioco all'altro a applicare ad esso le medesime categorie di giudizio. Ne parleremo meglio nel quarto articolo, ma intanto teniamolo presente: se abitualmente non giochiamo a un determinato genere, difficilmente saremo in grado di contestualizzarlo e giudicarlo.
Ora che però li stiamo giocando, questi classici, questi giochi fondamentali e comprendere il mondo del gioco da tavolo, quanto dobbiamo intavolarli? Quante partite è necessario fare prima di una recensione?
Parte #2: la recensione non è una guida strategica
Una domanda che spesso vi faranno è: “quante partite hai giocato?”. La domanda è sempre faziosa e ha l'intento, in genere, di sminuire la vostra recensione. La risposta giusta a questa domanda ce la fornisce Tom Vasel, che liquida la cosa con un tagliente “enough”.
Ora, questo enough però, noi cerchiamo di farlo comunque diventare qualcosa di effettivamente adeguato al compito che ci siamo presi.
Il numero di partite necessarie varia in base: all'esperienza generale che abbiamo; all'esperienza posseduta con quel particolare genere di giochi; al genere di gioco; alla complessità e alla profondità del gioco stesso; al tipo di analisi che vogliamo fare.
La recensione è qualcosa che sta a metà strada tra un'opinione/parere (ne abbiamo già parlato nell'articolo #2) e una guida strategica. Ma non è nessuna delle due cose: è un'entità a sé stante.
Quindi, per fare una recensione, non è necessario aver giocato le partite che occorrono per scrivere una guida strategica e non è necessario conoscere così bene il gioco come quando devi scrivere una guida strategica. La recensione serve ad analizzare la struttura del gioco, la funzione delle sue parti, la loro correlazione, il loro dinamismo. È possibile dare cenni sulle diverse strategie, quando evidenti, ma non le si va ad analizzare nel dettaglio, così com'è impossibile capire se un elemento sia effettivamente sbilanciato o rotto (al massimo lo si può ipotizzare, quando se ne ha il forte sospetto). Quello è compito di una guida strategica.
Vero è che le guide strategiche possono aiutare molto un recensore. La guida strategica, specie se il gioco presenta problemi evidenti, sono una fonte di conoscenza enorme, per chi deve approcciarsi a un gioco. Legittima e comprensibile la posizione di chi non vuole leggerle per non rovinarsi la scoperta del gameplay, ma se poi, oltre che a giocare, del gioco in questione si vuole anche fare una recensione, sarebbe meglio invece andarle a sbirciare con molta attenzione, proprio perché possono evidenziare aspetti che in una comune recensione sfuggono.
Similmente, è molto importante, avendone la possibilità, provare i giochi con chi li conosce già bene, ne è esperto e possibilmente pure bravo. Specialmente quando andiamo su giochi opachi, complessi e profondi, avere un giocatore che mette in luce i diversi risvolti del gioco ed è in grado fin da subito di disvelartene in parte le caratteristiche, è un vantaggio notevole, per comprenderlo.
Infine, mi riallaccio all'ultimo paragrafo e parlo di un ultimo aspetto: giocare per recensire è diverso dal giocare e basta. Quando si ha come scopo la recensione, quello che si fa è un'analisi continua di meccaniche, dinamiche ed estetiche, anche mentre si gioca. Così come si valutano gli aspetti materici, il regolamento e la resa del tema, nel caso fosse un gioco che punta su quello.
Insomma, il punto focale è che non si inizia la recensione dopo aver giocato diverse partite, ma già mentre si gioca.
Questo può certamente togliere parte del gusto del gioco a qualcuno... ma solo se il suo scrivere recensioni è più un dovere e meno un piacere. Personalmente, mi diverto comunque a giocare per recensire, anche se il mio tipo di divertimento è certamente diverso da quello di un altro. Probabilmente, per essere un buon recensore è necessario avere questo tipo di predisposizione (ne parliamo meglio nell'articolo successivo).