
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Il sito colorblindgames.com si occupa di accessibilità ai giochi per i daltonici. Recentemente ha pubblicato un interessante articolo con informazioni di base sulla materia. L'autore Brian Chandler ha gentilmente concesso l'autorizzazione alla sua traduzione e pubblicazione sulle nostre pagine.
Potete trovare qui l'articolo originale.
Si stima che circa il 4-5% della popolazione abbia una carenza nella visione dei colori e che altri soffrano di ipovisione. Gli effetti del daltonismo non sono ben documentati ed in molti casi game designer, editori, sviluppatori inavvertitamente escludono questa parte della comunità.
Se uno di questi coni ha un problema, il colore assorbito da quel cono cambia, influenzando quindi la combinazione RGB ricevuta dal cervello. Poiché qualsiasi cono può avere difetti (o mancare del tutto), il tipo e la severità del daltonismo sono variegati. Nessun daltonico vede il mondo esattamente allo stesso modo di un altro, per questo motivo, affrontare questo problema è complicato. Anche per questo sottoporre un game design attraverso un filtro online per daltonici non è sufficiente.
Il più comuni tipo di daltonismo è la deuteranomalia, un malfunzionamento del cono verde. Un difetto del cono rosso, chiamato protanomalia, è anche possibile. Raramente uno di questi coni può mancare completamente; in questo caso si parla di deuteranopia (verde) o protanopia (rosso). Ancora più rari sono i difetti o l’assenza dei coni blu: tritanomalia o tritanopia.
I difetti del cono che causano una deficienza nella visione dei colori interessano molto più di un singolo colore. Ogni cono difettoso o mancante influenza l’identificazione del colore su tutto lo spettro. La nostra percezione dei colori complessiva tende ad essere minore, aumentando la confusione dei colori e riducendo la capacità di identificare i colori per nome.
Preparatevi per un po’ di matematica...
Se sei giocatori si siedono attorno ad un tavolo, si stima che ci sia una possibilità che uno di loro sia daltonico. Perciò per il potere della probabilità composta di eventi indipendenti (grazie Kahn Academy), sappiamo che c’è una probabilità del 23% che almeno una persona al tavolo sia daltonica.
Se state gestendo una serata più grande con la partecipazione di 40 giocatori, c’è la probabilità dell'82% che almeno un giocatore al vostro evento sia daltonico, questi avrà effetto su molti giochi e molteplici tavoli durante l’evento. In un convegno di 100 persone è quasi garantito di aver almeno un partecipante daltonico ed averne quattro in media. (fonte: 1 : Kahn Academy’s Compound Probability of Independent Events).
Recentemente (N.d.R.: relativo alla data di pubblicazione dell’articolo originale) su Twitter, in una discussione inerente all’accessibilità relativa alla visione dei colori, ho letto questo tweet di una mamma di due bambini daltonici:
“Abbiamo smesso con i giochi da tavolo. Due figli daltonici e non si divertono. Raccomando Gravitrax e Scrweball scramble come giochi divertenti, che non sono come i giochi da tavolo e non basati sui colori!”
Questa risposta mi ha colpito duramente. È straziante quando qualcuno abbandona il gioco da tavolo, e un maggior sforzo per incoraggiare l’accessibilità potrebbe rendere più facile alle persone giocare più giochi.
I bisogni dei giocatori daltonici - circa il 4/5 % della popolazione - sono significativi quando esploriamo i luoghi del gioco a casa, al bar, al nostro negozio locale di fiducia. Le pratiche attuali falliscono nel creare un ambiente accessibile per i giocatori daltonici, cosa visibile nella potenziale confusione causata dai colori utilizzati in alcuni giochi.
Affrontare questi bisogni comincia coi principi base di accessibilità e continua con esempi specifici - alcuni nell’industria del gioco e altri da altre industrie - per migliorare l’accessibilità per giocatori daltonici, e a sua volta migliorando l’esperienza di gioco di ciascuno al tavolo.
Ian Hamilton, un esperto di accessibilità a Bristol, in Inghilterra, identifica tre principi chiave correlati al daltonismo nel game design.
Molti designer, grafici, artisti e illustratori hanno fatto un lavoro incredibile, assicurando accessibilità ai daltonici nei loro giochi. Alcuni esempi qui di seguito:
Guardate questi e molti altri esempi di seguito.
Sarah Reed descrive la sua esperienza riguardo a Qwirkle e Incan gold per migliorarne l’accesso e la giocabilità con amici e famiglia.
Seguendo le impronte di Sarah, ho recentemente modificato molti giochi in modo da distinguere meglio le componenti, trai quali Century Spice Road, My Little Scythe, Mandala Stones, e Pandemic Hot Zone: North America.
Quando intraprenderai il tuo viaggio personale nell’accessibilità, qui ci sono alcuni suggerimenti che potranno aiutarti a cominciare.
Consumatori: leggete le recensioni. Io odio aprire un gioco che non posso giocare, quindi cerco di fare i compiti a casa prima di ogni acquisto. Oltre a Colorblind Games (N.d.R.: la pagina su cui è pubblicato l’articolo originale), Can I Play That? e Meeple Like Us sono fantastiche risorse che affrontano un vasto gruppo di necessità di accesso per giocatori (vedi la nostra pagina di risorse per una lista in continua crescita). Il tema dell’accessibilità sta entrando sempre più spesso nelle recensioni.
Giocatori: cercate e modificate. Modificate un gioco quando necessario e non preoccupatevi di rovinare la vostra copia. Io credo fermamente che i giochi siano fatti per essere giocati. Se il vostro gioco è accessibile a più persone, di conseguenza sarà intavolato più spesso. Condividete le vostre modifiche con gli altri in modo da beneficiare della vostra creatività! Guardate tutte le mie modifiche per daltonici qui
Designer: testate da subito l’accessibilità. Per designer e sviluppatori, portate i vostri prototipi a playtester daltonici e provate a pensare preventivamente ai loro bisogni. Eric Slauson (designer di Tattoo Stories e MonsDRAWsity) ha condiviso queste raccomandazioni dopo una recente esperienza su Unpub:
“Designer, se volete il più grande bacino potenziale di playetester, per favore fate i vostri prototipi adatti ai daltonici. Io VOGLIO giocare il vostro gioco e darvi feedback, ma non posso. Ho dovuto rinunciare a molti playtest per questo”
Editori: allargate il vostro pubblico. Agli editori, guardate ai numeri. Non è il 4% di giocatori che state escludendo non affrontando i bisogni dei daltonici, ma il 28% dei tavoli e quasi il 100% degli eventi di media grandezza. Migliorando l’accessibilità si espanderà la base dell’utenza e progettando tenendo a mente tutti gli utenti farete giochi migliori.
Io sto lavorando per un futuro in cui articoli come questo non saranno necessari, perché i designer incorporeranno l’accessibilità visiva nei loro prototipi, test e game design finale; gli editori aggiungeranno la visione del colore nello sviluppo e processi di controllo di qualità dei loro giochi; e vecchi e inaccessibili giochi riceveranno nuove edizioni adatte ai daltonici. Scriverò un articolo finale celebrativo e quindi passerò più tempo giocando i giochi che amo.
Crediti delle immagini: Colour Blind Awareness; Stan Wiechers; Brian Chandler
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Molto interessante! Dato che vanno molto di moda le ristampe, soprattutto per i giochi del decennio 1990-2000, gli editori dovrebbero prevedere uno sviluppo molto accurato. Ci riusciranno? Sto pensando anche a quei giochi poco ergonomici che con questo problema potrebbero diventare giochi "inaffrontabili". Tra l'altro questo 4% di giocatori li definirà brutti mica dirà "ho un serio problema con i colori"...
E poi nel 2021 nel NOSTRO forum, si leggono commenti di questo tipo in una discussione che riguarda (anche) i daltonici:
OK, propongo di sostituire la palette RGB con quella WTF/G/B così ci adoperiamo tutti per eliminare un disagio. Qui siamo all'assurdismo più totale. Non vedi il verde? NON lo usi. No che obblighi me a non usarlo. Sei TU che hai un difetto visto che sei minoranza (a meno di scenari "Io sono leggenda").
Ecco, questo è un articolo veramente interessante per quanto riguarda l'inclusività che se fossi un designer o un editore terrei in forte considerazione. A differenza di altre finte problematiche che con l'inclusività hanno poco a che fare
Ciao, mi chiamo Mario e sono un protanomalo.
I colori che confondo sono rosso e verde, rosa e grigio, viola e blu, e le sfumature di marrone possono diventare qualunque cosa.
L'articolo è interessante e concreto nel proporre qualche soluzione. Vorrei solo dire che bisogna ricordare quanto sia importante il colpo d'occhio, al di là di tutte le soluzioni che si possono trovare. Se vengono aggiunti simboli per aiutarci, ma questi sono nascosti in un angolo/poco visibili, non fanno molto per aiutarci, per quanto lo sforzo sia apprezzabile. Una delle cose più importanti in buona parte dei giochi è essere in grado di comprendere il board state con un'occhiata, in modo da perdere poco tempo nel capire cosa sta succedendo e agire/prepararsi di conseguenza.
Per questo motivo, per quanto io capisca che in molti casi può essere in linea con il tema/flavour, non sopporto i giochi sfumati pastellati con tante tinte vicino al marroncino. Colori vividi ed evidenti aiutano anche noi daltonici, dato che un colore brillante e non sfumato è molto più facile da distinguere anche per noi.
E poi nel 2021 nel NOSTRO forum, si leggono commenti di questo tipo in una discussione che riguarda (anche) i daltonici:
OK, propongo di sostituire la palette RGB con quella WTF/G/B così ci adoperiamo tutti per eliminare un disagio. Qui siamo all'assurdismo più totale. Non vedi il verde? NON lo usi. No che obblighi me a non usarlo. Sei TU che hai un difetto visto che sei minoranza (a meno di scenari "Io sono leggenda").
E invece mi stai escludendo al tavolo. Perchè se giocate tu e Caio con rosso e verde, io dovrei passare la partita a chiedere di chi è quel cubetto/edificio/pedina e cosa può fare chi invece che divertirmi anch'io.
Tuo il diritto di usare il verde, mio quello di chiamarti stronzo e sedermi a un altro tavolo (e con la gente che conosco, saresti tu a rimanere da solo al tavolo).
In associazione non mi è mai successo, e in generale trovo che la boardgame community sia molto aperta e accomodante, ma il talebano qui sopra fa capire come non tutti la pensino allo stesso modo.
Ecco, questo è un articolo veramente interessante per quanto riguarda l'inclusività che se fossi un designer o un editore terrei in forte considerazione. A differenza di altre finte problematiche che con l'inclusività hanno poco a che fare
Anche secondo me sia designer che editori dovrebbero tenerne conto di più. È qualcosa che sta già cambiando comunque, me ne accorgo in tante piccole cose. Il daltonismo è poi una problematica trasversale, che non vede differenze a seconda del paese/cultura/etnia, quindi se sei un editore furbo e ti piacciono i soldi tenerne conto mi sembra, anche utilitaristicamente, un'ottima scelta.
devo confessare che mi commuovo ad ogni video di Enchroma che trovo su YouTube..
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Uno dei membri più attivi della nostra tana ha problemi con i colori. Non saprei cosa nello specifico ma spesso se ne lamenta ed è raro incontrare la doppia codifica.
Con lui ci siamo resi conto di come l'argomento sia spesso sottovalutato e anche come in genere chi è affetto da lieve daltonis si limita a fare buon viso a cattivo gioco, impegnandosi più degli altri.
Ragazzi io spero davvero che quello riportato da Volmay sia un caso limite perché sembra feltri fatto da crozza.
Tecnicamente bianco e nero non sono colori.
😂
Agzaroth scrive:E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Questa è un'assoluta verità: già solo mettendo bianco e nero (inspiegabilmente poco utilizzati) si risolverebbero già due colori con estrema facilità.
Alla fine la doppia codifica è la soluzione migliore. TTR insegna.
Alla fine la doppia codifica è la soluzione migliore. TTR insegna.
Nì. Sicuramente aiuta ma una differenza cromatica è comunque più decifrabile di un simbolo, specie se i simboli sono tanti. La doppia codifica è la soluzione migliore dopo una paletta cromatica sufficientemente distinguibile.
Purtoppo non sempre è possibile o economico usare una doppia codifica.
Io ho la prima edizione di pozioni esplosive con le biglie gialle e rosse semitrasparenti. Quasi impossibili da distinguere grazie anche al dispenser marrone.
difficile aggiungere simboli alle biglie, però ho sentito che le edizioni successive hanno avuto un miglioramento nella qualità delle biglie, per cui il problema risulta mitigato
In realtà avere dei simboli sulle biglie non è così complesso: pensa alle palle del biliardo. Anche solo mettendo un pallino nero nelle gialle e uno bianco nelle rosse le stai distinguendo. Una pallina potrebbe avere tre circonferenze ortogonali marcate. Insomma, la soluzioni per tutelare usabilità e bellezza estetica ci sono: tutto sta a capire quanto l'utenza è disposta a spendere per il prodotto finito, perché ovviamente questi costi poi ricadono sulla produzione. Ovviamente in certi casi, come dite voi, è più facile da implementare: in TTR, mio esempio "banale" e forse inappropriato, ovviamente non costa niente inserire il simbolo sulle carte e sul tabellone. Viceversa, su un gioco con cubetti e puzzilli le cose si fanno più complicate: quindi devi pensare a animeeple sagomati al posto dei cubetti (che tra l'altro male non fa anche all'estetica) e a puzzilli differenti per ogni giocatori (es: Schyte) magari con un simbolo o un numero sopra. Queste ultime soluzioni sono costose, certo, ma consentono di salvare capra, cavoli e persino il lupo.
Un bell'aiuto passa innanzitutto da un controllo preventivo. Ringrazio infatti l'editore che mi ha consultato assieme ad altri daltonici per verificare la palette dei colori.
altri non lo fanno. Ultimamente ho avuto ad esempio un'esperienza frustrante con un gioco che usava tre varianti di giallo/arancio per le risorse e scriveva in corsivo corpo 6 sfumato su fondi blu o verdi. È frustrante dover sempre chiedere aiuto mentre si gioca
Oppure c'è la soluzione de "La Guerra dell'Anello": Tutte le miniature del bene blu, per tutte le fazioni, e differenziate dal simbolo sullla miniscola bandierina, blu su sfondo blu, così si confondono tutte le persone ugualmente.
Oppure c'è la soluzione de "La Guerra dell'Anello": Tutte le miniature del bene blu, per tutte le fazioni, e differenziate dal simbolo sullla miniscola bandierina, blu su sfondo blu, così si confondono tutte le persone ugualmente.
Oppure c'è la soluzione definitiva, dove giochi a "La Guerra dell'Anello" completamente al buio...
A parte gli scherzi, secondo me chi va coinvolto maggiormente è l'editore, visto che la parte grafica viene gestita principalmente da lui.
Lo stimolo principale per un editore dovrebbe essere che fare un gioco "Colorblinded friendly" (vabbè...più o meno) diventi un plus per le vendite e non un fastidio.
L'acquirente deve però capire immediatamente che il gioco sullo scaffale è "Colorblinded Friendly" e quindi occorrerebbe un simbolo da apporre sulla scatola, accettato a livello internazionale.
In questo caso, sarebbe importante se si creasse una specifica, aderendo alla quale fosse possibile apporre tale marchio o simbolo.
La specifica dovrebbe contenere delle verifiche o una check list da spuntare, soddisfatta la quale si ha diritto ad apporre il marchio.
Non è fantascienza...
Può diventare veramente un plus per le vendite, soprattutto in certi mercati dove la inclusività trascende il razionale...vedi USA
Se diventa un plus per le vendite, è possibile accettare dei costi di produzione più alti, con meeple sagomati o altro.
Lo stimolo principale per un editore dovrebbe essere che fare un gioco "Colorblinded friendly" (vabbè...più o meno) diventi un plus per le vendite e non un fastidio.
Questo è vero, ma se poi leggi in giro di gente che si lamenta che non ha il colore che usa sempre o perché i colori sono brutti a vedersi (vedi Tekhenu)...
Cristiano scrive:Lo stimolo principale per un editore dovrebbe essere che fare un gioco "Colorblinded friendly" (vabbè...più o meno) diventi un plus per le vendite e non un fastidio.
Questo è vero, ma se poi leggi in giro di gente che si lamenta che non ha il colore che usa sempre o perché i colori sono brutti a vedersi (vedi Tekhenu)...
Guarda, dal mio punto di vista la faccenda deve diventare un plus commerciale, viceversa pochi editori spenderanno di più per aiutare la platea di giocatori con problemi.
Dovrebbe diventare come quella che è adesso la ISO 14000 per le aziende (certificazione ambientale in ambito industriale): a nessuna azienda gliene frega realmente niente dell'ambiente, ma per motivi puramente di policy delle multinazionali, tutte le grandi aziende la fanno, soprattutto quelle che hanno a che fare con i consumatori. Questo perchè dal punto di vista pubblicitario è bello poter dire che si è eco-friendly e genera una predisposizione positiva nel consumatore.
Penso addirittura che la Tana potrebbe provare essa stessa a farsi promotrice verso gli editori (almeno quelli nostrani) di questa idea.
Si potrebbe creare una check list di 10 punti: se il gioco soddisfa almeno 6-7 punti della check list (alcuni punti potrebbero non essere applicabili a quel tipo di gioco), potrebbe mettere il marchio/bollino sulla scatola.
In Tana ci sono sia persone affette da disturbi alla vista, sia persone tecniche che possono mettere ordine e fornire spunti.
I punti potrebbero essere legati ad un contrasto di colori, da verificare con strumenti come quella app citata nell'articolo, oppure dimensione minima dei caratteri per le carte, oppure presenza di icone a supporto dei colori, presenza di meeple sagomati, complementi alternativi fisici, ecc...
Dopo la stesura della check list, si potrebbero contattare alcuni editori e vedere cosa ne pensano.
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
Io ad esempio sono antirazzista ma quando c'è nei giochi il bianco gioco con quello perché mi rilassa, è un non colore che mi trasmette pace. Di sicuro non lo scelgo per scontrarmi con il nero ecco...
Agzaroth scrive:
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
no aspetta, mi hai ascoltato proprio male mi sa 😅
Sono perfettamente d'accordo con te.
aleaiacta scrive:
Agzaroth scrive:
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
no aspetta, mi hai ascoltato proprio male mi sa 😅
Sono perfettamente d'accordo con te.
Perdonami, ho frainteso allora 😂
Lunga vita al bianco e alla Tana che si spende per sensibilizzare all'inclusività nel mondo dei GT!
Agzaroth scrive:
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
Io ad esempio sono antirazzista ma quando c'è nei giochi il bianco gioco con quello perché mi rilassa, è un non colore che mi trasmette pace. Di sicuro non lo scelgo per scontrarmi con il nero ecco...
Ma secondo te ci sono davvero TANGIBILMENTE dei razzisti in questo ambiente? Cioè oltre lo 0,01% forse, a star larghi? A meno che tu non creda che chi vuole i dischetti marroni in Puerto Rico lo sia, nel qual caso alzo le mani. Il resto sono gran pipponi.
Comunque la questione "bianco e nero pussa via" è molto semplice: ci sono inclusività che contano più di altre, evidentemente. Solo che sono gestite malamente ed è così che finiamo coi colori pastello che finiscono comunque col somigliarsi lo stesso e dar fastidio a tutti, daltonici o meno.
aleaiacta scrive:
Agzaroth scrive:
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
Io ad esempio sono antirazzista ma quando c'è nei giochi il bianco gioco con quello perché mi rilassa, è un non colore che mi trasmette pace. Di sicuro non lo scelgo per scontrarmi con il nero ecco...
Ma secondo te ci sono davvero TANGIBILMENTE dei razzisti in questo ambiente? Cioè oltre lo 0,01% forse, a star larghi? A meno che tu non creda che chi vuole i dischetti marroni in Puerto Rico lo sia, nel qual caso alzo le mani. Il resto sono gran pipponi.
Comunque la questione "bianco e nero pussa via" è molto semplice: ci sono inclusività che contano più di altre, evidentemente. Solo che sono gestite malamente ed è così che finiamo coi colori pastello che finiscono comunque col somigliarsi lo stesso e dar fastidio a tutti, daltonici o meno.
Sai che non ho capito la tua polemica. Io ho scritto che se mi capita gioco col bianco perché è un colore che mi piace, ma se fosse necessario inserire altri colori nei giochi di oggi in modo tale che li possano giocare anche i daltonici, ben vengano i nuovi colori. Forse hai frainteso quello che ho scritto prima...
devo confessare che mi commuovo ad ogni video di Enchroma che trovo su YouTube..
In realtà, da daltonico, mi chiedo come facciano a funzionare. Prima di tutto dovrebbero centrare esattamente l'anomalia che uno ha, e poi se indosso quegli occhiali vedrei colori che non credo sarei in grado comunque di distinguere, non avendoli mai visti :D
L'articolo è interessante e concreto nel proporre qualche soluzione. Vorrei solo dire che bisogna ricordare quanto sia importante il colpo d'occhio, al di là di tutte le soluzioni che si possono trovare. Se vengono aggiunti simboli per aiutarci, ma questi sono nascosti in un angolo/poco visibili, non fanno molto per aiutarci, per quanto lo sforzo sia apprezzabile. Una delle cose più importanti in buona parte dei giochi è essere in grado di comprendere il board state con un'occhiata, in modo da perdere poco tempo nel capire cosa sta succedendo e agire/prepararsi di conseguenza.
Protanomalo anche qui, la questione del colpo d'occhio è sempre trascurata rispetto al resto, e giocando a certi titoli mi stupisco di quanto stanco arrivo a fine partita.
Purtoppo non sempre è possibile o economico usare una doppia codifica.
Io ho la prima edizione di pozioni esplosive con le biglie gialle e rosse semitrasparenti. Quasi impossibili da distinguere grazie anche al dispenser marrone.
difficile aggiungere simboli alle biglie, però ho sentito che le edizioni successive hanno avuto un miglioramento nella qualità delle biglie, per cui il problema risulta mitigato
Nella seconda edizione il problema è risolto, ma le pozioni stesse rimangono stampate uguali e rosso e nero mi sembrano praticamente uguali soprattutto quando sono da soli e non vicini. Ricordo che c'è un ordine in cui il tutto viene stampato (mi pare, dall'alto, rosso-blu-nero-giallo) ma ci sono comunque combinazioni difficili
Ringrazio tutti quelli che hanno fatto commenti costruttivi, per vostra informazione l'autore mi ha chiesto di tradurgli i commenti.
Mi sa che l'associazione di un colore con dei simboli specific sia una buona soluzione per chi tende a confonderli.
Badger28 scrive:
aleaiacta scrive:
Agzaroth scrive:
E dunque nero e bianco sono colori altamente inclusivi 😬
Ho notato, leggendoti o ascoltandoti anche altrove, che ritieni l'utilizzo dei colori bianco e nero nei giochi da tavolo politicamente molto scorretto. Ma perché mai? Mica in tutti i giochi col bianco e con il nero la pedina bianca schiavizza la nera? Bisogna proprio tirarla per i capelli per farla diventare faccenda di razzismo.
Io ad esempio sono antirazzista ma quando c'è nei giochi il bianco gioco con quello perché mi rilassa, è un non colore che mi trasmette pace. Di sicuro non lo scelgo per scontrarmi con il nero ecco...
Ma secondo te ci sono davvero TANGIBILMENTE dei razzisti in questo ambiente? Cioè oltre lo 0,01% forse, a star larghi? A meno che tu non creda che chi vuole i dischetti marroni in Puerto Rico lo sia, nel qual caso alzo le mani. Il resto sono gran pipponi.
Comunque la questione "bianco e nero pussa via" è molto semplice: ci sono inclusività che contano più di altre, evidentemente. Solo che sono gestite malamente ed è così che finiamo coi colori pastello che finiscono comunque col somigliarsi lo stesso e dar fastidio a tutti, daltonici o meno.Sai che non ho capito la tua polemica. Io ho scritto che se mi capita gioco col bianco perché è un colore che mi piace, ma se fosse necessario inserire altri colori nei giochi di oggi in modo tale che li possano giocare anche i daltonici, ben vengano i nuovi colori. Forse hai frainteso quello che ho scritto prima...
Mi faceva semplicemente molto ridere la premessa "io ad esempio sono antirazzista" come se, di contro, qualcuno qui lo fosse davvero. Tipo "io sono razzista e non userei mai il nero"
aleaiacta scrive:
Sai che non ho capito la tua polemica. Io ho scritto che se mi capita gioco col bianco perché è un colore che mi piace, ma se fosse necessario inserire altri colori nei giochi di oggi in modo tale che li possano giocare anche i daltonici, ben vengano i nuovi colori. Forse hai frainteso quello che ho scritto prima...
Mi faceva semplicemente molto ridere la premessa "io ad esempio sono antirazzista" come se, di contro, qualcuno qui lo fosse davvero. Tipo "io sono razzista e non userei mai il nero"
Davvero ti sei sentito attaccato da un termine che ho usato, "antirazzista", in una conversazione con una persona che non eri nemmeno tu?
"Omnia munda mundis" come dicevano i latini...
Badger28 scrive:
aleaiacta scrive:
Sai che non ho capito la tua polemica. Io ho scritto che se mi capita gioco col bianco perché è un colore che mi piace, ma se fosse necessario inserire altri colori nei giochi di oggi in modo tale che li possano giocare anche i daltonici, ben vengano i nuovi colori. Forse hai frainteso quello che ho scritto prima...
Mi faceva semplicemente molto ridere la premessa "io ad esempio sono antirazzista" come se, di contro, qualcuno qui lo fosse davvero. Tipo "io sono razzista e non userei mai il nero"
Davvero ti sei sentito attaccato da un termine che ho usato, "antirazzista", in una conversazione con una persona che non eri nemmeno tu?
"Omnia munda mundis" come dicevano i latini...
Non so da cosa tu deduca che IO mi sia sentito attaccato. Zero ma proprio zero. Come ho appena scritto "mi faceva semplicemente ridere".
Ad ogni modo l'osservazione significativa era l'altra, ovvero il discorso del bianco e del nero che ormai non mette più quasi nessuno - non è un caso ed è assurdo.
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