[Saranno Goblin] - [Affiliate in Gioco]: Università e GdT (prima parte)

All'Università

Area ristoro del dipartimento di Scienze dell'Educazione: tre lunghi tavoli di legno massiccio, due macchinette, sulle pareti fogli A4 che avvertono “spazio riservato per lezione sul gioco”.

I tavoli sono pieni di studenti e con loro ci sono 15 volontari: maglia nera, hydra sul petto e faccione di goblin sul braccio. È martedì 13 ottobre e i Giochi da Tavolo sono in cattedra per sei ore.

Approfondimenti
Tana dei Goblin

All'Università

Area ristoro del dipartimento di Scienze dell'Educazione: tre lunghi tavoli di legno massiccio, due macchinette, sulle pareti fogli A4 che avvertono “spazio riservato per lezione sul gioco”.

I tavoli sono pieni di studenti e con loro ci sono 15 volontari: maglia nera, hydra sul petto e faccione di goblin sul braccio. È martedì 13 ottobre e i Giochi da Tavolo sono in cattedra per sei ore.

Più di 200 studenti si alternano fra i tavoli e l'aula, dove si gioca in piedi o arrampicati sui vecchi banchi di legno, insegnanti e altri studenti si fermano incuriositi e osservano... alcuni invidiano, altri tentano addirittura di imbucarsi, gli scettici si ricredono…

Come è accaduto? Come ha potuto un bel gruppo di goblin conquistare gli ambienti accademici?

Ricordate il mio precedente articolo? Raccontavo di aver portato a scuola Time's up... 

Durante un esame per il TFA (percorso abilitante per gli insegnanti) mi sono ritrovata a parlare di questo esperimento. Davanti a me non c'era un insegnante qualunque, ma il professor Federico Batini (se volete sapere di più su di lui e il suo lavoro cliccate QUI) docente di Pedagogia Sperimentale: un ricercatore giovane e di vedute ampie, appassionato, coraggioso che si è mostrato attento e poi interessatissimo alla mia esperienza e all'associazione di cui alla fine gli ho parlato.

“Questo che mi sta raccontando è davvero interessante, le piacerebbe preparare un incontro per i miei studenti?

Immediato entusiasmo e pure un po' di timore! Era il mio professore, ero in soggezione!!!

Ma la sua idea così genuina, e forse un po' incosciente (far entrare i nerd all'Università??? che scandalo!), si è poi concretizzata in una lunga serie di mail da giugno a settembre, fino a sfidare lo scetticismo e lo spirito di conservazione di chi, nel Dipartimento, era sospettoso o ostile a una tale invasione di spazi. (Aggiungo subito che di fronte ai tavoli pieni e agli studenti coinvolti tutti si sono ricreduti!)

L'Hydra Games con un paio di infuocate riunioni si è messa d'impegno a giocare questo gestionale da incubo... con tanti tanti tanti aspetti American... Ecco la sfida: far provare a più di 200 studenti i moderni giochi da tavolo utilizzando spazi che non hanno nulla a che vedere con il gioco: aule con i banchi di legno, stretti, inchiodati al pavimento e in discesa, corridoi di passaggio e un'area ristoro affollata e soffocante...  e inoltre gli studenti erano sì divisi in gruppi, ma per corso di laurea: 150 in un turno e il resto nell'altro!

 

Ma ce l'abbiamo fatta! Sì, nonostante i timori e le perplessità abbiamo messo a sedere quasi 200 studenti (in realtà tanti stavano in piedi...) dando colore all'università e portando rumore e risa.

Vi siete fatti un'idea della folla?

Dieci giochi preparati in area ristoro sui grossi tavoli, più un tavolino e un numero imprecisato di filler e party game in aula.

Fedellow gioca e fa giocare in piedi!

Due sessioni di gioco. La prima con inizio alle 14 era la sessione più difficile per il grande numero di studenti. L'incontro si è svolto però con molto ordine e efficacia: prima ci siamo presentati come Hydra Games e Tana dei Goblin poi i volontari hanno preso gruppetti di 10/12 studenti e li hanno fatti giocare. I giochi scelti erano di genere misto ma in ogni caso leggeri e adatti a neofiti. 

Ecco l'elenco:

Dixit, Takenoko, Time's up, Spyfall, Splendor, Carcassonne, Dobble Fantascatti, Hanabi, Pitch Car, Room 25, Fauna, Ricohet Robots, Rory story cubes e qualche altro filler che è comparso a fare il suo onesto lavoro di... filler, appunto.

Partiti i gruppi sono passata a ogni tavolo a consegnare il foglio con il nome del gioco che avrebbero dovuto cercare dopo. Per tutta la durata dell'incontro io non ho giocato o spiegato, ma ho fatto da guida alle collaboratrici del professore, illustrando i giochi e commentandone l'utilità e la spendibilità negli ambienti educativi. Ha molto colpito ad esempio Ricochet Robots, nel quale è implementata una meccanica per attivare il pensiero procedurale!

Visitando i tavoli ho anche recuperato qualche disperso e raccolto i commenti degli studenti. Una ragazza alzandosi dal tavolo di Dixit mi ha detto: “Devo fare una foto, altrimenti il mio ragazzo non ci crederà mai che all'università mi hanno fatto fare questo!”, poco dopo ho incrociato alcune ragazze che guardavano i tavoli con interesse: “Siete senza tavolo? Vi trovo posto!” ho chiesto e loro “eh, magari! Siamo del terzo anno, ma perché l'anno scorso non l'hanno fatto con noi?!”.

Parlando con le collaboratrici del professore poi ho ricevuto tanti complimenti per l'iniziativa e per l'associazione, oltre che consigli e una frase che mi è restata particolarmente: “Parlate di voi quando vi presentate, parlate delle vostre storie, perché è la differenza di origine, lavoro e istruzione la vostra forza. Che un finanziere, un'insegnante, un grafico, un educatore di centri sociali e tanti altri lavorino assieme è una cosa che colpisce molto!

Eccoci in gruppo alla fine, non tutti quanti ma buon parte

Dopo due ore di gioco, comprensive di spostamenti e spiegazioni, gli studenti sono tornati in aula per una breve discussione insieme su cosa è il gioco e cosa sia utile. Un po' di timidezza e forse tanta stanchezza, quindi gli interventi non sono stati molti, ma ottimi. In particolare una riflessione sul gioco come aiuto per vincere la paura, simulando situazioni, e come strumento educativo per accettare il fallimento e vivere in modo sano e non aggressivo le proprie vittorie.

Fedellow si fa un selfie mentre la Prof. spiega...

Il secondo gruppo molto ristretto, circa 40 studenti all'ultimo anno della laurea magistrale per l'insegnamento nella scuola primaria, ci ha permesso di muoverci con maggiore comodità e ho avuto il piacere di far giocare anche le due studiose. Tutti hanno giocato di più e con più calma e nella seconda parte dell'incontro si sono confrontati sulla creazione di una griglia di valutazione da usare dopo un'attività di gioco con i bambini. Una griglia è una serie di domande e fattori in cui il bambino si trova a scegliere una faccina o un valore arrivando quindi a riflettere su di sé e sul proprio comportamento. Si fanno domande come: Ho ascoltato? Come ho reagito alla sconfitta? Come mi sono comportato quando ho vinto? Mi è piaciuto giocare? Ecc. Un lavoro fondamentale nell'età dai 6 ai 10 perché i bambini sviluppano la capacità di riflettere e osservare il proprio comportamento.

 

[to be continued...]

Commenti

Bellissimo, complimenti per l'iniziativa e il report che hai condiviso.

Ottimo report e grande iniziativa! Brava Nyn e complimenti a tutti per questa iniziativa!

Complimentoni!!!

Lo spirito che cerco in qualsiasi iniziativa di boardgames. Bravi tutti, davvero....

Grandissimi!!!

Fedellow ha gli ormoni a 1000...si vede...^_^

Deve essere stata una splendida esperienza. Bravi!!

Ho vissuto quest'esperienza in prima persona ed è stato tutto molto bello.
Ci siamo divertiti noi a spiegare i giochi e loro a provarli....

Che bello vedere quei tavoli pieni di place e carte anzichè libri!

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