E' stato un piacere accompagnarti nella tua visita e sederci allo stesso tavolo!
I reportage da Lucca sono meno fighi, lo so. Non è come passeggiare per i capannoni di Essen e provare il nuovissimo german uguale a mille altri e senza cuore, o l’attesissimo american con le miniature che nascondono il vuoto cosmico delle meccaniche. Non sarò figo, me ne faccio una ragione, ma a me piace passeggiare al mattino per le strade della città toscana e gironzolare di sera tra una trattoria e un gruppo di pazzi che gioca di ruolo dal vivo. Sono fatto così.
Conosco a memoria le polemiche sull’affollamento della kermesse lucchese, ma è bene dire che molte sono relegate al passato. Negli ultimi anni la situazione è molto migliorata. Il padiglione games, che poi è quello che più ci interessa, è assolutamente vivibile. Nei giorni pesanti, i festivi, se non sei prenotato l’attesa massima per sedersi e giocare è di quindici-venti minuti. Nei primi giorni della manifestazione, mercoledì e giovedì, puoi letteralmente giocare a quello che ti pare. Tempi d’attesa quasi nulli. Roba da Modena dei bei tempi.
Quello che non c’è, tunnel delle occasioni esclusi, è il prezzo conveniente. Ed è, sinceramente, giusto così, anche per tanti motivi che non mi va di elencare in questo report. Quindi il giudizio complessivo su Lucca Comics and Games 2018 è positivo, sarà perché mi sono fermato, mercoledì, a parlare una mezzoretta con Zerocalcare o perché invecchiando divento più buono, non lo so.
Finite le chiacchiere passo alla sostanza. I giochi che ho provato e la mia opinione in merito. Fermo restando che si tratta, nei casi migliori, di una sola partita giocata. In ordine sparso.
Il primo gioco in assoluto che ho provato è stato Keyforge, che uscirà il 15 novembre, allo stand Asmodee. Non sono un grande esperto di giochi “alla Magic” e quindi prendetela come l’opinione di un profano. Mi è piaciuto molto, lo trovo un gioco snello, veloce, e le varie fazioni mi sono sembrate ben equilibrate. Se il sistema del mazzo unico funziona il buon Garfield potrebbe aver inanellato un altro successo planetario.
Reykholt di Rosenberg è stato la seconda fermata. Il gioco riprende un po’ tutti i classici dell’autore tedesco che ha messo su un race game con selezione delle azioni e gestione delle risorse. Il tutto in campo agricolo come da costume. Piacerà sicuramente ai fan di Uwe ma mi ha lasciato addosso una sensazione di grande freddezza. Chiaramente se non avete mai giocato un gioco di Rosenberg è da prendere a occhi chiusi.
Io sono un fan di Zena 1814 e quindi non potevo farmi sfuggire la nuova produzione della casa editrice genovese Demoelà: Radetzky: Milano 1848. È un cooperativo che simula le cinque giornate di Milano. Si può giocare a livello base e a livello avanzato. Offre un buon grado di sfida, i giocatori impersonano i patrioti italiani, e per gli appassionati del genere è un gioco che vale la pena acquistare. L’urgenza della battaglia dovuta al continuo afflusso di soldati austriaci è veramente ben resa.
Uno dei giochi più attesi era certamente Architetti del regno occidentale, edito da Fever Games. Si tratta di un worker placement con tante alternative, un filo d’interazione diretta e diverse strategie che portano punti. Ci ho fatto tre partite, perché l’ho voluto far provare a diversi amici, e alla fine l’ho comprato. Sicuramente un titolo che merita attenzione.
Cuzco della dV Giochi è la riedizione di un classico dei german game (Java). Devo dire che non lo avevo giocato nella sua prima versione e l’ho trovato veramente ben fatto, solido e con la giusta dose di cattiveria. Se non avete l’originale è un acquisto che mi sento di consigliare a occhi chiusi.
In chiusura del giorno uno ho provato Roll Player edito in Italia dalla Raven. Da vecchio giocatore di ruolo ho trovato divertente l’idea di fare un gioco solo sulla creazione del personaggio. Dovendo analizzare dall’esterno si tratta di un gestionale di dadi con qualche variabile interessante da gestire. A mio avviso con l’espansione Monsters and minions, disponibile solo in inglese, acquista un senso maggiore. Il prezzo dell’edizione italiana, 55 euro, l’ho trovato decisamente alto; per non parlare del sacchetto di monete metalliche, venduto a parte a venticinque euro.
Lo stand della CMON era veramente ricco di giochi che rubavano lo sguardo. Ho provato Victorian Masterminds che dovrebbe vedere la luce degli scaffali nel 2019. Il gioco, che come da abitudine di questa casa editrice, ha delle bellissime miniature ruota attorno a una meccanica di selezione/gestione delle azioni che ricorda un po’ quella di Forbidden Stars. La partita è stata divertente e se il costo sarà contenuto, forse 40 euro mi dicevano allo stand, potrebbe essere un buon acquisto per tanti. Mi ha lasciato un po’ perplesso il fatto che ancora non sia stata fixata al meglio la modalità per due giocatori.
Forum Traianum di Stefan Feld, edizione italiana di dV Giochi, ha suscitato molte polemiche. I primi commenti, dei feldiani e non, da Essen sono stati piuttosto negativi. Io non sono un feldiano e l’ho provato ben due volte a Lucca. Sinceramente non l’ho trovato un brutto gioco, anzi è sicuramente da prendere in considerazione per un acquisto; è un Feld classico con tante cose da fare, insalatona di punti finale e molte possibili strategie. Se vi fidate provatelo, secondo me vi convincerà.
Allo stand Cranio Creations era in prova I Coloni, edizione italiana di un gioco di discreto successo di un paio di Essen fa. Si tratta di un cinghialone che gira intorno alle quattro ore di gioco. Molto german, molto solitario. Però la sensazione di costruire una colonia autosufficiente è forte. Se non vi spaventano le partite lunghe e odiate l’interazione diretta è una scelta da prendere in considerazione.
Sempre allo stand Cranio Creations c’era in prova la nuova edizione di Endeavor. I materiali sono molto curati e lo è anche la grafica. Bello e funzionale, è un peso medio che va via nel giro di una novantina di minuti. Può essere giocato da tutti. Facile da spiegare e basato su meccaniche di maggioranze, set collection e card drafting. Se nella vostra ludoteca manca un gioco del genere è da prendere.
Ultimo gioco della Cranio è stato Barrage, che attualmente è in fase di Kickstarter. Abbiamo ovviamente giocato un prototipo. Il gioco mi ha fatto una bella impressione per come è stato pensato e strutturato. Meccanica di piazzamento lavoratori come motore principale, ma c’è molto altro dietro; l’unica cosa che mi lascia perplesso è la realizzazione grafica. Facevo molta fatica a distinguere alcune parti del tabellone e alcune fasi del gioco. Ripeto, ho giocato un prototipo; ma il dubbio mi resta.
Allo stand Ghenos ho trovato due giochi: Coimbra e Reef. Il primo è un gioco ben costruito e con tante strade per portare punti a casa. In certi momenti sembrava di giocare a un gioco di Stefan Feld. La grafica è bella, con molti colori pastello. Vale la pena provarlo se vi piace il genere selezione azioni/gestione risorse.
Reef, invece, non pensavo di provarlo; ma, nei giorni più affollati, quando si intravede un tavolo libero ci si siede: è la legge. Si tratta di un gioco con due regole in croce. Si pesca una carta e si piazzano i pezzi di una parte di barriera corallina oppure si gioca una carta dalla mano per fare punti grazie alle combinazioni create con i tuoi coralli. Come livello di gioco mi ha ricordato molto Azul, anche se col gioco dell’anno ha poco in comune in quanto a meccaniche. Un astratto in tre dimensioni.
Torno allo stand Asmodée nella sezione dedicata alle varie versioni di Pandemic per provare Pandemic Fall of Rome. In sostanza alle meccaniche notissime di Pandemic si aggiungono due o tre piccolezze che fanno di questa versione un altro potenziale successo. L’ambientazione, poi, è decisamente più affascinante di quella della pandemia globale. Uscirà a novembre.
Detective della Pendragon aggiunge una dimensione agli investigativi. Con l’uso dell’app si viaggia anche su internet alla ricerca di informazioni che fuoriescono dal gioco per finire nel mondo reale. Per fare un esempio, se la vittima faceva uso di un medicinale dal nome particolare nel sito dedicato al gioco troviamo il link alla pagina della casa farmaceutica o di Wikipedia dove si parla del medicinale. Un gioco che può sicuramente interessare gli amanti degli investigativi.
La Devir, tra gli altri, proponeva Luxor, il gioco di Rudiger Dorn. Un gioco da tavolo che rispecchia pienamente i canoni dello Spiel des Jahres. Si segue un percorso con i propri meeple giocando delle carte dalla mano e rimpinguandola volta per volta. Lo scopo è sia quello di arrivare primi alla tomba del faraone sia accumulare tesori lungo il percorso. Un german classico, adatto a tutti e divertente. Introduttivo.
Menzione d’onore per GateOnGames, che presentava una serie di giochi di durata ridotta e molto divertenti. I miei preferiti sono Spirit of the Forest e Overseers più di Crypt. Tutti e tre hanno come caratteristica l’ottima veste grafica, le poche regole e una buona profondità tattica.
Segnalo anche un gioco uscito a Modena Play 2018 e che è, secondo me, colpevolmente passato troppo sotto silenzio. Symphony di Doppio Gioco Press. Un german che gira molto bene e che offre una serie di meccaniche molto ben accorpate l’una all’altra. Ci sono due fasi di gioco distinte: prima si compone l’orchestra e poi si suona lo spartito. Draft di carte, gestione della mano e maggioranze; dategli un’occhiata, se potete.
Questa, a grandi linee, è stata la sintesi, estrema, della mia tredicesima partecipazione a Lucca Comics & Games. Grazie per essere arrivati fin qui.
Buon Gioco a tutti.