
Secondo me i tempi sono maturi per un vincitore American....
Ecco le motivazioni che hanno portato i giudici del Premio Magnifico a selezionare gli otto finalisti.
A dieci giorni dall'annuncio dei finalisti del Premio Goblin Magnifico, pubblichiamo le motivazioni della Giuria.
Ricordiamo che il vincitore verrà annunciato tra due settimane durante PLAY - Festival del gioco.
Inutile sottolineare, una volta ancora, che l'elenco è in rigoroso ordine alfabetico!
Il duo di designer portoghesi ci propone un gestionale a tema economico molto solido, quadrato.
La meccanica principale di piazzamento lavoratori specializzati è declinata in maniera intelligente e funzionale. I dieci lavoratori estratti a inizio era sono disposti in una sequenza obbligata di utilizzo, con ulteriori vincoli di esclusività negli spazi sul tabellone. Sono restrizioni che riducono l’albero decisionale, restituendo dinamiche di tensione strategica e conservando significative scelte di programmazione per l’intero svolgersi del round.
A questo si aggiunge un sistema opaco di punteggio stratificato a maggioranze, che tiene incollati i giocatori fino alla fine della partita.
Un gestionale di impostazione classica, che a fronte di un regolamento non immediato mantiene una certa eleganza e turni scorrevoli, reggendo bene in tutte le configurazioni.
Con questo titolo il noto autore tedesco Stefan Feld propone forse il suo peso massimo: un gioco dalle meccaniche lineari, ma che offre un ampio ventaglio di soluzioni strategiche.
Alla base vi è un sistema consolidato dell'uso dei dadi come selettori di azioni che richiama vecchi classici dell’autore, Castelli della Borgogna e Bora Bora in primis, unito a elementi di esplorazione del territorio, e la creazione di un tableau di carte, fondamentale per cercare di ottimizzare al meglio il proprio motore di gioco.
Probabilmente uno dei giochi più profondi dell’anno, dove ogni decisione ha peso specifico rilevante nell'economia della partita. Il sistema di temporizzazione dei round, determinato dai reset dei giocatori, introduce una tensione tattica costante che costringe a pianificare con attenzione la sequenza delle proprie azioni.
La gestione delle numerose risorse disponibili e l'interazione tra le sedici diverse azioni potenziabili creano un'architettura ludica profonda che richiede multiple partite per essere esplorata completamente.
Civolution si distingue inoltre per la sua capacità di mantenere un'elevata leggibilità del sistema di gioco, nonostante la stratificazione meccanica, grazie a una simbologia chiara e a un design grafico funzionale che supporta efficacemente l'esperienza di gioco.
Francesco Nepitello e Marco Maggi donano al loro capolavoro, La Guerra dell'Anello, una nuova veste, proponendo un titolo più snello, con tempi di gioco ridotti, che pur mantiene alcune delle meccaniche già conosciute e apprezzate nel predecessore.
Gli autori interpretano con maestria il cambio di ambientazione, riuscendo in una forte caratterizzazione delle casate in lotta, e sfruttano sapientemente il nuovo tema per inserire elementi di design estremamente moderni.
Ne risulta un gioco su licenza realizzato a regola d’arte, un prodotto curatissimo, anche nella componentistica, innovativo e decisamente diverso dal precedente, con un gameplay profondo e sfaccettato.
La giuria ha voluto selezionare Railways of the Lost Atlas perché riesce nel difficile compito di portare qualcosa di nuovo nel classico mondo dei ferroviari azionari.
La mappa componibile e i poteri speciali delle compagnie apportano una piacevole varietà, e la modularità del prodotto permette di utilizzarlo come introduttivo al genere, ma anche di essere apprezzato dai più esperti. Railways of the Lost Atlas è la sorpresa che ti stupisce, quando pensi di aver visto tutto.
Opera prima dell'esordiente Tomáš Holek, che la CGE porta a livelli magnifici con una cura editoriale tipica dell’editore ceco.
Il prodotto è eccellente sia dal punto di vista della componentistica, sia dal punto di vista del game design, con meccaniche rifinite da uno sviluppo magistrale, evidente anche nella cura dei materiali e dell’ergonomia, dinamiche studiate, e un ampio ventaglio strategico.
Un eurogame contemporaneo, imperniato attorno al multi-uso delle oltre 200 carte. Il fatto che siano tutte diverse garantisce grande variabilità, longevità e alta rigiocabilità. Caratteristiche ottenute con un lavoro superbo praticamente solo su questo aspetto, senza forzarne altri e senza scadere in soluzioni più scontate.
Gli incastri delle due razze aliene sorteggiate al setup, oltre ovviamente ad agire sulla variabilità, conferiscono anche un’altra interessante dinamica, un arco narrativo particolarissimo, con due “picchi” al momento della scoperta delle razze aliene.
La partita ha un ritmo e una progressione in costante crescendo con un giusto climax.
SETI è un esempio perfetto di gestionale dove il tema è tutt’altro che appiccicato. L’attenzione per l’ambientazione traspare in tutti gli aspetti del gioco, dalle meccaniche all’accuratezza scientifica delle carte.
Si tratta di un gioco solido, ben costruito, che gira in modo perfetto all'interno di meccaniche di piazzamento lavoratori e maggioranze classiche, integrate con la trovata eccellente delle tre Corporazioni selezionate a caso tra le sette disponibili.
Un titolo coraggioso, che riesce ed eccelle dove tanti altri hanno fallito.
Abbiamo scelto di premiare il grande mestiere che si cela dietro questo splendido eurogame, che ha saputo coniugare innovazione e tradizione in un gameplay sempre nuovo e sfidante, con materiali eccellenti, grafica azzeccata e tanta strategia.
Gli autori realizzano la trasposizione in scatola del noto videogioco, cercando di riproporre il ritmo “roguelike” con le ripetute prove dello scenario, e riescono nell’ardua impresa di ricreare al tavolo lo stesso feeling della controparte videoludica.
Il risultato è un cooperativo che ha come meccanica principale un deck building "semplificato", senza i classici costi di acquisto, dove le carte vengono aggiunte pescando da due mazzi preparati casualmente a inizio atto.
Il meccanismo consente estrema variabilità e un ottimo senso di progressione del personaggio.
Nonostante un impianto di regole essenziale e lineare, il gioco risulta molto appagante, anche per le dinamiche di collaborazione che emergono tra i giocatori, in un gameplay sempre più sfidante man mano che si procede nella campagna, atto dopo atto.
Un wargame originalissimo per soluzioni trovate, ambientazione e punto di vista storico inusuale.
All'interno di una delle pagine più buie della storia moderna questo titolo propone un'interazione originale tra le fila del potere di chi, pur dalla stessa parte (perdente) della Seconda Guerra Mondiale, cerca comunque di ottenere fama e gloria personali in un conflitto tremendo che volge al termine.
Abbiamo scelto di premiare un gioco bellissimo ma per pochi, disponibile a mostrare i suoi numerosi pregi a chi saprà andare oltre un regolamento complesso, una durata importante e un'ambientazione "difficile".
Secondo me i tempi sono maturi per un vincitore American....
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