Oggi vi parlo di Orient Express (1985), il capostipite dei giochi investigativi competitivi, che si avvalgono di un comparto narrativo.
Sicuramente la sua genesi deve molto al successo di Sherlock Holmes Consulting Detective (1982), che però era invece cooperativo.
La caratteristica che lo discosta dai giochi deduttivi alla Cluedo e simili è il fatto di non poter avere la certezza del colpevole al 100%. Occorre fare lavorare la materia grigia per arrivare a una soluzione.
Si è verificato un omicidio sul treno immortalato da Agatha Christie, che si è appena mosso da Parigi e, turno dopo turno, arriverà inesorabilmente a Istanbul.
Il movimento del convoglio è regolato dall'esito dei lanci di dado dei giocatori, i quali impersonano dei
detective che casualmente si trovano sul treno e provano a risolvere il caso.
Ad ogni turno, ognuno sposterà la propria pedina per un massimo di caselle stabilito dal dado. Ma attenzione: se il dado mostra un numero da 2 a 5 (tali cifre sono in verde), il treno si muoverà di una stazione e il giocatore dovrà leggere a tutti l'informazione da lui scelta e lascerà poi il foglio girato all'insù, in piena vista; se invece il dado mostra un 1 o un 6 (cifre in rosso) il treno starà fermo e il giocatore terrà per sé le notizie apprese in quel turno, lasciando il foglio voltato.
Chiunque può risolvere il caso in qualunque momento, annotando sul proprio foglio per appunti la soluzione e il numero di indizi a faccia in su in quel momento. Da quel momento starà a guardare il resto della partita, fin quando il treno non arriverà al capolinea di Istanbul o finché tutti avranno una soluzione.
Ad aiutare le indagini troviamo due super-indizi (che ovviamente legge solo chi desidera): il primo (vale 6 indizi normali) ci indirizza su cosa e chi è importante controllare o intervistare nell'indagine in corso, il secondo (vale 10 indizi normali) ci dà una notevole mano nella risoluzione. Inoltre, ad alcune stazioni, sarà possibile consultare telegrammi che ci daranno informazioni aggiuntive.
Nessuno dei personaggi mente (ma può omettere), lo staff del treno (cuoco, cameriere, medico, facchino...) non è mai da considerare colpevole.
Chi avrà dato la risoluzione corretta utilizzando meno indizi, sarà il detective vincitore. (NdA: il flusso di gioco appena descritto si riferisce all'edizione Jumbo, torno sull'argomento più avanti nell'articolo).
Encomiabile da parte dell'autore Jeff Smets l'avere cercato di progettare qualcosa di diverso rispetto ai semplici giochi "tira il dado e muovi", alla Cluedo/Clue per intenderci, anche se alcune scelte si sono rivelate un po' ingenue, come ad esempio l'overpowered esito 6 del dado, che non solo ci permette di muoverci un po' dove ci pare, ma pure ci fa tenere l'indizio nascosto.
Divertenti tutt'oggi e "a fuoco" invece:
- la possibilità di avere telegrammi dall'esterno ad alcune stazioni, che ci danno indicazioni sui sospettati e sulla vittima;
- il fatto che gli otto sospettati esulino dagli stereotipi (siamo negli anni Ottanta, non era scontato) e quindi possano essere intercambiabilmente buoni o cattivi, al variare dei casi;
- il fatto che sia impossibile controllare tutti i luoghi e intervistare tutti i personaggi (30 in totale) entro l'arrivo del treno a Istanbul: occorre fare scelte ben pensate;
- la possibilità che ci sia più di un colpevole, proprio come nei romanzi che hanno reso grandioso il genere giallo.
La storia editoriale di
Orient Express è curiosa: la casa editrice della prima versione (1985) è la Just Games, che lo produsse per il mercato americano. Nel 1986 uscì la versione Jumbo, a coprire il mercato europeo, localizzata in varie lingue,
tra le quali l'italiano. Entrambe le edizioni base sono composte da 10 casi. La curiosità sta nelle
differenze di gameplay delle due versioni, ecco le fondamentali:
l'edizione Jumbo ha un approccio più narrativo. Le risposte che forniscono i sospettati interrogati sono realistiche e articolate. Un esempio: "Ero seduta nel vagone ristorante, dietro la vittima. Verso le 10 del mattino siamo entrati in una galleria. Era buio pesto ma ho sentito chiaramente il rumore di un vetro infranto, provenire dalla mia destra"; l'edizione Just Games ha un aproccio più deterministico. Esempio: "Se l'assassino è una donna, allora il movente è spionaggio o vendetta". Incrociando gli indizi, si ottiene la soluzione.
La condizione di vittoria per la Jumbo è di indovinare l'assassino, ricostruendo la faccenda, per la Just Games viene richiesto anche il movente.
L'edizione Just Games prevede interazione tra i detective. Gli indizi sono individuali, ma possono essere spiati o essere resi difficili da ottenere agli altri giocatori. In alcune condizioni, si possono anche spostare sulla mappa le pedine dei sospettati, personale del treno o detective. L'edizione Jumbo non prevede molta interazione: alcuni indizi sono letti e codivisi, altri sono segreti.
La Just Games, la casa editrice originale, tuttora tiene vivo il gioco, fornendo tre pacchetti di dieci casi aggiuntivi. Unica nota a suo favore, perché per tutto il resto la versione Jumbo è ineguagliata: per la bellezza del tabellone, per la locomotiva di legno come segnalino primo giocatore, per il gameplay che la Just Games rende molto più simile a un Cluedo, basato solo su deduzioni logiche, in cui dobbiamo trovare colpevole e movente. Non ci sono nemmeno i due super-indizi.
L'edizione della Jumbo ha vinto nel 1987 il premio speciale dello Spiel des Jahres come Beautiful Game, ovvero un premio, assegnato dal 1979 al 1988, che valorizzava un gioco che si era distinto per l'artwork.
Esiste una riedizione tirata a lucido della Games on Demand, datata 2014, solo in francese,
creata appositamente per essere esposta e venduta all'Institut du monde arabe in occasione della mostra "Il était une fois l'Orient Express", con 14 casi da risolvere. A mio parere fa risaltare ancora meglio la grafica
art déco della vecchia e introvabile edizione Jumbo. Un gioiello per i collezionisti.
L'eredità di Orient Express, ovvero dei giochi investigativi competitivi è stata raccolta da Watson & Holmes (2015), di cui è previsto il seguito quest'anno, e da Mezzanotte: mistero in alto mare (2017).
Sicuramente il fatto di essere composti da casi non rigiocabili (ovvero, che una volta risolti, perdono di interesse) e di avere bisogno di qualcuno che scriva dei buoni casi da risolvere, influisce sull'esiguità delle pubblicazioni di questo tipo.
Ciò non toglie che per gli amanti del genere investigativo siano il non plus ultra, e che ogni uscita sia attesa con grandi aspettative.
Ringrazio LupoSolitario per la collaborazione nella stesura dell'articolo.