Il recensore di giochi da tavolo #6: corretta comunicazione

Saper scrivere è a volte un dono, ma sapere cosa scrivere lo si può imparare.

Editoriale
Giocatori

Questo articolo fa parte di una serie che si compone di sei "episodi":
- #1: cos'è un recensore
#2: la preparazione teorica
#3: esperienza pratica
#4: predisposizione individuale
#5: onestà di giudizio
#6: corretta comunicazione

La capacità comunicativa può essere in parte affinata leggendo e scrivendo molto, ma indubbiamente c'è chi è più portato per la scrittura e chi meno (esattamente come per l'analisi critica, come abbiamo detto nel quarto articolo).
Io, ad esempio, mi accorgo di essere troppo prolisso e di fare periodi spesso lunghi e ricchi di subordinate, pesanti da leggere. A volte mi sforzo a scrivere in modo diverso, ma c'è poco da fare: istintivamente ritorno a quella che è la mia impostazione naturale.

Se per stile e forma potete dunque fare poco, o comunque migliorare marginalmente, per il contenuto è sempre possibile affinarsi.
La struttura di una recensione può essere fissa o duttile e io vi consiglio, per iniziare, di partire da una struttura fissa, o meglio adattabile ai vari formati. Solo successivamente, una volta raggiunta una buona padronanza della materia (la teoria dei giochi) e del mezzo (la recensione), potrete passare a una struttura più libera e aperta (sebbene non sia un obbligo).

Copertina Navegador di Mac Gerdts
Copertina Navegador di Mac Gerdts
Per farvi capire meglio cosa intendo, sono andato a recuperare tre mie recensioni, scritte in periodi molto lontani nel tempo:
Navegador. È una delle primissime recensioni che ho fatto. Per darmi un ordine e non tralasciare nulla, mi sono fatto uno schema, dividendo la recensione in paragrafi, ciascuno contenente un macro-argomento. In questo modo potevo parlare con ordine dei singoli aspetti del gioco, senza perdermi per strada e dando al lettore una panoramica completa. Trovate infatti: ambientazione; riassunto di gioco; poi le considerazioni che comprendono materiali, mappa, regolamento, strategia, interazione e scalabilità; infine le conclusioni. Era una divisione abbastanza grezza e sommaria, con ad esempio la parte del tabellone che poteva essere inclusa in parte nei materiali, in parte nelle considerazioni strategiche. Se la riscrivessi oggi, cambierei totalmente impostazione, anche se il giudizio tecnico sul gioco è rimasto il medesimo.
Copertina di Bora Bora
Bora Bora

Nel giro di breve tempo ho affinato questa suddivisione in paragrafi ordinati e potete trovarne un esempio in Bora Bora, scritta più di due anni dopo. Qui si aggiungono l'introduzione, che dà una breve panoramica sul gioco; c'è il paragrafo sull'ambientazione; poi le considerazioni sono più finemente separate in visione generale, interazione, strategia e tattica, difetti e conclusione; in calce alla recensione arrivano gli elementi di sintesi, ovvero una serie di dati corredati da un breve paragrafo che commentano i materiali, il regolamento, la scalabilità, incidenza aleatoria, la durata, la dipendenza dalla lingua e un consiglio su quali altri giochi recuperare nel caso ci fosse piaciuto particolarmente quello in esame, oppure quelli che sul mercato gli sono superiori.

Ho mantenuto questa struttura recensiva per molto tempo, perché comoda, ordinata e completa. Con qualche variazione (che vediamo in fondo all'articolo) è comunque l'impostazione che consiglio a tutti per iniziare e, volendo, anche per continuare, proprio perché efficiente sia per chi scrive che per chi legge.

Il problema di questo tipo di impostazione è semmai che, essendo rigida, non si adatta bene a diverse tipologie di gioco. Se, ad esempio, dovete recensire un party game, tante voci che trovate hanno poco senso, oppure alcune dovranno avere un peso maggiore di altre. Lo stesso dicasi se affrontate una american, un family game o un wargame.

Zombicide box cover
Zombicide copertina
A distanza di un po' di tempo – e di un po' di recensioni – mi sono ben reso conto di questa cosa e ho cambiato impostazione. Sentendomi anche più sicuro e avendo nel frattempo studiato teoria dei giochi, sono passato a una struttura molto più libera, come potete leggere ad esempio nella recensione di Zombicide. In questo caso, dopo il paragrafo sui materiali e il riassunto di gioco, ci sono le considerazioni tecniche che procedono ininterrotte. Questo non significa che, prima di scrivere, io non abbia fatto uno schema dei punti salienti da toccare: questo lo faccio sempre. So che nella parte critica della recensione dovrò parlare di vari punti, solo lo faccio con un ordine, un peso e una priorità che, di volta in volta, si adatta al gioco da recensire, senza uno schema rigido precostituito.
Per comodità di lettura, sono presto ripassato a una divisione in paragrafi delle considerazioni, restando però estremamente flessibile sui punti da toccare e adattandoli al gioco, al suo genere e target, come potete leggere in The Resistance, di qualche anno dopo. La lettura risulta più ordinata per il fuitore, ma non ingabbiata per il recensore.
Per una breve parentesi di tempo sono anche passato a strutturare le recensioni secondo la divisione meccaniche (analisi di come funzione il gioco), dinamiche (analisi di come i giocatori interagiscono col gioco) ed estetiche (analisi delle sensazioni personali che il gioco comunica), come si può leggere ad esempio nella recensione di Super Fantasy Brawl. Ma non ero soddisfattissimo dell'esperimento, per cui sono tornato alla divisione libera.

Tutto questo per dire che è impossibile fornire una guida precisa e sempre adatta a qualsiasi situazione. Qualcosa, però, possiamo dirlo. E non devo nemmeno riscriverlo, perché trovate tutto nel Manuale del recensore provetto 2.0, che, in un certo senso, possiamo considerare il capitolo #7 di questa serie di articoli.

Voglio solo porre l'attenzione su quello che è l'aspetto fondamentale per giudicare i giochi: capirne il focus. Un eurogame deve stimolare mentalmente il giocatore, sia con le sue meccaniche, che con la scoperta di nuove cose, partita dopo partita; un american deve far vivere una storia, senza appesantire il gameplay; un party game deve far divertire ridendo o proponendo una sfida interessante; un family game non deve frustrare nessuno e dare a tutti la possibilità di vincere; un wargame deve riproporre l'evento bellico lasciando equilibrio tra agency e alea; eccetera.
Quando avrete chiaro il focus di un gioco, riuscirete meglio a comprendere se le sue parti lo perseguono o lo ostacolano. Non è tutto lì, ovviamente, ma è un buon punto di partenza.

Concludo dunque questa serie col rimando al Manuale del recensore provetto 2.0 e spero di leggere un sacco di nuove recensioni qui in Tana.

Commenti

Anche noi speriamo di leggere un sacco di nuove recensioni qui in Tana, ma dopo aver letto questi tuoi sei articoli mi sa che io non ne scriverò più.

Io come impostazione mi pongo una domanda, che può essere banalmente anche solo "Cosa rende questo gioco diverso dagli altri?". Avendo come obiettivo quello di rispondere a tale domanda, poi mi attendo allo schema classico introduzione/come si gioca/ materiali e regolamento/varie ed eventuali/considerazioni.

volmay scrive:

Anche noi speriamo di leggere un sacco di nuove recensioni qui in Tana, ma dopo aver letto questi tuoi sei articoli mi sa che io non ne scriverò più.

Concordo, e mi chiedo pure come mai i miei "pipponi" pubblicati in Tana siano nel novero delle recensioni 🤓 (cosa di cui sono ben contento, ovviamente, ma continuo a stupirmene)

volmay scrive:

Anche noi speriamo di leggere un sacco di nuove recensioni qui in Tana, ma dopo aver letto questi tuoi sei articoli mi sa che io non ne scriverò più.

Purtroppo mi accodo. Queste sei puntate mi hanno generato un complesso di inadeguatezza non da poco....se mai mi rimettessi a scrivere ancora qualcosa che una volta era classificato come "recensione", ora dovrei catalogarlo come "quattro cagate buttate lì da un mezzo ubriaco"...

Io concluderei dicendo che, come in tutte le cose, da qualche parte bisogna pur partire e che se non si parte non si arriva.

Per tutti quelli che vogliono scrivere recensioni ricordo che ORA la Tana ha alle spalle dei recensori una fantastica redazione in grado di valutare  e correggere con la competenza per mettere ordine nei vostri vaneggiamenti e il coraggio di chiedervi modifiche ed integrazioni se non siete stati chiari.

Non fatevi spaventare dall' Agzaroth attuale. L'importante è l'umiltà. Per partire. Conservando la sicurezza per quando l'esperienza costruirà la corazza per ripararvi dalle critiche (spesso infondate) alle vostre critiche (che si sperano fondate, a quel punto).

A me francamente non dispiace questa serie di articoli.. in Italia per me il settore avrebbe bisogno di un salto di qualità degli addetti ai lavori (ho smesso di guardare quasi tutti gli youtuber nostrani perchè ormai mi cascano le braccia, per vari motivi). Questo non vuol dire che non ci possano essere cose più caserecce o che si debba partire dal livello descritto negli articoli, lo stesso Agzaroth è partito da un livello molto diverso. Andrebbe visto più come un punto di arrivo per chi volesse arrivare a essere un punto di riferimento serio, di certo non è un obbligo.

Però dai Agz 8.9 a Navegador nel 2024 non lo accetto. Non dopo l'uscita di Concordia. Vanno aggiunte delle postille e un voto aggiornato. REDIMITI :-D

Badger28 scrive:

Però dai Agz 8.9 a Navegador nel 2024 non lo accetto. Non dopo l'uscita di Concordia. Vanno aggiunte delle postille e un voto aggiornato. REDIMITI :-D

Se Badger vuole dare un voto diverso a Navegador, fondi un sito, scriva la recensione e vediamo quale voto gli dà

 

spip74 scrive:

 

Badger28 scrive:

 

Però dai Agz 8.9 a Navegador nel 2024 non lo accetto. Non dopo l'uscita di Concordia. Vanno aggiunte delle postille e un voto aggiornato. REDIMITI :-D

 

 

Se Badger vuole dare un voto diverso a Navegador, fondi un sito, scriva la recensione e vediamo quale voto gli dà

 

sei il solito anziano rancoroso

Comunque ho già operato in tempi non sospetti: su BGG è un 6/10 e nel 2018 ho pure scritto questo:

Disappointing. Definitely not Mac's best effort, IMHO: some of the main mechanics don't seem to be thematically justifiable (like the privileges), other are too fiddly and boring to manage (market). Antike's wheel works like a charm, at fast engaging pace; Concordia's combination between cards as actions and VP multipliers + tokens on the board is a balancing masterpiece. Both mechanics don't excel in Navegador. Pity.

... e sono perfettamente d'accordo con me stesso

Se ora qualuno del mio gruppo di gioco mi chiederà "Perchè non scrivi recensioni?" potrò inviare il link agli articoli di Agzaroth.

Scherzi a parte, grazie Agzaroth per la serie. Forse creerà aspettative molto alte e scoraggerà più di qualcuno, me compreso, a provare a cimentarsi in una recensione.

Citando però linx

linx scrive:

Io concluderei dicendo che, come in tutte le cose, da qualche parte bisogna pur partire e che se non si parte non si arriva.

 

Badger28 scrive:

 

spip74 scrive:

 

 

Badger28 scrive:

 

Però dai Agz 8.9 a Navegador nel 2024 non lo accetto. Non dopo l'uscita di Concordia. Vanno aggiunte delle postille e un voto aggiornato. REDIMITI :-D

 

 

Se Badger vuole dare un voto diverso a Navegador, fondi un sito, scriva la recensione e vediamo quale voto gli dà

 

 

 

sei il solito anziano rancoroso

Comunque ho già operato in tempi non sospetti: su BGG è un 6/10 e nel 2018 ho pure scritto questo:

Disappointing. Definitely not Mac's best effort, IMHO: some of the main mechanics don't seem to be thematically justifiable (like the privileges), other are too fiddly and boring to manage (market). Antike's wheel works like a charm, at fast engaging pace; Concordia's combination between cards as actions and VP multipliers + tokens on the board is a balancing masterpiece. Both mechanics don't excel in Navegador. Pity.

... e sono perfettamente d'accordo con me stesso

Navegador gioco stupendo.... Senza se e senza ma..... Nel novero dei gestionali che tutti dovrebbero giocare almeno 1 volta nella vita

Ci sarà un giorno in cui Marco passerà il testimone a qualcun altro. Giusto dare alcune linee guida e le aspettative (molto alte a dire il vero, soprattutto considerando che parliamo di lavoro fatto a gratis).

Poi personalmente trovo corretto anche dare spazio a chi la vede in modo differente o propone articoli con un proprio stile.

Non è che abbia proprio parlato di "stile" in questi articoli eh...

Essere disinformato, incompetente, influenzato o di vedute ristrette non mi paiono "stili" alternativi

linx scrive:
Non è che abbia proprio parlato di "stile" in questi articoli eh...

Essere disinformato, incompetente, influenzato o di vedute ristrette non mi paiono "stili" alternativi

Mi sembra scontato che non era quello a cui pensavo, quando parlavo di stili. Pensavo più a chi critica i formati pallosi classici delle recensioni proponendo formati alternativi, stile Guido Heinecke qualche anno fa.

Ciò che secondo me in molti non si rendono tanto conto è che anche ad aver giocato 1'000 e passa giochi, aver letto tutta la letteratura in merito ed essere dei buoni scrittori, non implica pensarla come la pensa Marco.

In ambito accademico potranno esserci paradigmi più o meno condivisi dalla maggior parte dei ricercatori, ma alla fin fine in qualsiasi ambito c'è dibattito, discussioni, ipotesi, punti di vista, critiche, proposte di nuove idee, ecc.

E se ciò non bastasse, posso aggiungere che una delle caratteristiche di un buon leader, secondo la letteratura, è di essere di mente aperta (Kouzes e Posner, La sfida della leadership). Quindi benvengano persone che vedono le recensioni in modo diverso, o che propongono tutt'altro.

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