TGZ e Indonesia per me sono intoccabili. Sul terzo ne ho parlato con Peppe e a malincuore gli ho concesso FCM. Personalmente trovo Antiquity e Bus un mezzo passettino avanti a Food Chain, ma intendiamoci: uno qualunque di questi va bene e ci sta benissimo anche lui.
Biografia apocrifa del signor Darcy
La Splotter Spellen è formata da due autori olandesi che con una cadenza da giochi olimpici pubblicano giochi da tavolo più che apprezzati. Praticamente sovraprezzati.
I due sono Jeroen Doumen e Joris Wiersinga, il primo alto e allampanato, il secondo un po’ meno – un po’ come tutte le coppie maschili che funzionano: Stanlio e Ollio, Dolce e Gabbana, Baudo e Magalli.
Doumen e Wiersinga si occupano di tutti gli aspetti della produzione: playtest, ordini, spedizioni. Il tutto a livello prototipo.
Del 1999 è Bus, che per il piazzamento lavoratori ha fatto più di tutti i navigator di Di Maio messi assieme. Dello stesso anno è Roads and Boats, ottimo titolo basato sulla capacità di trasporto data dagli animali. In pratica è Le avventure del bosco piccolo, dove però la tristezza è data dalla grafica.
Del 2004 è Antiquity, per produrre il quale i due hanno la geniale idea di cambiare la scatola a un puzzle di cinquemila pezzi raffigurante Tatooine.
Nel 2005 esce Indonesia, bello quanto si vuole ma tanto costoso, lungo e poco ergonomico che tanto valeva venderlo come poltrona di design; mentre nel 2009 è il turno di Greed Incorporated, uscito in un periodo storico dove un gioco come Greed Incorporated poteva ancora uscire.
Nel 2012 arriva The great Zimbabwe, da tanti considerato il loro capolavoro – se non altro perché l’arte lignea africana è l'unica che può adattarsi ai pezzi di legno dei loro fornitori.
Il 2015 è l’anno di Food Chain Magnate, gioco sui fast food anni ‘50 talmente ambientato che richiede un tavolo grande come il McDonald’s del Bennet di Tavernola. Il gioco ha vinto il Goblin Magnifico, ma nonostante questo ha consacrato i due autori presso il grande pubblico.
Nel 2017 collaborano a Pandemic Alta Marea, in cui bisogna difendersi dalla forza delle acque un po’ meglio di come facciano le amministrazioni italiane.
I giochi della Splotter Spellen si caratterizzano uno stile asciutto e l’essere altamente punitivi – in pratica sono il mio professore di idraulica.
Doumen e Wiersinga non mancano mai allo Spiel di Essen. Germania, ottobre: chiamali scemi.
La Splotter Spellen nasce da un gruppo di studenti universitari che inizia a fare giochi come passatempo nel 1997, il duo di autori Joris Wiersinga e Jeroen Doumen è quello che ha firmato tutti i loro principali successi. Dopo una prima fase in cui producono una miriade di giochi leggeri e veloci, con la curiosa scelta editoriale di impacchettarli nelle custodie VHS, iniziano a sviluppare giochi più nelle proprie corde (loro sono principalmente giocatori di ferroviari della serie 18xx). Nel 1999 si fanno conoscere al pubblico degli hardgamer pubblicando Roads & Boats e Bus, per un po’ continuano ad alternare giochini in VHS con il nuovo filone, dal 2004 si dedicano esclusivamente ai pezzi forti e inizia quella che può essere considerato il loro periodo d’oro, con Antiquity (2004), Indonesia (2005), Greed Incorporated (2009), The Great Zimbabwe (2012), Food Chain Magnate (2015). Come esperienza al di fuori della Splotter c’è da annoverare, a firma del solo Doumen, Pandemic Alta Marea, una delle varianti più accattivanti del filone Pandemic.
Lo stile Splotter si distingue per delle caratteristiche assai peculiari:
- design che nasce dalle meccaniche, non ne fanno un mistero, i loro giochi nascono dalle loro sedute di playtest che sono dei veri e propri laboratori. A volte i giochi possono avere un’adeguata veste per l’ambientazione, tipo Antiquity, a volte anche eccellente, come Food Chain Magnate, ma sempre partendo dalle meccaniche;
- giochi estremamente punitivi; “se il primo turno non fosse importante non dovrebbe essere giocato”, è questa la risposta data a chi gli contestava che in un loro gioco si poteva uscire anche per un errore al primo turno. Vanno volutamente contro a quelli che sono i dettami del gioco moderno di voler fornire un’esperienza appagante (più o meno 300 punti) a tutti i partecipanti: prendere o lasciare;
- originalità ad ogni costo, che li porta addirittura cassare giochi potenzialmente pubblicabili;
- autori per piacere, editori per necessità (o per sbaglio). Impossibile parlare della Splotter Spellen senza parlare della parte editoriale. La scelta di non affidarsi ad editori professionali deriva dalla loro indipendenza e i risultati se potevano essere accettabili agli albori (in fin dei conti, se prendete i giochi di Wallace o di Friese nei primi anni del 2000 vi accorgerete che non sono differenti) non lo sono più per gli standard attuali dell’industria del boardgame.
Scegliere 3 titoli rappresentativi non è semplice: eliminando la prima fase sperimentale in realtà i titoli non sono molti, ma tanti sono validi e potevano, in maniera quasi equivalente, essere sostituiti ai 3 prescelti: Indonesia, The Great Zimbabwe, Food Chain Magnate.
Indonesia
Ambientato nell’arcipelago indonesiano, per ben rappresentare un territorio dove i trasporti via mare sono più agevoli di quelli via terra, Indonesia è un gioco economico dove bisogna gestire delleTra i tanti spunti originali del gioco va sicuramente ricordata la possibilità di fondere le compagnie mediante delle aste, spesso costituiscono la chiave strategica della partita.
Perché dovreste giocarlo:
Rappresenta la sintesi perfetta degli elementi di design della Splotter: logistica e gestione economica, con qualche lascito degli 18xx a loro tanto cari, come il cambio di controllo delle compagnie, gestito con l’originale twist delle fusioni. Il tutto senza appesantire il regolamento di orpelli inutili: l’acquisizione delle nuove compagnie richiede solo di avere slot a disposizione e in ordine di turno i giocatori selezionano quelle a loro più favorevoli; la tabella degli avanzamenti tecnologici è gestita in maniera semplicissima (un avanzamento gratuito a turno), pur consentendo un’ampia varietà di approcci. Eleganza unita a profondità strategica: tipici marchi di fabbrica della Splotter.
>recensione
Perché potrebbe non fare al caso vostro:
Se non digerite (e ne avete ben ragione) lo standard editoriale della Splotter, Indonesia non è il gioco che fa per voi, perché combina una serie di cattive scelte per ergonomia, scelte dei materiali, mappa di non facile lettura. Il peggiore, da questo punto di vista, del lotto dei tre, con l’aggravante che la seconda edizione non ha risolto i problemi.
The Great Zimbabwe
Ambientato nella civiltà africana del Grande Zimbabwe in questo gioco dovrete erigere templi alla vostra divinità mediante l’opera degli artigiani che sfruttano le materie presenti sul territorio.>recensione
Perché dovreste giocarlo:
Tra i big della Splotter Spellen uno dei giochi più agevoli per tempo di gioco e semplicità di regolamento; è quello che, probabilmente, intavolerete più spesso. Se vi piace l’interazione al tavolo qui è declinata in maniere sublime e differente da qualsiasi altro gioco. Ogni scelta cambia, a volte rivoluziona, la situazione a tavolo per tutti i partecipanti, obbligando a reinventare la strategia di volta in volta seguendone lo sviluppo. I poteri speciali delle divinità sono la chicca conclusiva: anche in questo caso sono spesso da vedere in antitesi alle strategie avversarie, più che a un solitario sviluppo strategico.
Perché potrebbe non fare al caso vostro:
Sostanzialmente è un astratto, pur se l’ambientazione della civiltà monoteistica dello Zimbabwe è adeguata, e se non vi piacciono gli astratti potreste non digerirlo. Poi c’è l’ovvio contraltare al paragrafo precedente riguardo l’interazione: se siete giocatori a cui piace coltivare il proprio orticello statene semplicemente alla larga.
Food Chain Magnate
Ambientato, e questa volta in maniera egregia, nell’America degli anni ’50 in Food Chain Magnate gestiamo una catena di fast food. Il vincitore è chi ha più soldi a fine partita ed è riuscito a vincere>recensione
Perché dovreste giocarlo:
Una volta tanto potrete avere un gioco con le caratteristiche tipiche della Splotter Spellen che ha anche un’accattivante e ben ricostruita ambientazione, abbinata alla spassosa grafica delle carte. È il gioco che ha fatto uscire la Splotter dalla nicchia dei suoi affezionati, portandola a un gruppo più vasto e con un numero di vendite e di ristampe che nessun altro loro prodotto ha mai avuto e, presumibilmente, questo aspetto è stato fondamentale.
Perché potrebbe non fare al caso vostro:
Il gioco ha alcuni filoni strategici definiti nelle aperture e nelle sequenze di milestones, che sono i bonus che il giocatore ottiene con determinati traguardi: per giocare in maniera competitiva dovete conoscerli. L’espansione dovrebbe mitigare questo aspetto (ancora non l’ho giocata).
Non lasciatevi ammaliare dell’occhiolino della cameriera: il gioco è accattivante nell’ambientazione, ma è punitivo come il tipico prodotto della Splotter e, forse, anche di più: potreste chiudere la partita senza vendere un hamburger. Se non vi piacciono i giochi punitivi potrebbe essere un falso amico.