I Report
Eccoci con la seconda parte dell'esperienza dell'Hydra Games all'Università! (QUI la prima parte)
Come è stato per chi ha giocato e spiegato? Riporto qui di seguito i report di tre dei nostri volontari: Klark, Pablo_g e Gliostro
Klark
Due esperienze col gioco da tavolo all'Università - di Klark il dimostratore indegno
C'era una volta....ehm, no questo è un resoconto serio, non posso cominciare così...
Nel mezzo del cammin... e daje e poi è già presa 'sta frase…
Ricordi, o Silvia, quando… mannaggia, oh, sembro Fedellow quando è in vena...
Va bene, ora seri, abbiamo carburato e raccolto le idee...vai!
Ah, sì! Quel giorno all'Università di Scienze della Formazione (uhm, Sheldon avrebbe dubbi su quanto possa essere considerata Scienza...) a Perugia! Si prospettava una bella avventurina nel dover gestire 200 ragazze post-matricola per farle giocare in spazi angusti e seriosi come le aule ed i corridoi universitari…
Ma con intrepida bravezza mi ciulo un tavolo e mi creo l'angolo Carcassonne in barba (e baffi) alla (dis)organizzazione... Ho avuto la fortuna di far giocare non uno ma ben due (!) gruppi di giovini fanciulle (con un paio di fanciulli) di 10 persone l'uno.
Fedellow veglia su Ricochet Robots
Klark e il tavolo "rubato" e improvvisato
- Gruppo 1
Mi dilungo un po' nella spiegazione, ma ne vale la pena, meglio essere precisi. Riusciremo a finire comunque la partita... Potendo giocare massimo in 5 giocatori, le faccio giocare in coppia. Una di loro prova addirittura ad anticiparmi nella spiegazione delle regole col regolamento sottomano! Mah! Risolta la faccenda regolamento, non vedo nessuna con la tipica faccia sconcertata del niubbo da "Non ho capito un c***o, ma provamose uguale..." e procedo a scandire i turni di gioco. Le pulzelle giocano attente ed alcune anche accanite. Un paio, al contrario, le trovo un po' mosce e timorose nel piazzare le tessere ed a chiedermi anche a gioco avanzato (quando ormai dovrebbero aver ben appreso il sistema di piazzamento delle tessere) "Qui va bene?" , ma no problemo, è normale. In generale, riscontro comunque una discreta attenzione verso il gioco: alcune pensano giusto a trovare un posto valido per il piazzamento senza troppo preoccuparsi dei punti, altre vanno in cerca del miglior scoring. Dispenso consigli ogni tanto, per verificare se riescono a migliorare il loro gioco scegliendo una strategia sensata. La maggior parte si limita a coltivare il proprio orticello senza provare a rubar punti alle altre: cosa comunque non banale alla prima partita. C'era un certo controllo del gioco avversario, qualche volta si correggevano l'un l'altra, senza bisogno del mio intervento. Alla fine vince la più accanita del gruppo, che bulla le altre con una lacerante frase di trash talk finale (che il redattore ritiene "poco formativa" e quindi censura)! Carcassonne, che gioco di infervorante competizione!
La "secchiona" esprime il suo apprezzamento sul gioco, le è decisamente piaciuto.
- Gruppo 2
Le impressioni e reazioni delle giocatrici non sono state dissimili da quelle del gruppo precedente, quindi non mi ripeto, ma mi limito ad evidenziare alcune differenze.
Ad esempio, qui il maschio era il più attento e svelto nel capire regole ed ad effettuare i piazzamenti (orgoglio maschile ON ). Il gruppo era meno spaesato e più concentrato, probabilmente grazie alle precedenti esperienze di gioco. Non siamo riusciti a finire la partita, ma i turni di gioco comunque son stati mediamente più veloci e un gioco un po' più ragionato (pochi piazzamenti a "lo metto nel primo posto buono che trovo").
Pablo_g
Giocare Spyfall arrampicati sui banchi dell'Università...
Il gioco che ho dimostrato nell'evento che abbiamo organizzato è abbastanza atipico.
Rientra nella categoria dei giochi di deduzione, e la sua particolarità è un principio interessante: la domanda (o la risposta) troppo buona giocherà quasi sempre a favore della fazione opposta.
Nel gioco “Spyfall” infatti ci si rivolge l'un l'altro delle domande, che insieme alle relative risposte servono a far capire ai giocatori chi tra tutti è la spia, che invece dovrà capire in quale luogo si trovano tutti i giocatori.
Il funzionamento del gioco è stato compreso subito dai giocatori, ma come mi aspettavo alcuni di loro non sono riusciti a capire immediatamente quali domande fare e come riuscire a smascherare la spia. Il gioco richiede l'utilizzo del pensiero laterale per trovare domande e risposte valide, che senza rivelare troppo riescano a convincere gli altri giocatori che chi domanda o risponde non sia la spia, sia che questo sia effettivamente il caso o che si tratti di un bluff. Inoltre la capacità di deduzione viene utilizzata da tutti i giocatori, che devono individuare la spia, e soprattutto dalla spia stessa, che deve capire quale sia il luogo in cui si trovano i giocatori solo dalle loro domande e risposte.
Una volta spinti con qualche domanda d'esempio (spesso erano gli stessi giocatori ad aiutare chi si trovava senza idee per le domande) il gioco si è svolto velocemente, anche se senza troppe dosi di competitività (probabilmente per la natura leggera del gioco e per la sua breve durata).
È stata alta anche l'interazione sociale, come sempre accade con questo tipo di gioco.
L'esperienza è stata interessante, certamente tempo e spazi migliori avrebbero consentito di far trovare ad ogni giocatore un gioco di riferimento per entrare nel mondo dei giochi da tavolo, ma abbiamo comunque fatto conoscere la nostra associazione ad un gruppo ampio di persone che in futuro potrà essere coinvolto nuovamente.
Gliostro
E finalmente anche io a scrivere il report…
Io ho dimostrato quel capolavoro di gioco che risponde al nome di Ricochet Robots.
Scopo del gioco è, ad ogni turno, quello di far raggiungere ad un determinato robottino una precisa casella del tabellone.
Le regole per il movimento delle pedine-robot sono tali che esistono più modi di giungere ad una soluzione corretta, ma solo quella ottimale (cioè quella che utilizza meno spostamenti) sarà premiata.
Lato affascinante del gioco è che, nella quasi totalità dei casi, si dovrà necessariamente ragionare principalmente sul movimento delle altre pedine-robot per raggiungere lo scopo, piuttosto che su quello del robot interessato.
Il gioco è fondamentalmente un astratto e stimola la logica deduttiva/induttiva, in quanto si tratta di risolvere problemi di base banali (la pedina x deve raggiungere la casella y) con metodi di semplice approccio ma di fatto di alta complessità, in quanto le combinazioni possibili sono innumerevoli.
Il regolamento è alquanto facile da comprendere e tranne in alcuni casi è stato rapidamente appreso da tutti. Altro discorso riuscire a raggiungere lo scopo. I primi turni sono stati per i vari gruppi alquanto traumatici, soprattutto per l'astrazione e l'atipicità del gioco. Immaginare mentalmente le varie mosse e quindi uno scenario in evoluzione ha creato non poca difficoltà inizialmente, ma ha fatto la sua parte anche il doversi confrontare con una nuova realtà insieme a sconosciuti al tavolo.
In generale, però, superate le insicurezze dei primi turni, le partite sono continuate abbastanza bene. Spesso ho notato che il lato competitivo è stato messo in secondo piano, preferendo riuscire a trovare una soluzione correggendo le mosse altrui piuttosto che elaborando una strategia personale (esempio: un giocatore invece di immaginarsi le mosse comincia a muovere una pedina, gli altri invece di interromperlo per far rispettare le regole e poter pensare meglio, cercavano di dare suggerimenti su come andare avanti).
Trovo che sia stata un'esperienza ottima, nonostante le difficoltà organizzative presentate nei giorni precedenti l'evento.
Purtroppo l'esperienza di gioco ne ha subito le conseguenze, in quanto non tanto il rumore, ma piuttosto il caos (nel senso proprio del termine) ha reso molto più difficoltoso l'approccio a Ricochet Robots, che già di per se non è immediato, soprattutto per un neofita.
Tutto sommato sono soddisfatto della giornata ed ho avuto un feedback molto positivo anche dai miei "studenti", che a fine seduta si sono ritenuti piacevolmente sorpresi dall'esperienza.
Meritato riposo e... Haba Nero nell'Hamburger! (Kagliostro sta soffrendo per le fiamme in realtà...)
E ora? Progetti per il futuro!
L'associazione vuole impegnarsi nel realizzare un progetto da proporre alle scuole. L'obiettivo è far conoscere i giochi da tavolo come strumento per lo sviluppo di competenze comunicative, relazionali e di pensiero. A volte mi chiedono: perché li fai giocare a scuola? Questo progetto vuole dare, a quello che noi goblin già sappiamo, una base teorica e pratica.
Abbiamo svolto tre riunioni in cui sono stati discussi i giochi alla luce delle competenze che interessano alla scuola. Solo due esempi per chiarire: i giochi attivano processi mentali e cognitivi importanti ad esempio il pensiero laterale, che chiede di affrontare un problema da più punti di vista per trovare diverse soluzioni e giungere a un obiettivo percorrendo ciascuno la strada preferita.
Martedì 15 dicembre, il Polo Nerd, il negozio Ludoteca dove si riunisce l'Hydra Games, ha accolto il professor Batini con una delle sue collaboratrici, per giocare e parlare di giochi davanti a una birra e un hot dog… stiamo pensando a una proposta per un'attività pomeridiana, organizzata coordinando diverse esperienze e conoscenze, la pedagogia e la ricerca e la passione per i giochi da tavolo!
Vi terremo informati… intanto se volete dare una mano rispondete ai topic che ogni tanto nel corso dei prossimi mesi posterò sul forum per cercare e discutere su giochi adatti ai nostri obiettivi.