Diritto di Replica #03 - Sulle Tracce di Marco Polo vs Marco Polo II: Agli Ordini del Khan

Due opinioni contrastanti, due titoli affini, un confronto ad armi pari.

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In Diritto di Replica vedremo due goblin fronteggiarsi per far valere la rispettiva preferenza tra due giochi affini!

Dapprima ciascun contendente dirà la sua, esponendo le ragioni che lo inducono a ritenere un titolo migliore dell'altro, ma in seconda battuta ogni sfidante replicherà anche alle tesi dell'avversario.
Attenzione però, quella che segue non vuole essere una disamina che approfondisce ogni aspetto dei due giochi, come nel caso di una recensione, bensì un confronto tra posizioni opposte che entra subito nel vivo e presuppone la conoscenza di entrambi i titoli. Qualora vi interessasse saperne di più su questi giochi, vi rimandiamo quindi agli articoli già disponibili sul sito della Tana dei Goblin e raggiungibili attraverso i
tag che troverete in cima a questo articolo.

Nell'episodio di oggi, il terzo della serie, la sfida sarà tra
Sulle Tracce di Marco Polo, primo capitolo del 2015, e Marco Polo II: Agli Ordini del Khan, suo seguito diretto del 2019. A sfidarsi, due goblin illustri: da un lato Rosengald, che difenderà la sua preferenza per Sulle Tracce di Marco Polo, dall'altro Kroptos, che prenderà invece le difese di Marco Polo II: Agli Ordini del Khan.

La preferenza per Sulle Tracce di Marco Polo (Rosengald)

È meglio Pelé o Maradona? CR7 o Messi? Coca-Cola o Pepsi? Il Joker di Ledger o di Phoenix? Siamo sempre portati a vedere e valutare qualcosa dovendo necessariamente trovare un partito con cui schierarci, non ci appaga la risposta “sono diversi”, dobbiamo avere un campione unico e assoluto, quando probabilmente questo campione non esiste... ma in questo caso sì, per fortuna, e non dovremmo ripensare il nostro criterio di valutazione. Sulle tracce di Marco Polo è migliore di Marco Polo II: Agli Ordini del Kahn (da qui in avanti Marco Polo e Marco Polo II), per una serie di motivi storici, emotivi, culturali, meccanici ed estetici. Potrei esordire dicendo che – se escludiamo Terminatorlascerei al mio rivale qualsiasi opera “due” per tenermi quella prima e già questo basterebbe a dimostrare la mia tesi. Ma scaviamo più a fondo.

Marco Polo esce nel 2015 ed è ancora oggi il capolavoro della coppia Luciani-Tascini. Il suo punto di forza è sicuramente l'estrema linearità di gioco ma con un alta difficoltà per essere padroneggiato, il tutto condito con una variabilità di approccio data dal setup e dal personaggio giocato. Infatti si spiega in una manciata di minuti, le azioni sono solo cinque e ben intuitive e, estremizzando, potremmo dire che il gioco ti richiede di viaggiare E (non o) chiudere contratti. I punti sono chiari e si fanno solo in due modi; starà al giocatore trovare fondi e risorse per l'ardua impresa. Un gioco elegante senza eccezioni di sorta, ma reso estremamente moderno e – a distanza di dieci anni – ancora tremendamente attuale da un'asimmetria estrema before it was cool.

Marco Polo II, di contro, esce nel 2019 con gli autori parte marginale del progetto, a detta dello stesso Tascini. Certo, la meccanica è la stessa – e certo sarebbe facile sottolineare come il due in quanto due perda completamente sul parametro dell'originalità, ma non lo farò – ma i vari cambiamenti snaturano quella che era l'anima del primo: i contratti sono integrati al viaggio, meccanica tematicamente ben legata ma che riduce la variabilità del setup, che infatti vede l'aggiunta di due carte città extra a turno come spazio azione (così, de botto, senza senso) e un mercato che non offre mai le stesse risorse. I costi del viaggio vengono aggiunti in mappa, rendendo il tutto meno leggibile, cacofonico, esteticamente più brutto ma, soprattutto, indipendentemente dal personaggio e indipendentemente dal setup, viaggiare senza meta è comunque condizione necessaria alla vittoria grazie (o a causa per meglio dire) alle bandiere: ogni città ha delle bandiere e più bandiere visito più punti vittoria otterrò, con gli obbiettivi che fanno contare alcune bandiere doppie e fine. Questo sistema ha necessariamente richiesto agli sviluppatori di rendere il viaggio meno impegnativo e le risorse piovono con molta più facilità, perché non dovrò limitarmi a ottimizzare i miei spostamenti come in Marco Polo, ma dovrò girare come una trottola, tanto ovunque vada mi darà comunque punti. Si passa dall'operare con il bisturi a farlo con una falce attaccata a una corda e fatta roteare.

Veniamo alle gilde (dei contratti speciali) e alla giada (la nuova risorsa jolly), due nuove opzioni tanto appiccicate quanto sbilancianti. Le gilde, infatti, trovano il loro senso nell'offrire giada extra ai giocatori – così, a caso – tant'è che, nonostante forniscano rendite e passaggi privilegiati in mappa, è stato necessario inserirle anche negli obbiettivi di fine partita per renderle appetibili.

Ammetto che, alle prime partite, Marco Polo può risultare più frustrante perché non offre scorciatoie, gilde di qualche tipo da cui andare a piangere. Se non pianifichi ti areni, e qui ritorniamo a quell'eleganza dal sapore di inizio millennio, in cui è subito chiaro cosa fare, il difficile è farlo. Dall'altra parte c'è un gioco senz'anima, fatto a tavolino (senza quasi chiedere ai padri cosa volessero farne) da una casa editrice che voleva adattare il predecessore a quello che si ritiene essere il gusto moderno: avere tante cose da fare e ricevere comunque lo zuccherino qualsiasi cosa si scelga. E allora ritorniamo alle opposizioni iniziali: qualità o quantità? Gioco o prodotto? Innovazione o stagnamento? Se sai come rispondere sai di preferire Marco Polo.

La preferenza per Marco Polo II: Agli Ordini del Khan (Kroptos)

Anche solo fermandoci al titolo, Marco Polo II: Agli Ordini del Khan è migliore e più azzeccato. Ricordiamo infatti che in The VOYAGES of Marco Polo (Sulle tracce di Marco Polo nella versione italiana) si può scegliere di non viaggiare per nulla.

L’elemento “viaggio” viene invece valorizzato nella seconda versione, aumentando le azioni movimento e rendendo lo spostarsi di città in città, di fatto, obbligatorio sia per raggiungere i Contratti, sia per fornire vantaggi una tantum o scudi che forniscono punti a fine partita.

Maggiore anche la variabilità, garantita dai numerosi elementi che vengono posizionati casualmente nelle varie città a inizio partita ma, soprattutto, dal mercato che, a differenza della prima versione, cambia ora ogni turno, fornendo sempre nuove opportunità e richiedendo maggiore capacità di adattamento.

Integratissima anche la risorsa “jolly”, la Giada, utilizzabile sia come sostituto per una Moneta o un Cammello, ma anche come risorsa a sé stante, necessaria per gli spazi del mercato che forniscono più risorse, oltre che per completare diversi contratti.

La novità che ho gradito di più è il sistema dei Sigilli delle Gilde, che garantiscono una gradevolissima rendita a ogni round, oltre che punti a fine partita, novità che, ancora una volta, viene ben integrata agevolando gli spostamenti sulla mappa garantendo diverse scorciatoie.

Sicuramente mi verrà detto che il gioco con così tante strade e possibilità viene reso meno punitivo, che comunque è cosa buona e giusta. Ma io aggiungo che anche la componente fortuna si sente di meno: con il nuovo mercato e i maggiori spazi movimento, nella seconda versione viene dato più valore ai risultati bassi e i tiri “irrecuperabili” del primo possono fornire invece nuove opportunità.

La replica di Rosengald

Non è sicuramente facile da sostenere, ma sono convinto che Dzeko possa far bene alla Fiorentina... ah no, scusate devo rispondere a Kroptos, quello che alla Gobcon non ha voluto giocare a Concordia perché “troppo normale”, e pensavo di poter parlare d'altro. In ogni caso, caro signor K., risponderò ai suoi vaneggiamenti:

  • «In Marco Polo si può non viaggiare per nulla»: e se magari ti dovessi chiedere di approfondire la tesi mi diresti che Matteo Polo e Mercator sono personaggi che remano in quella direzione? Allora, come già detto, in Marco Polo i punti si fanno con i contratti E viaggiando, e ci sono personaggi che facilitano uno o l'altro compito, ma non è possibile raggiungere punteggi significativi (intorno ai cento punti) con solo una delle due strategie, ma se questo non fosse sufficiente basta dire che si possono fare bei punteggi senza viaggiare solo se gli avversari non ci sono. Infatti, anche personaggi che hanno facilità a prendere i contratti dovranno scontrarsi con i posti limitati del mercato, e se vogliono avere disponibilità economica per sovrapporre i dadi sarà necessario raggiungere quantomeno città con azioni che fruttano moneta, altrimenti sarebbe impossibile andare avanti. Inoltre, anche se mi si potrebbe contestare che ci sono contratti che danno monete come ricompensa, non sono percentualmente così tanti da garantirti di averne sempre disponibili, mentre le azioni fisse che danno soldi non sono affidabili e, soprattutto, anche l'azione da cinque monete può essere fatta una sola volta (sì, si può sovrapporre il dado, ma a quel punto diventa un'azione da quattro monete o meno). Veniamo anche al caso specifico di “Mercator ex Tabriz” o come lo chiamo in simpatia io “la sanguisuga”, un personaggio con un potere passivo di facilissima intuizione: ogni volta che qualcuno prende risorse dal mercato, anche tu ne prendi una dello stesso tipo. Con lui si fanno contratti a tutto spiano, verrebbe da dire. Si, ma anche qui non è detto che gli altri stiano fermi a fargli piovere risorse addosso come manna dal cielo! Le risorse si vanno a prendere nelle varie città. Poi potremmo sicuramente convenire che ci sono setup più congeniali al viaggio e setup più congeniali ai contratti (ma anche setup che fanno fare direttamente punti), ma questo fa parte della meravigliosa variabilità del gioco tra una partita e un'altra.
«Maggiore anche la variabilità, garantita dai numerosi elementi posizionati casualmente […] ma soprattutto dal mercato»: qui, Signor K., lei mente sapendo di mentire. Gli elementi variabili in mappa sono di gran lunga superiori in Marco Polo rispetto al II. In Marco Polo ci sono 14 città e, se escludiamo Venezia (partenza) e Beijin che dà punti vittoria, ogni altra città ha una combinazione bonus variabile-azione diversa a ogni partita, con Samarcanda che ha ben tre carte azione diverse. Marco Polo II, invece, ha sì 16 città, ma anche qui escludiamo Beijin che è la partenza, quattro città che sostituiscono il vecchio mercato dei contratti e le tre città delle gilde che hanno le azioni fisse... abbiamo otto città che variano tra una partita e l'altra contro le dodici di Marco Polo. Il mercato variabile non offre nessuna variabilità ma solo imprevidibilità, due concetti diversi, e in un gioco del genere non vedo perché debba essere positivo non avere la garanzia di quali risorse riuscirai ad accaparrarti al prossimo turno.

Sulle gilde e la giada ho già questionato in apertura, ma la tesi del signor K. si può riassumere in “a me piace quindi è meglio”. Non commentiamo. Così come il passaggio «mi verrà detto che con così tante strade e possibilità viene reso meno punitivo, che comunque è cosa buona e giusta» lascia poco spazio al confronto, visto che pretende di far passare un gusto – assolutamente legittimo in quanto tale – come pregio oggettivo del gioco.

«La componente fortuna si sente meno […] il nuovo mercato e i maggiori spazi di movimento, nella seconda versione viene dato più valore ai risultati bassi... » ora qui, signor K., o ha deciso di continuare la pratica truffaldina e menzognera denunciata poco più su, o lei ha deciso di testare la precaria tenuta delle mie coronarie tentando il delitto perfetto, eliminandomi tramite mail, roba che neanche il detective Conan la incastrerebbe. In che modo i risultati bassi sarebbero valorizzati, quando il mercato – a differenza del primo – ha richieste di accesso in valore di dado utilizzato? Infatti il mercato di Marco Polo II è diviso in tre aree, e se la prima è libera, la seconda richiede un dado di almeno valore 3, mentre la terza – ovviamente la più remunerativa – richiede addirittura un valore 5 che, capite bene, può essere considerato un valore basso solo dal signor K, che evidentemente gioca alla sua versione con dadi a venti facce prese in prestito dai giochi di ruolo. Inoltre il viaggio, pur avendo una struttura diversa, segue comunque la stessa logica del primo, dove il valore più basso dei dadi usati determina il numero di passi massimo concesso... o meglio, massimo tre passi se vuoi usare due dadi, se vuoi viaggiare di più hai necessità di usare tre dadi, portando il giocatore ad avere bisogno di tre dadi di valore alto, facendo così risultare un tiro con molti dadi bassi ancor più svantaggioso che nel primo. Anzi, aggiungiamo che le città delle gilde hanno l'azione che dà il bonus rendita del sigillo una volta con un dado basso e due volte con un risultato alto, altro esempio di come la realtà sia esattamente opposta a quello che sostiene il signor K. che, evidentemente, ha usato questo articolo per valutare la propria maturità e preparazione per lanciarsi in politica. Beh, caro, sei evidentemente pronto.

Tolgo i toni polemici e burloni usati in questo scambio per invitare chi non lo avesse fatto a giocare tutti e due i titoli, molto belli entrambi (ma uno un pochino meglio dell'altro) e ringraziare Carlo che mi ha permesso di tornare a riflettere su due giochi che amo a distanza di tempo, e Matteo che sa stare allo scherzo... anche se ha torto!

La replica di Kroptos

Non posso che essere d’accordo sull’infelicità nell’aggiungere un 2 accanto al titolo, soprattutto in questo caso dove forse avrebbe giovato un “2a edizione”, e allora sì che avrei potuto elencare i giochi la cui 2a edizione è nettamente migliore dell’originale (qualcuno ha detto A Study in Emerald? No, non penso proprio).

partita in corso
Marco Polo, con la sua uscita nel 2015, fa parte di un mondo che ormai è alle nostre spalle, un mondo con poche scelte e dove si aveva tempo di giocare a numerose partite con lo stesso gioco.

A soli 4 anni di distanza il mondo è cambiato, e Marco Polo II è stato pensato anche con questo scopo: riducendo il costo delle azioni viaggio e portando i giocatori a usare questa azione maggiormente, si crea un gioco meno stressante, meno stretto, in cui anche chi rimane indietro può divertirsi, senza comunque permettere al giocatore più scafato di perdere senza motivo.

Anche l’ottenere più risorse, e l’aggiunta della giada e delle gilde, permette una maggiore elasticità nelle strategie, perché si può anche non essere d’accordo, ma con tanta scelta perché rigiocare a un gioco che alla prima partita ha causato solo frustrazione? Ci giocheranno solo quelli che sono nati in quella lontana epoca, che lo hanno già giocato, e i nuovi giocatori se ne terranno alla larga.

Marco Polo è destinato a morire con la nostra scomparsa, Marco Polo II ogni giorno raccoglierà invece nuovi adepti. Definirlo migliore per motivi "storici, emotivi, culturali, meccanici ed estetici” non lo salverà dal vero giudice, che è il tempo, e che ha già emesso la sentenza. Concluderei citando le parole del mio rivale: “[…] Marco Polo II […] è […] migliore […] di […] Marco Polo […]”.

Le preferenze della redazione:

  • Sulle Tracce di Marco Polo - 74%
  • Marco Polo II: Agli Ordini del Khan - 26%

E voi cosa ne pensate? Qual è il vostro verdetto? Fatecelo sapere nei commenti! 

Commenti

Un gioco dove alla prima partita sblocchi tutto ed è largo come un'autostrada a dubai (oltretutto con un personaggio rotto) contro un gioco stretto, sfidante, elegante in cui hai sempre da imparare anche dopo 30 partite. Per me non c'è storia, il primo vince senza nemmeno pensarci.

Assolutamente d'accordo con Rosengald, il mercato di Marco Polo II non offre varietà ma solo imprevedibilità, il primo capitolo è un titolo altamente rigiocabile così, senza bisogno di accorgimenti.

Tra l'altro non ho mai sentito frustrazione in The Voyages per la ristrettezza, semmai ho sempre percepito un alto livello di sfida, in un gioco che ha regole e durata da peso medio, per me si tratta di un rara perla ludica.

Agli ordini del Khan, al contrario, diventa un gioco più lungo e standardizzato alle esigenze di un pubblico che vuole più soluzioni, ma che poi non è in grado di gestire tutte le informazioni e gioca a sentimento. Considerando l'ossatura, questo secondo capitolo non è un pessimo gioco, anzi, però ha personaggi meno ispirati e uno sviluppo delle partite a mio parere meno interessante perché meno controllabile.

Marco Polo I tutta la vita

Faccio la voce fuori dal coro, io apprezzo parecchio di più Marco Polo 2.

Le mie ragioni però sono perlopiù diverse da quelle risposte nell'articolo. Ritengo che la strettezza del primo titolo (caratteristica che in generale apprezzo molto) non risulti tanto da scelte precise di design, quanto dalle opzioni non percorribili che il gioco propone. Chi mai ha scelto di usare tre 1 per ottenere un oro? E ce ne sono molte di opzioni simili, per cui in realtà si concorre sulle poche davvero convenienti.

Del secondo apprezzo anche, come invece affermato nell'articolo, il fatto che il viaggio sia un'opzione molto più percorribile. Lo trovo tematicamente più azzeccato rispetto al primo titolo, dove è vero che occorre anche viaggiare. Ma si chiama I viaggi di Marco Polo, e io vorrei viaggiare spesso.

Mi piacciono comunque entrambi, ma se devo scegliere, intavolo sempre il secondo.

È meglio Pelé o Maradona? Pelé

CR7 o Messi? Messi

Coca-Cola o Pepsi? Coca Cola

Il Joker di Ledger o di Phoenix? Quello di Jack Nicholson

Non credo possa piacere uno dei due giochi e non l'altro .. ovviamente poi il gusto personale e del gruppo con cui si gioca, fa la differenza. Io preferisco MP2, oltre che per i motivi ben esposti dal suo goblin paladino di cui sopra, anche per un motivo molto più semplice: i personaggi di MP1 sono non confrontabili tra loro. Alcuni fin troppo "forti o meglio semplici da giocare" altri fin troppo "deboli o meglio più difficili". E comunque anche io ritengo migliore la possibilità di sfruttare meglio il tiro di dadi bassi in MP2. 

Non mi esprimo nel merito della questione perché ahimè ho potuto provare solo uno dei due (agli ordini del Khan, fra i miei giochi preferiti); ma ho la sensazione che ai posteri l'ardua sentenza non sarà possibile, visto che (credo) sono già entrambi introvabili da tempo in retail! Almeno in italiano...😅 Al massimo si trova qualche copia usata a prezzi assurdi...

Alverman scrive:

Non credo possa piacere uno dei due giochi e non l'altro .. ovviamente poi il gusto personale e del gruppo con cui si gioca, fa la differenza. Io preferisco MP2, oltre che per i motivi ben esposti dal suo goblin paladino di cui sopra, anche per un motivo molto più semplice: i personaggi di MP1 sono non confrontabili tra loro. Alcuni fin troppo "forti o meglio semplici da giocare" altri fin troppo "deboli o meglio più difficili". E comunque anche io ritengo migliore la possibilità di sfruttare meglio il tiro di dadi bassi in MP2. 

Beh, però ciò che dici riguardo ai personaggi è quasi più vero per Marco Polo II. Nel primo capitolo, espansioni escluse, ci sono 8 personaggi, su oltre 100 partite fatte, posso dirti che 5 hanno medie punti molto simili, Kublai Khan sta sotto di poco, mentre von Rubruk (cagacasette) e Caprini (saltaoasi) sono i meno performanti, in realtà solo l'ultimo andrebbe bilanciato, l'altro è molto forte ma situazionale. Ecco, la differenza tra i personaggi dei 2 capitoli sta proprio in questo, in The Voyages le abilità sono più significative, interagiscono tra loro e con gli elementi variabili della mappa, situazioni diverse portano a rapporti diversi di forza. In The service of the Khan invece propone personaggi meno dipendenti da mappa e strategie, però (con poche partite fatte, meno di 15) ho avuto l'impressione che i rapporti di forza fossero più definiti, su 7, 3 sono fortissimi, 1 valido e 3 debolucci.

Per me l'unica cosa che si poteva fare meglio in The Voyages of Marco Polo è il bilanciamento delle tratte, in fin dei conti la via diretta è nella stragrande maggioranza dei casi quella preferibile, avere obiettivi su quella tratta fornisce un vantaggio non indifferente. In Marco Polo II si ha decisamente più liberatà nella scelta della rotta da seguire e a mio parere questo è l'unico vero miglioramento.

Non posso entrare nel merito del confronto, avendo giocato solo il secondo. 

Constato però come esista qui in Tana la tendenza consolidata nel preferire il vecchio al nuovo ("si stava meglio quando si stava peggio"). Il secondo capitolo ha infinitamente meno meriti perchè è un riarrangiamento del primo, mentre The voyages of Marco Polo è stata una straordinaria intuizione.

Detto questo, obbiettivamente I giochi sono molto simili. In molti casi, mi sembra semplicemente che si siano aggiunte opzioni col secondo capitolo. A me piace avere più scelta. Apprezzo la valorizzazione del viaggio, che diventa elemento imprescindibile sposandosi col tema del gioco. Rimane un gioco tattico e strategico, nel quale vince chi sa leggere meglio il tabellone del setup iniziale. Perché un gioco più stretto e punitivo debba per forza essere migliore di un gioco largo non mi è chiaro. In Marco Polo 2 fai più punti, ciò può essere più gratificante in partita e lasciare sensazioni migliori,  ma per nessun motivo rende il gioco più facile da vincere. 

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