Capolavoro assoluto, ineguagliato nel genere
- Genere: eurogame, competitivo.
- Target: giocatori abituali ed esperti.
- Scalabilità: 2-4 il gioco base, con varie espansioni può diventare 1-6 (ottimale 2-4).
- Meccaniche principali: seguire (azioni/ruoli condivisi), gestione mano, scelte simultanee, tableau building.
- Meccaniche secondarie: carte multi-funzione, collezione set, ordine di turno: selezione ruoli, poteri variabili, economia: rendita.
- Importanza storica: se parliamo di tableau building, Race for the Galaxy è probabilmente il primo gioco a dare un'importanza così forte alle carte comprate e alla loro funzione sinergica per il resto della partita. Diviene infatti il gioco di riferimento per la costruzione di un tableau e praticamente tutti i titoli che lo seguiranno lo utilizzeranno necessariamente come modello di riferimento. Inoltre ha dimostrato che è possibile ispirarsi ad altri giochi, mescolandone opportunamente le meccaniche, per ottenere qualcosa di ottimo che sia più della semplice somma delle parti, a patto di inserire anche idee proprie, che diano carattere al gioco, facendolo emergere come entità unica e innovativa, senza limitarsi alla clonazione.
- Elementi di innovazione/twist: l'elemento probabilmente più evidente e più caratteristico di Race for the Galaxy è l'utilizzo molteplice che può essere fatto delle carte. La singola carta, infatti, può essere valuta per pagarne altre, è utilizzata come risorsa quando si va a produrre e, infine, è un potere speciale che si attiva un certo numero di volte nel corso della partita.
- Longevità e alternative: come dicevo, Race for the Galaxy è il punto di riferimento con cui si devono confrontare gli altri giochi di tableau building. Rimanendo sul medesimo peso e simile difficoltà, se avete apprezzato lui, potreste provare:
- Wingspan o il suo spin-off Wyrmspan, che sono incentrati maggiormente su tableau building (rendendolo più complesso) e meno su altre meccaniche;
- Glory to Rome, che condivide anche il meccanismo del follow e che esalta ulteriormente la multifunzionalità delle carte;
- Terraforming Mars: Ares Expedition, che è sostanzialmente la versione di carte di Terraforming Mars e si basa sullo stesso sistema di selezione azioni, per cui in ogni round possono esserci alcune fasi ed essere assenti altre;
- 7 Wonders, in cui la meccanica base è draft, ma il tableau building ricopre un ruolo altrettanto importante;
- infine Innovation, che sfrutta al massimo le combo tra le carte e la creazione di un motore efficiente nel proprio tableau, senza poter dimenticare quello degli altri, dato che interagisce con la nostra partita.
Commento
Non tutti sanno che Race for the Galaxy doveva essere, in origine, il gioco di carte di Puerto Rico. In Tana abbiamo un bell'articolo che racconta la storia completa ma, in sostanza, Thomas Lehman aveva già da un po' in testa questa idea e l'aveva pure sviluppata per un bel pezzo. Solo che anche Andreas Seyfarth (l'autore originale) era già all'opera su San Juan, che era appunto il gioco di carte di Puerto Rico. Dopo un confronto tra autori ed editore, si decise che ciascuno sarebbe andato per la propria strada.San Juan ha una struttura decisamente più semplice, si tratta di un titolo che ha ricevuto un discreto successo ma nulla di paragonabile a Puerto Rico; mentre quest'ultimo, a più di vent'anni di distanza, rimane un capolavoro e un punto di riferimento del genere, ci sono giochi di carte certamente migliori di San Juan, che non ha resistito alla prova del tempo.
La storia è diversa per Race for the Galaxy: Lehman non opera solo una semplificazione, anzi, ciò che viene fuori è qualcosa di altrettanto complesso e vario, con uno stile peculiare e un'anima propria.
Il sistema seriale di follow viene modificato, introducendo al suo posto una scelta segreta e simultanea dei ruoli da attivare nel turno: ciascun giocatore seleziona quale fase eseguire sicuramente nel turno, usufruendo anche di un piccolo bonus. C'è un però: le fasi che nessun giocatore ha selezionato non verranno giocate nel turno corrente. Diventa quindi importante saper leggere il tableau degli avversari per cercare di dedurre (o almeno intuire) ciò che sceglieranno di fare gli altri, così da trarre vantaggio dalle loro scelte.
Race for the Galaxy fa poi un uso estremamente dinamico delle carte, cosa che conferisce al gioco un'anima molto più tattica rispetto al più strategico Puerto Rico. Il tutto però, va specificato, senza perdere minimamente in termini profondità di gioco. Le carte possono essere usate per diverse funzioni, per cui ciascuna va soppesata in base all'utilità contingente nella nostra partita; fortunatamente il sistema di gioco permette (se si utilizzano le strategie opportune) di farne girare parecchie, fornendo nuove e continue opportunità per migliorare la propria strategia. Inoltre, grazie anche al fatto che quasi ogni singola carta è realizzata in modo da supportare strategie diverse, tutte ugualmente valide, a chi si approccia per le prime volte a Race for the Galaxy viene fornita una libertà quasi spiazzante.
Al successo della scatola base hanno fatto seguito numerose espansioni. Ad oggi se ne contano ben sette (poi ce n'è una fatta dai fan e le carte promo). Come sempre, la maggior parte non sono assolutamente necessarie, se non dannose per il gioco, andando ad alterare preziosi equilibri e inserendo complicazioni non necessarie.
Per orientarsi, occorre sapere che l'originale Race for the Galaxy era stato creato comprensivo delle prime due espansioni (The Gathering Storm e Rebel vs Imperium), poi rimosse dalla scatola base per motivi commerciali e di accessibilità del gioco. Se volete prendere qualcos'altro è su queste due che dovete orientarvi, lasciando perdere senza rimpianti tutto il resto.
La prima (The Gathering Storm) è praticamente indispensabile: contiene una serie di pianeti e simboli che vanno a equilibrare alcune strategie di gioco, che diversamente rimangono monche con la sola scatola base. La seconda (Rebel vs Imperium) introduce invece l'elemento bellico, aumentando di parecchio l'interazione diretta e, per quanto valida e bilanciata, sta al vostro gusto personale includerla nel gioco.
Il più grosso ostacolo di Race for the Galaxy rimane l'interfaccia iconografica e, in parte, il tema. Qui stiamo colonizzando freddi pianeti e glaciali sistemi, non abbiamo a che fare con splendidi volatili colorati. La simbologia è tale da scoraggiare i giocatori più occasionali, alle prime partite, ma, una volta assimilata, è in grado di supportare tutta la bellezza e la ricchezza di questo gioco.