Ecco il primo obiettivo: stare insieme con loro!
Se poi facendolo imparano a gestire situazioni non comuni e noi genitori ci divertiamo anche, cosa vogliamo di più?! :-)
Verissimo che è "[...]spesso difficile trovare altri bambini che hanno voglia di impegnarsi su questi giochi, solo per mancata abitudine"
e ciò purtroppo toglie molte occasioni per provare gli stessi titoli a più giocatori, per cambiare l'esperienza di gioco e anche
per vedere come reagisce il bambino alla sconfitta quando non ci sono solo i genitori al tavolo (e io, con il mio Tommaso, ne so
qualcosa di problemi di accettazione della sconfitta!...).
Grazie del contributo!
Alessandro (ora 8 anni) è probabilmente diventato goblin prima di me.
Il mio ingresso in questo mondo è stato grazie ad un suo gioco da tavolo, non il contrario.
Comunque, mi metto nei panni della guida ludica e vi racconto di questo piccolo pelleverde che pian piano sta diventando un avversario temibile.
Bene… partiamo da… Monopoly - sì, lo so, ma come detto prima la conversione è stata tardiva, per cui gli inizi sono quelli classici. Anzi: Monopoly junior. Rispetto al fratello grande ha il merito di avere una durata molto ridotta e alla fine per un bambino di circa 5 anni significa anche iniziare a fare i primi conti. Siamo partiti appunto da lì, poi abbiamo proseguito con altri classici: Il Labirinto Magico, Risiko Junior, Uno.
I giochi da tavolo servono per stare insieme, ma anche per imparare a saper perdere, cosa che non sempre viene così semplice ad un bimbo. Noi abbiamo sempre cercato di fare un mix: a volte si perde, a volte si vince magari con qualche suggerimento qua e là. Non abbiamo mai "barato" o giocato male per farlo vincere. Dopo tutto per imparare serve vedere le mosse e il comportamento di chi se la cava meglio.
Incasso della sconfitta a parte, Ale si è sempre dimostrato propenso verso questo passatempo ludico e infatti abbiamo proseguito senza indugi, fino ad approdare casualmente a Super Farmer e a fare la svolta "Saranno Goblin". Noi. I genitori. Perché da lì abbiamo iniziato a comprare giochi da tavolo anche per noi e a coinvolgere (quando possibile) Ale.
Siamo partiti da Agricola e, a stretto giro, The Castles of Burgundy e Carcassone. Di questi solo Agricola l'ha affascinato, ma a 6 anni rimane comunque un gioco difficile in cui non siamo riusciti a trovare il modo di far collimare le sue esigenze di "fattoria bellissima e pienissima" con il gioco vero e proprio.
Prendendo poi spunto dai suoi giochi con gli amici, Pokemon e Yu-gi-oh, abbiamo provato Summoner Wars: successone! Combattimenti, creature mostruose e gioco… che vuoi di più? Questo gioco ha il merito di essere parecchio tattico, quindi la concentrazione va messa nel proprio turno per ottimizzare le proprie mosse e i propri attacchi relativamente a quanto fatto dall'avversario prima (certo, ci può essere anche la strategia, ma lasciamola negli anni a venire!), per cui non richiede un'attenzione costante. Avendo anche molte carte ripetute, si presta bene alla memorizzazione da parte dei bambini di quello che possono fare. E in effetti Ale ci ha dato parecchio filo da torcere (ormai è entrata in campo pure la strategia, quindi ce ne dà sempre di più!).
Da allora siamo passati da The Island, Piccoli Eroi, Steam Park, Seasons e molti altri… e devo dire che la capacità logica di Ale spesso mi stupisce. Questa estate siamo stati a GiocAosta e, tra gli altri giochi, abbiamo provato Istanbul con tanto di spiegazione. Ha immediatamente appreso i meccanismi e ha pure deciso di ignorare i consigli dello spiegatore sulle mosse da fare per agire di testa sua.
Alcuni nostri giochi sono secondo me tematicamente poco divertenti per lui o troppo astratti, per cui magari li prova e dal punto di vista logico/gestionale se la cava bene, ma evidentemente non lo colpiscono. E' stato ad esempio il caso di Belfort, in cui la vista di nani ed elfi lo ha incuriosito e, se vogliamo dirla tutta, alla prima partita ci ha pure battuto. Alla seconda però si è delineata la "stanchezza" per tutti i calcoli da fare per le maggioranze e non l'ha poi più chiesto.
Per quanto sia evidente la capacità logica, a questa età prima di tutto viene il divertimento!
Un gioco che ha avuto successo in questo senso è stato Robinson Crusoe: viaggio verso l'Isola Maledetta. Cooperativo avventuroso e molto tematico, ha tenuto banco per molte partite la scorsa estate qui!
Ci sono tanti modi per stimolare un bambino e trovo che il gioco da tavolo aiuti il ragionamento, la logica, la programmazione. Inutile dire che è anche un bel modo di stare insieme ai genitori (e anche agli amici, sebbene trovo spesso difficile trovare altri bambini che hanno voglia di impegnarsi su questi giochi, solo per mancata abitudine).
A volte mi chiedo se non si attacchi a questi giochi solo perché è un contatto con noi. La risposta è che, a parte che gli viene così naturale che ci deve essere un goblin in lui senza dubbio, tutti i bimbi seguono le passioni dei genitori per stare con loro: chi la bici, chi lo sci, chi la pesca… e per noi è il gioco da tavolo!
L'ultimo gioco affrontato è stato Terra Mystica. Nani, Oscuri, Giganti… il fantasy è una calamita (anche per me, sssshhhhh!), ma il gioco poi richiede una certa dose di ragionamento e impegno. Beh, ancora una volta mi ha stupito. Nelle partite che ha fatto ha saputo capire e seguire le inclinazioni delle sue razze, assecondandole turno per turno. Poi, in realtà, verso la fine ha perso un po' l'obiettivo di vista, ma, come dicevo all'inizio, pian piano sta diventando un avversario temibile: diamogli tempo!
Ora una piccola pelleverde di quasi tre anni inizia ad affacciarsi alla stessa avventura, ma siamo solo agli inizi… quel che è certo è che... Saranno Goblin!