Secondo te quale deck-building è più elegante e profondo, tra i numerosi in commercio?
Dominion, del 2008, di Donald X. Vaccarino, è un gioco che ha fatto storia e scuola, rappresentando una pietra miliare e un punto di rifermento per i tantissimi deck-building intra-gioco che lo hanno seguito. Non è il primo ad aver sfruttato la meccanica (quello è Starcraft, di Corey Konieczka), ma di sicuro il primo ad averla resa così centrale e protagonista ed averne mostrato al mondo le enormi potenzialità.
Seguono innumerevole espansioni che ampliano la già alta rigiocabilità del titolo con un mare di carte alternative e poche altre meccaniche.Come si gioca Dominion
Una descrizione più estesa del gioco la trovate in questo link alla recensione originale.
In breve, si hanno carte di tre tipi: Vittoria (danno punti a fine partita); Moneta (danno soldi per acquistare altre carte); Azione (fanno giocare altre carte, pescarne, fare più acquisti di fine turno, danno carte negative agli altri, ecc).
Si crea un mercato con dieci mazzi di carte (da dieci carte l'uno) casuali o secondo un setup consigliato dal manuale, più carte Vittoria da uno, cinque e otto PV e carte Moneta da uno, due e tre di valore (rame, argento, oro). Ogni carta ha un costo in soldi per essere acquistata e unita al proprio mazzetto iniziale, che è uguale per tutti.
Al proprio turno il giocatore usa le proprie cinque carte per fare una singola Azione ed un singolo acquisto (una nuova carta), a meno che le carte giocate non forniscano altre azioni bonus. Finito il turno scarta tutto ciò che ha giocato, che ha comprato e che ha ancora eventualmente in mano e ripesca cinque carte.
La partita finisce quando si esauriscono tre mazzi del mercato o il mazzo delle carte Vittoria che forniscono otto PV. Chi ha più punti nel mazzo vince.
Perché ho ricomprato Dominion
Non solo per la sua importanza storica, ma perché sentivo, la prima volta, di essermi perso qualcosa, di essere affogato nel mare delle sue carte (avevo fatto l'errore di prendere tutte le espansioni uscite in un colpo solo) e di aver sottovalutato il suo potenziale come gioco non solo introduttivo, ma anche per gamers.
Soprattutto avevo avuto un brutto impatto con la “strategia dominante” della Big Money, di cui vi parlo in questo articolo.
Le carte Vittoria
Al di là dell'idea, semplice quanto volete ma sfruttata in modo geniale, di rendere centrale il deckbuilding nello svolgimento della partita, un altro tocco di genio arriva con l'uso delle carte Vittoria. Queste carte sono le uniche che danno punti, ma sono anche le uniche che non fanno né azioni, né danno soldi, in pratica sono una zavorra che appesantisce il vostro mazzo e ingolfa la vostra mano.
Questo significa che il momento – il timing – in cui deciderete di comprare queste carte sarà fondamentale: troppo presto e vi bloccheranno il gioco, troppo tardi e non farete abbastanza punti.
Leggere la partita e il suo ritmo, osservando gli avversari, è parte del fascino e della significatività di scelte di Dominion.
Trovare la propria strada
Un errore tipico, specie in relazione alla rapida ed efficiente Big Money, è quello di “innamorarsi” di troppe carte, comprare troppe carte azione, fare turni lunghissimi che si arrotolano su se stessi e non concludono nulla. Comprare carte Azione per giocare altre carte Azione non è fare un gioco efficiente: la partita si vince con i punti.
Si deve studiare bene il mercato, farsi un'idea di gioco e di possibili sinergie, elaborare una strategia e cercare di seguirla nella maniera più rapida ed efficiente possibile. Il che significa spesso comprare poche carte, mirate, complementari, da affiancare all'immancabile denaro.
La Big Money in fondo serve anche da monito e da promemoria: si vince con le carte Vittoria e tutte le carte di comprano con le Monete: le carte Azione servono a potenziare questa strada, non la sostituiscono.Nel 2019 ha ancora senso Dominion?
Da Dominion in poi è stato tutto un fiorire di deckbuilding (o altre forme di building) da fare nel corso della partita, tagliando fuori la costruzione dei mazzi tra una sessione e l'altra (alla Magic, per intenderci).
Sull'importanza storica e innovativa di Dominion non si discute, ma il punto è: comprarlo oggi ha ancora senso?
A mio parere sì. Per una serie di motivi:
- offre una varietà di combinazioni che altri non offrono;
- spinge forzatamente a migliorare il proprio gioco;
- ha meccaniche efficaci ed intriganti ancora oggi;
- si impara in cinque minuti, si gioca in mezz'ora, tiene al tavolo fino a sei persone, (anche da soli se usate un bot per la Big Money) ed è comunque in grado di soddisfare anche un pubblico di giocatori abituali.
Cosa può non piacere?
Diverse cosette, che dovete necessariamente sapere prima di spendere i vostri risparmi:
L'interazione è generalmente bassa e in molte partite ciascuno sta chino sulle proprie carte, guardando gli altri giusto per vedere quando il loro motore inizia a ingranare e comprare punti vittoria.
La Big Money si rivela effettivamente dominante in determinati setup, ma più di tutto può dar fastidio che piccole varianti ad essa (un giocatore che la applica supportata da pochi e mirati acquisti) portino spesso alla vittoria. In tal caso, con un po' di esperienza, è spesso consigliabili sostituire, nei setup, le carte che fanno solo pescare altre carte (es: Smithy) o, peggio ancora, quelle che fanno pescare e danneggiano pure gli avversari (es: Torturer).
Ci sono giochi moderni che effettivamente hanno design più eleganti per lo sfruttamento delle carte, per cui non c'è questa divisione netta tra azioni, punti e soldi, ma ogni carta ha più di una valenza e sta al giocatore decidere come usala.
Conclusione
Mi tengo felicemente il mio big box di Dominion in casa, da usare come filler per fine partita o per un solitario da mezz'ora contro il bot della Big Money.
Probabilmente, nel panorama ludico odierno, non è indispensabile avere ancora Dominion, ma è di sicuro imprescindibile averlo giocato un bel po' e sappiate che se ci sono giochi moderni di deck-building certamente migliori e più appaganti, ce ne sono anche di tranquillamente peggiori e che i rapporti complessità/complicazione e profondità/durata di Dominion sono ancora estremamente favorevoli e difficilmente superati.