Questa è una gran recensione, complimenti.
...e nemmeno me ne sono accorto, francamente. Ma andiamo con ordine.
Cascadia è un astratto per famiglie, competitivo, disegnato da Randy Flynn e splendidamente illustrato da Beth Sobel, per 1-4 partecipanti, della durata compresa tra i 20 e i 45 minuti, basato su draft e piazzamento tessere.
Come si gioca a Cascadia
Per prima cosa si selezionano cinque carte – una per animale – con diversi modi per ottenere punti. Ogni animale arriva infatti con quattro carte differenti, ciascuna richiedente un diverso sistema di piazzamento per ottenere punti vittoria. In alternativa, si può giocare con la singola carta “per famiglie”, quando si gioca con i neofiti.
Poi ciascuno prende una tessera iniziale, costituita da tre esagoni. Ogni esagono ha uno o due tipi di terreno diverso (mare, palude, bosco, montagna, deserto) e da uno a tre simboli animale (volpe, orso, alce, falco, salmone).
Lo scopo è quello di piazzare adiacenti più terreni dello stesso tipo possibili e, al contempo, piazzarvi sopra i dischi di legno degli animali, secondo i pattern richiesti dalle cinque carte punteggio. Ogni esagono di terreno potrà ospitare un solo disco animale che, una volta piazzato, non è più spostabile.
Si selezionano, coperte, tessere in base al numero dei giocatori e se ne scoprono quattro in un display comune. Per ogni tessera viene poi pescato un disco animale. Il giocatore, al suo turno, prende una tessera e il corrispondente disco e deve piazzare entrambi espandendo la sua plancia iniziale. Il disco non deve essere necessariamente piazzato sulla tessera appena presa, ma può andare anche in un altro posto vuoto.
Le tessere con un solo animale danno una compensazione: quando vi si piazza sopra il disco, si prende un segnalino pigna. Questo vale un punto a fine partita, o è possibile spenderlo durante il proprio turno per ripescare dal sacchetto un animale in sostituzione di quelli che si vogliono scartare, oppure per selezionare una tessera e un animale spaiato, ovvero sopra a un'altra delle quattro tessere esposte.
A questo punto si rimpingua il display in modo che abbia ancora quattro tessere e quattro animali associati e il turno passa al giocatore successivo.
Si va avanti così per venti mosse a testa, al termine delle quali si contano i punti vittoria, che arrivano sia dai pattern degli animali, che dalle pigne avanzate e dal numero di tessere adiacenti con lo stesso tipo di terreno.
Materiali
Più che dignitosi: cartone spesso, una sacca per tenere i dischi in legno, un blocchetto per il punteggio e poco altro. La grafica è chiara e riposante, con i paesaggi ben distinguibili tra loro. Scatola compatta e un ingombro al tavolo limitato, anche in quattro giocatori.
Ambientazione
Essendo classificato come astratto, non possiamo pretendere molto, ma l'autore ci tiene a farci sapere che Cascadia è il nome della regione nord-occidentale tra Canada e Stati Uniti e, a fine regolamento, troviamo qualche informazione sulle bestie che andremo a piazzare nel nostro puzzle, ovvero orsi, alci, salmoni, falchi e volpi. Purtroppo non ci sono le relative ricette.
Il numero 1! Il numero 1!
Chiaro che quello che mi ha spinto a comprarlo non sia il target, un po' lontano da ciò che gioco di solito, né la meccanica, né il tema puccioso o le immagini degli animali, peraltro riciclate di carta in carta, manco avessero dovuto stamparne cento. Mi ha spinto la curiosità ludica di capire perché Cascadia fosse il gioco più in alto di tutto il 2021 su BGG (non è vero, al momento in cui scrivo è The Crew: Mission Deep Sea, ma essendo uno spin-off del precedente The Crew, possiamo escluderlo dalla gara) e soprattutto il numero uno della categoria “astratti”.
Ora, va fatta la specifica che la classifica BGG lascia il tempo che trova e che il precedente campione degli astratti fosse comunque Azul e non il Go o gli Scacchi, per dire.
Questo per specificare che la valutazione risente di un sacco di fattori e che, tra questi, pubblicazione recente, materiali piacevoli e facilità d'approccio sono sicuramente determinanti.
Dopo la doverosa premessa, cosa ho trovato in Cascadia?
Lo dico subito: un solitario che è una droga. E io non amo i solitari, anzi direi che sono pochissimi quelli che mi hanno tenuto davvero incollato al tavolo. Qui si apparecchia una partita in un attimo, si ha una sfida sempre nuova per i quindici scenari proposti - a loro volta modificabili con altre varianti e limitazioni elencate in calce alle regole - e si gioca in venti minuti.
Ma perché il gioco è così piacevole da giocare?
Penso che la cosa derivi da una serie di fattori, solo il più superficiale dei quali è la spolverata di ambientazione naturale e bucolica.
Cascadia presenta un doppio strato di piazzamento: c'è quello dei gettoni animale, che devono seguire un pattern e quello delle tessere esagonali, che si devono il più possibile mettere adiacenti a terreni identici. I punti che arrivano dalle bestie sono generalmente più alti, ma i secondi non vanno sottovalutati, perché farlo significa trovarsi col risultato ribaltato e la vittoria soffiata sotto al naso.
Già questo dualismo è interessante.
Il secondo punto di forza sta nella compenetrazione di aspetti strategici e tattici. Le carte danno un indirizzo strategico forte: dato che ciascuna funziona su punteggi esponenziali, è sempre meglio specializzarsi su pochi tipi di animale e massimizzarne il punteggio, piuttosto che spalmarsi su tutte e cinque le specie e fare poco di tutto.
Questo però cozza con la variabilità e imprevedibilità della pesca, per cui escono esagoni che non ci servono, animali che non ci servono o semplicemente abbinamenti spaiati. Si può sempre spendere una pigna per tentare di ovviare alla situazione, ma non lo si può fare spesso e in ogni caso è un punto vittoria in meno. Insomma, come in tutti questo giochi, quello che vuoi fare non corrisponde sempre a quello che puoi fare ed è un bene per tenere alta l'attenzione durante ogni singola mossa.
Poi c'è l'equilibrio delle tessere. Quelle con due terreni hanno sempre sopra stampati due o tre animali. Ciò significa maggiore flessibilità, sia nel piazzamento che nell'attribuzione poi di un disco animale. Quelle con un solo terreno, hanno anche un solo animale stampato... ma danno una pigna. Ecco, quindi, che il semplice meccanismo delle pigne porta una compensazione alle tessere più scarse e difficili e rende più interessanti scelte che altrimenti sarebbero state scontate,
In due funziona molto bene e c'è anche la possibilità, a volte, di marcare un po' l'avversario, anche se le venti mosse che si hanno saranno per lo più indirizzate al miglioramento del proprio punteggio, piuttosto che all'affossamento di quello altrui. Però ecco, specie sui terreni, per i quali si ottiene anche un bonus di maggioranza, spesso val la pena calcolare bene ogni minimo vantaggio concesso. In ogni caso, altro punto di forza del gioco, funziona bene anche in tre e in quattro, se non ci sono troppi pensatori ad allungare il tempo di gioco.
Altra ottima aggiunta sono gli scenari, le varianti, le limitazioni e le carte punteggio differenti. In una sola parola: la rigiocabilità. Non sono grossissime differenze, il gioco rimane quello e non dovete pensare a chissà quali rivoluzioni regolistiche, ma è quanto basta per avere sempre la sensazione di qualcosa di diverso e altamente variabile.
Naturalmente a ciò concorre la variabilità intrinseca del sistema di gioco, che prevede di pescare tessere casuali abbinate a gettoni casuali. Un fattore fortuna che è quindi anche il suo punto debole, se vogliamo, ma anche la scusa perfetta per quando si perde, perché in effetti c'è, è inevitabile e inevitabilmente incide sulla partita.
Chi gioca a Cascadia?
Se vi ha incuriosito il titolo della recensione, sono qui a spiegarvelo. Dopo parecchie partite, mi sono reso conto che il gioco è tanto piacevole da giocare perché, in fondo, se ci metti un minimo di raziocinio, non fai mai la mossa sbagliata. Lo “sbaglio” arriva sempre, al massimo, da una situazione sfavorevole in tavolo, alla quale non puoi rimediare. Per cui pazienza, è stata sfortuna, io ho giocato anche bene, ho perso per una manciata di punti ed è andata così.
Che è anche poi ciò che emerge dai punteggi soglia proposti negli scenari in solo: dagli 80 ai 100 punti. Non c'è uno scarto mostruoso: non è che da quando non sai giocare a quando diventi esperto ci sia una così grande differenza.
Semplicemente perché, a Cascadia, sei esperto subito.
La forza del gioco è quella di giocare intelligentemente sul filo che separa le scelte tattiche individuali e l'ineluttabilità del buon punteggio finale.
Ovvero tu senti di fare una scelta buona, di ragionare durante il tuo turno, di avere anche un piano strategico a lungo termine dato dalle carte, di cercare un adattamento tattico a ciò che arriva... al contempo le scelte sono quelle, poche, circoscritte, spesso alcune totalmente escluse a priori e fare la mossa giusta non è per nulla così difficile.
È qui che si gioca il grande inganno di Cascadia: è lui che gioca per te, ma ti dà la piacevolissima illusione di essere tu a guidare il gioco e di farlo pure bene.
Questa cosa funziona benissimo in famiglia, con giocatori casual ma, come dicevo all'inizio, pure io mi sono trovato irretito dal solitario di Cascadia.
Quindi, alla fine, pur dovendo additare razionalmente questa cosa come un difetto, non posso far altro che togliermi il cappello davanti al gioco e al suo autore, per il risultato ottenuto.
Conclusione
Ok, siamo d'accordo che non sia il miglior astratto mai creato nella storia del gioco. Ma fa talmente bene finta di esserlo, che non si riesce a non amarlo lo stesso.