Twilight Struggle | 10,0 | Capolavoro GMT e uno dei migliori card-driven game mai realizzati. L'ambientazione è fantastica; la mappa geopolitica del mondo con le principali nazioni da influenzare e le carte evento tutte ben caratterizzate, rendono il gioco molto immersivo, ricreando sul tavolo la tensione della guerra fredda. L’elemento migliore è l’uso delle carte punteggio che hanno il duplice pregio di fornire un’arma tattica ai giocatori coinvolgendoli in scontri diretti in specifiche zone del globo e di garantire longevità ad un titolo dal setup più o meno fisso. L’unico difetto della seconda edizione (quella in mia possesso) è il tabellone di cartoncino fino che necessita di plexiglass; con l’uscita della nuova edizione dotata di mappa mounted e di grafica migliorata il 10 è d’obbligo. | 08/01/2014 |
Puerto Rico | 10,0 | Puerto Rico è il capostipite del revival dei giochi da tavolo del nuovo millennio e sicuramente uno dei titoli che ha contribuito a far nascere in me la passione per i gdt, per cui non posso che dargli il massimo dei voti. Le meccaniche sono eleganti e coinvolgenti azzerando il downtime e riuscendo nel difficile compito di coniugare semplicità e profondità di gioco. Nonostante sia stato uno dei primi titoli ad entrare nella mia collezione, lo gioco sempre volentieri e ogni volta che lo propongo ottengo sempre consensi, sia da giocatori esperti che ne apprezzano i fini meccanismi di contrasto al tavolo, che da giocatori occasionali che si divertono grazie alle meccaniche semplici e all'ambientazione ben realizzata. Mi piace anche la variante da 2 giocatori sebbene diventi un po' scacchistico. | 21/01/2014 |
Caylus | 10,0 | Insieme a Puerto Rico è il gioco che mi ha fatto appassionare a questo hobby. Non sarà stato il primo piazzamento lavoratori, ma di sicuro è ancora oggi il modello di riferimento (ineguagliato) per questo tipo di meccaniche. Un german molto strategico e incredibilmente vario nonostante il setup più o meno fisso. L’ordine con cui sono costruiti gli edifici cambia tantissimo la partita e ci vuole molta esperienza per conciliare scelte tattiche di piazzamento/costruzione con una visione vincente di lungo periodo. C’è anche una bella interazione diretta con possibilità di “bastardate” epiche al ponte… un vero capolavoro che non dovrebbe mancare in collezione considerando anche la sua ottima scalabilità. | 17/12/2016 |
Through the Ages: A Story of Civilization | 9,0 | Possibile che un gioco di civilizzazione senza tabellone, senza miniature, senza albero delle tecnologie, senza tipologie di terreno... riesca, con le sole carte, a garantire la profondità, varietà e complessità che richiede un titolo ispirato al famoso videogame? Ebbene sì, l'eclettico Vlaada Chvátil è riuscito a creare un titolo bellissimo dove c'è tutto: costruzione, guerre, accordi commerciali, esplorazioni, meraviglie, aggressioni, leader; elementi tutti sapientemente amalgamati che rendono ogni partita diversa dalle altre e che permettono uno sviluppo della propria civiltà secondo orientamenti personalizzabili ma egualmente efficaci. Molto elegante (e non a caso ripresa da altri titoli di successo come Eclipse) la gestione delle risorse e degli edifici/unità militari affidata a due sole tipologie di segnalini. Consigliatissimo in 2/3 giocatori, in 4 i tempi di attesa si allungano un po', per cui è preferibile provarlo con giocatori esperti al tavolo e non troppo pensatori. | 13/01/2014 |
Power Grid | 9,0 | Gioco meraviglioso. Il meccanismo per cui chi ha costruito la rete elettrica più estesa o possiede la centrale più potente sia penalizzato nella chiamata delle nuove centrali e nell'acquisto delle risorse, rende il titolo estremamente equilibrato ed ogni partita è sempre tirata fino all'ultimo elektro, nonostante ogni singola scelta (fin dal posizionamento della prima "casetta") abbia un peso specifico enorme sulla partita. L'ambientazione e la grafica non amata da molti, la trovo, invece, bellissima, perché cupa, grigia, perfettamente calata nel contesto industriale del titolo. Ottima anche la scalabilità e la longevità grazie al tabellone double-face e alle mappe aggiuntive. | 22/01/2014 |
The Castles of Burgundy | 8,0 | Classico gioco di Feld in cui esistono tanti modi diversi di fare punti e in cui si deve cercare necessariamente di trovare combinazioni di azioni potenti per poter vincere. Questo autore ci ha abituato a inserire sempre qualche innovazione nelle meccaniche, rigorosamente "german", di ogni suo titolo; in questo caso sono interessanti la gestione dei dadi che limita le azioni a disposizione e l'assegnazione dei bonus per il completamento di un tipo di territorio che rende necessaria un'attenta osservazione delle plance altrui al fine di anticipare gli avversari nel posizionamento delle tessere. Le tessere tecnologia e le plance dei giocatori tutte diverse rendono il titolo abbastanza longevo. I materiali non sono eccelsi, ma il costo è anch'esso sotto la media. L'introduzione dei lavoratori e delle miniere, infine, sono ottimi elementi di riduzione dell'alea che rendono questo titolo uno dei migliori di questo prolifico autore. | 27/01/2014 |
Tzolk'in: The Mayan Calendar | 8,0 | Ottimo gioco di piazzamento lavoratori Made in Italy che si è imposto con grande entusiasmo nel panorama del genere, tanto da scavalcare addirittura il maestro Caylus nella classifica di BGG. Il titolo è molto interessante: bella grafica, ambientazione ben resa, meccanismo della ruota funzionale e stuzzicante. Bella la trovata di costringere i giocatori o a piazzare o a ritirare i lavoratori per attivarli, rendendo la pianificazione necessariamente molto attenta onde evitare disallineamenti devastanti. Diversi modi per fare punti: templi, edifici, monumenti, teschi di cristallo (vera chicca del gioco) e poco tempo per realizzarne; sbagliare anche una sola mossa sarà fatale. L'unico difetto riscontrato riguarda l'impatto dei monumenti: troppo basso a mio avviso rispetto alle altre vie per ottenere punti vittoria, tanto che in alcune partite essi vengono tranquillamente ignorati e ciò è un peccato in quanto, essendo i monumenti una variabile iniziale di forte impatto, avrebbero dovuto costituire uno stimolo a variare le proprie strategie, mentre così non accade, con il rischio di ripetitività tra una partita e l'altra. Ad ogni modo, il giudizio complessivo è molto positivo, un'ottima alternativa moderna ai classici titoli di worker placement. | 31/01/2014 |