Ahaha mi sono proprio divertito!
Ora sarebbe bello un mega podcast con una canzone trap che elenca tutte le versioni del monopoly create fino ad ora. Ahaha
È una battaglia ricorrente che infiamma il web, tra detrattori e sostenitori. Vi do la mia opinione.
Non nascondo di essere uno dei detrattori del Monopoly, un acerrimo nemico se vogliamo. Le mie argomentazioni sono molteplici e motivate. Non è solo questione di gioco “brutto”, come superficialmente detto da qualcuno e non è nemmeno questione di non aver rispetto del “padre dei giochi da tavolo”, che poi padre non è per nulla.
Proviamo a scomporre la questione da più angolazioni:
La prima cosa che lega molti estimatori al Monopoly sono i ricordi d'infanzia. Allo stesso modo io sono legato a HeroQuest: interi pomeriggi passati con gli amici ad esplorare dungeon, lanciare dadi, combattere mostri e recuperare tesori.
Ho un bellissimo ricordo di HeroQuest. O meglio, ho un bellissimo ricordo delle partite a HeroQuest, che è una cosa sottilmente diversa.
Mi sono divertito con le cose più impensabili, da bambino e adolescente, soprattutto mi sono divertito con la compagnia, per la situazione, per qualsiasi cosa succedesse. Ho parlato di HeroQuest, ma potrei dirvi L'Isola di Fuoco, Hotel, Brivido, RisiKo e sì, anche Monopoly.
Solo che HeroQuest, giocato ora, con gli occhi di adesso, è un dungeon crawler davvero scarso. Lo stesso dicasi di tutti gli altri nominati, che per lo più sono giochi dell'oca un po' pompati.
Quello che li rende “belli” sono i nostri ricordi: se riusciamo a filtrare quel tipo di sguardo nostalgico, rimane davvero poco, pochissimo.Chiariamolo subito: Monopoly è stato creato per essere disturbante nei confronti del giocatore.
L'intera storia ve la risparmio, se avete un po' di curiosità ludica potete ascoltarla qui (link), ma per il nostro discorso quello che conta è che Monopoly fu inventato come critica al sistema capitalistico: il giocatore deve sentirsi frustrato, impotente, sbattuto fuori dalla partita perché il primo a prendere il largo diventa inarrestabile, fa più soldi di tutti e si mangia tutti gli altri avversari inesorabilmente.
Quando ci si siede a un tavolo di Monopoly e ci si diverte – come tante volte ho sentito affermare sul web: “io mi ci sono sempre divertito” - occorrerebbe pensare a mente fredda, razionalmente, se ci si diverte grazie a Monopoly o nonostante Monopoly.
Perché la compagnia di una serata, specie se fatta da giocatori casual (difficile che giochiate Monopoly con abituali dell'hobby), che stanno lì per passare qualche ora, per fare due battute, per sgranocchiare patatine, bersi una birra, per rivangare i bei tempi andati con aneddoti divertenti, sarebbe una bella e piacevole serata con qualsiasi cosa intavolata, anche con il gioco dell'oca dei mini-pony.
La compagnia giusta è il più potente mezzo di divertimento nei giochi di società (così come quella sbagliata può non farvi apprezzare nemmeno il miglior gioco del mondo) e il suo effetto si va a sommare a quello del paragrafo precedente: il bel ricordo d'infanzia, il Monopoly fatto da bambini, coi nonni, nella notte di Natale, tra il fuoco del camino e gli altri regali.
Pensandoci razionalmente, si riuscirebbe a separare il soggettivo “divertimento” nelle sue componenti, ma l'uomo è un giocatore irrazionale.
Ironia della sorte, il sistema capitalistico si è divorato Monopoly, lo ha inglobato, lo ha venduto a milioni di persone e continua a venderlo oggi cambiandogli un po' la pelle, quasi per nulla la sostanza. Un'ulteriore beffa per la sua creatrice, defraudata due volte: la prima materialmente, la seconda ideologicamente.
Poi sì, Monopoly è anche un gioco fatto male. E badate, non è questione di vecchio: Go e Scacchi sono molto più vecchi, ma sono signori giochi. Ma anche senza rivangare così nel passato, ci sono giochi negli ultimi trent'anni e più che sono dei signori giochi.
Monopoly ha, nella sua primeva ingenuità, tutta una serie di storture che oggi lo renderebbero impubblicabile.
A partire dalla durata, totalmente sbilanciata rispetto alla difficoltà e al pubblico familiare a cui si rivolge.
Poi l'andamento della partita, che costringe i giocatori ad una lenta e trascinata agonia, perché non c'è nemmeno una morte improvvisa in Monopoly, ma, conformemente alle intenzioni della sua autrice, uno stillicidio verso la sconfitta: si ha chiaramente la percezione di stare perdendo, ma non si può fare nulla per risalire e nemmeno abbandonare il tavolo. E pure quello che vince, lo fa lentamente e con la chiara sensazione che in fondo non sia tutto merito suo: dadi, imprevisti, eccetera, rendono Monopoly un gioco tutt'altro che soddisfacente, per chi cerca gratificazione nel gameplay.
La distribuzione delle proprietà è la cosa più importante per determinare chi sarà il runaway leader della partita. E questo viene fatto lanciando i dadi e spostandosi di conseguenza: un gioco in cui per vincere devi lanciare il numero giusto non ha mai molto appeal a lungo termine.
Perché pensare che, poiché da bambini abbiamo giocato a Monopoly e ci siamo “divertiti” (vedi paragrafi 1 e 2), Monopoly sia ancora il miglior modo per introdurre qualcuno all'hobby, è una menzogna che spero nessuno di noi abbia il coraggio di raccontarsi e raccontare.
L'offerta attuale per bambini, neofiti, famiglie è talmente vasta, mirata, sofisticate e soprattutto realizzata con cognizione di causa in ambito di game design, che non c'è nessun reale motivo, nessuno, per avere una scatola di Monopoly, se non per affetto o ricordo.
Si rischia anzi l'effetto contrario: provate a fare appassionare qualcuno, oggi, dandogli in pasto Monopoly come primo gioco. Probabilmente scapperà fuggendo e del vostro hobby non vorrà saperne più nulla, ritenendolo un misto di noia, frustrazione, lungaggine e infantilità.C'è però un altro motivo per cui il Monopoly – e altri suoi parenti – sono invisi a quelli che fanno della divulgazione e dall'approfondimento ludico il proprio hobby.
E parlo di hobby, non di mestiere, perché è ovvio che chi ci campa ha interessi diretti a vendere i suoi giochi e non il Monopoly, per cui sarebbe scontata la sua posizione.
Quando si va a un supermercato o a un negozio di giocattoli in una città di provincia (in cui spesso mancano proprio i negozi specializzati), i giochi della grande distribuzione, Monopoly in testa, sembrano gli unici esistenti, immutati da almeno sessant'anni. Con qualche reskin alla moda, qualche microvariazione, ma sempre loro.
Quando Steward Woods parla dei giochi del mercato di massa, dice: “they have acquired this status largely through a combination of manufactured nostalgia and effective marketing”.*
Nostalgia e pubblicità, non qualità.
“Hasbro and Mattel now have little motivation to explore the potential of new game styles” (Mike Petty, 2006)
“Hasbro is fat and happy and basically doesn't give a fuck about innovation” (Greg Costikyan, 1998).
Ecco perché vedere quegli scaffali pieni di giochi, mediocri e sempre uguali a se stessi, fa male a chi ama l'hobby. Ma ancora più male fa il trovare sostenitori tra altri appassionati (sporadici e alle prime armi per lo più, o poco informati sulla storia dei giochi e sulla loro evoluzione), che ancora sono lì a esaltare Monopoly e le sue “doti”.
Del paragrafo precedente, questo è una diretta conseguenza. Chi fa diffusione sa che quegli scaffali dei supermercati e dei negozi di giocattoli, con quei giochi, non sono una porta d'ingresso al mondo dei giochi da tavolo, semmai il contrario: sono una barriera.
Fanno danno in tre modi:
Monopoly e gli altri giochi del mass market non sono gli antenati dei moderni giochi da tavolo, che sono appunto classificati come hobby games, da chi ne ha ricostruito la storia.*
Gli hobby games sono un'altra cosa, sviluppatasi parallelamente al mass market, con un altro pubblico, altre motivazioni, altri interessi. L'hobby game deriva dai vecchi wargames, passa dai giochi di ruolo, dai giochi di carte collezionabili, attraversa i giochi american e si evolve infine nella scuola euro che ha poi contaminato tutto il resto, in un meraviglioso viaggio a ritroso. Sono linee di sviluppo parallele, con aspetti in comune, certo, ma molti meno di quante si pensi.
Il Monopoly non è l'antenato dei nostri giochi, del nostro hobby.
In questo senso non dobbiamo avere verso di lui e i suoi simili nessun senso di gratitudine o rispettosa venerazione.
È solo un parente lontano. Un parente che quando eravate piccoli vi ha fatto qualche regalo e ora voi lo ricordate con affetto e un po' di nostalgia.
Ma se andate a ritirare fuori quei ricordi dal fondo del baule in cui li conservate con piacere, scoprirete che erano solo chincaglieria.
E quel parente, se potesse, divorerebbe voi, il vostro hobby e la vostra passione, così come rischia di fare con tutti quelli a cui suggerite, più o meno direttamente, che Monopoly è ancora in bel gioco e che vale la pena prenderne uno o più, dallo scaffale del supermercato. O dallo scaffale della libreria, per proporlo agli amici.
Questo non dovrei nemmeno spendere tempo a contestarlo.
Il McDonald non è il miglior ristorante del mondo. I cinepanettoni non sono il miglioro prodotto cinematografico italiano. La trap... no dai, alla trap ci arrivate da soli.
Quando un hobby si massifica, la qualità cala. Per venire incontro al grande pubblico, il livello scende sempre.
E questa è solo una parte del discorso. Perché le vendite non vengono effettuate solo in base alla qualità, ma anche alla pubblicità, al martellamento mediatico, alla potenza economica di chi propone un prodotto.
Quindi è un cane che si morde la coda: l'abitudine crea la domanda, la domanda finanzia la pubblicità, la pubblicità aumenta la domanda. Perché i grandi editori del mass market dovrebbero investire e rischiare in nuovi giochi, quando rivestendo i vecchi con un abito nuovo sanno di vendere a una enorme massa di persone? (vedi il paragrafo 5).
È molto bella e triste la storia del Monopoly. Da giocatore e appassionato rispetto lui, l'idea alla base della sua nascita, la sua autrice. Così come è importante il suo ruolo storico, di apripista nei giochi del mass market, pur nella sua paradossale parabola, che lo porta dal dover essere un simbolo di critica al capitalismo, a un simbolo del trionfo del capitalismo stesso.
Rispetto Monopoly come apripista per i giochi da tavolo nell'immaginario collettivo, ovvero l'aver messo al corrente il grande pubblico del fatto che esistano anche i giochi da tavolo, che esiste anche questo tipo di divertimento, di passatempo da fare tutti assieme: questo sì.
Ma per me, i suoi meriti si fermano lì.
* Eurogames: the design, culture and play of modern european board games (Stewart Woods, 2012)
Ahaha mi sono proprio divertito!
Ora sarebbe bello un mega podcast con una canzone trap che elenca tutte le versioni del monopoly create fino ad ora. Ahaha
Ottimo, grazie mille! Questo post me lo salvo...
Applausi.
Bell'articolo; con una conclusione che condivito in toto.
Questo non vuol dire che questo gioco sia definitivamente nel mio dimenticatoio; saltuariamente (semel in anno licet insanire) in famiglia una partita con il classico Monopoli - e mi vanto di scrivere questo titolo con la vecchia dicitura - può anche scapparci.
Paolo (MPAC71)
Aggiungo che purtroppo Monopoly ha dalla sua, oltre alla vastissima distribuzione, il fatto che la gente lo compri e giochi subito senza leggere il regolamento, "tanto so già come si fa".
Ottimo articolo, acido, amaro e disilluso al punto giusto.
Considero Agzaroth come l'equivalente enologico della "Madre dell'Aceto"...
Mi fa piacere che hai collocato definitivamente Heroquest nello stesso universo nostalgico di Monopoli.
Infatti in giro c'è di meglio, al giorno d'oggi.
Niente vieta agli appassionati di vivere di nostalgie, però.
Comunque non si può contestare la Hasbro per la sua politica di vendita: minimo sforzo (progettuale) e massimo rendimento.
Ogni tanto fanno una versione "speciale" (Harry Potter, Star Wars, Signore degli Anelli), altra secchiata di vendite e sono già a posto.
Si porranno il problema quando non venderà più come gioco.
Al momento hanno ragione loro a continuare così.
Tutto il resto è noia
No, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia
Maledetta noia. Cit. Franco Califano ?
Condivido in pieno. Se devo pensare alla mia storia, monopoly casomai mi ha allontanato da gdt. Se oggi sono qui è grazie ai giochi storici citati sopra (aggiungo anche Inkognito, Starquest , Stratego). Giochi belli ci sono sempre stati, monopoli anche nella ridotta scelta dei tempi era semplicemente brutto. Ci si giocava perché tutti lo avevamo a casa e tutti (anche se in verità nessuno) conoscevano le regole, ma finiva, se finiva, sempre in grandi frustrazioni, litigi e odio verso l'umanità.
Tutto giusto, unica cosa:
Quando un utente poveretto, su qualsiasi thread o pagina ovunque nel mondo dice che a lui Monopoly piace, è inutile ricoprirlo battute e sfottò (volevo usare un altro termine, intelligenti pauca)E vedo lo stesso col risiko.
Le persone si muovono con la persuasione a provare qualcosa di nuovo, poi la consapevolezza verrà da sé.
Ottimo articolo! Non so se sono il solo, ma la penso in maniera analoga anche del Risiko.
Con questo articolo hai centrato perfettamente il problema. Sarebbe auspicabile lo leggessero tutti coloro pro e contro il Monopoly e credo che entrambe le categorie non possano che concordare con quanto scrivi. Personalmente ho un bel ricordo di quelle partite,(ma perchè non vi erano altri giochi), poi nel tempo sono arrivati Cluedo, Heroquest, Risiko, tutti bei giochi che appartengono a quel tempo ma che oggi non reintavolerei mai e poi mai. Grande articolo comunque.
Ecco, Monopopli mi ha fatto venire in mente "Monopoli Junior", una versione semplificata per bambini che fu regalata a mia figlia qualche anno fa (non da me).
Grafica puccettosa, regolamento semplificato, pedine carine...
un piccolo problema progettuale però...
Due tiri di dado sbagliati e andavi in fallimento! il bambino che ci giocava, dopo 3-4 minuti da inizio gioco era fuori! aveva perso!
Risultato: Shock emotivo e mia figlia che piangeva come una fontana!
Abbiamo riprovato, ma niente, il gioco è fallato.
Assolutamente devastante per un bambino piccolo. se i dadi girano male esce di scena dopo 5 minuti senza avere fatto neanche un ragionamento minimale.
Quale m...a di progettista ha ideato una versione per bambini così idiota???
Che scopo pedagogico ha una versione così imbecille del gioco?
Gioco archiviato in fondo ad un armadio, lui e le sue pedine puccettose del cavolo.
Scusate lo sfogo, ma era giusto per restare in argomento, circa il cinismo e lo scopo del gioco citato da Agzaroth...
Ecco, Monopopli mi ha fatto venire in mente "Monopoli Junior", una versione semplificata per bambini che fu regalata a mia figlia qualche anno fa (non da me).
Grafica puccettosa, regolamento semplificato, pedine carine...
un piccolo problema progettuale però...
Due tiri di dado sbagliati e andavi in fallimento! il bambino che ci giocava, dopo 3-4 minuti da inizio gioco era fuori! aveva perso!
Risultato: Shock emotivo e mia figlia che piangeva come una fontana!
Abbiamo riprovato, ma niente, il gioco è fallato.
Assolutamente devastante per un bambino piccolo. se i dadi girano male esce di scena dopo 5 minuti senza avere fatto neanche un ragionamento minimale.
Quale m...a di progettista ha ideato una versione per bambini così idiota???
Che scopo pedagogico ha una versione così imbecille del gioco?
Gioco archiviato in fondo ad un armadio, lui e le sue pedine puccettose del cavolo.
Scusate lo sfogo, ma era giusto per restare in argomento, circa il cinismo e lo scopo del gioco citato da Agzaroth...
E' il capitalismo bellezza! Soprattutto è il capitalismo finanziario...
Ottimo approfondimento, bravo Agz.
...mi rimane un dubbio: "Catan, ad esempio, che prende il meglio di Monopoly e lo modernizza"
Ci ho pensato un po' ma faccio parecchia fatica a trovare la parentela tra i due (e comunque ritengo anche Catan "vecchio", anche se infinitamente più maturo di Monopoly).
Come non essere d'accordo su tutti i punti. Fanno quasi ridere tutte le versioni "nuove" che ogni anno escono e si accumulano sugli scaffali degli ipermercati.
Alcune possono essere interessanti per una sola questione di "collezionismo" (a me hanno recentemente regalato la versione di SAILOR MOON) ... ma resterà lì intonsa e credo che mai ci giocherò.
Le versioni fanno quasi ridere, però tuo malgrado ne hai una in casa...praticamente come una erba infestante...:))
e sai già che non ci giocherai mai....:)))
La Hasbro ha vinto ancora...
La forza scorre potente nella Hasbro....
Condivido tutto l'articolo, e l'ho sempre pensata allo stesso identico modo, scontrandomi infatti coi vegliardi del "va rispettato!!!" che proprio non ce la fanno.
Parere diametralmente opposto però su Hero Quest (che non è l'argomento principale dell'articolo ma una postilla, però è presente, quindi mi esprimo): La gente non ha capito che, sia all'epoca che adesso, quello in vendita non era un gioco, ma un "editor".
C'è una scatola, con arredi, magie, oggetti, mostri di vario tipo, 10 quest di esempio, e poi una secchiata di schede personaggio e pagina bianca in fondo al manuale dove ti invita ad iniziare a camminare da solo da lì in avanti.
Hero Quest è questo: una confezione di Lego, con un esempio di montaggio, poi fai tu. Un manuale di D&D con la quest introduttiva allegata, e poi fai tu.
Io ho fatto 50 e passa quest differenti, sul sistema Hero Quest, che è un sistema che funziona (e occhio a chi lo giudica male, che sicuramente lo ha giocato coi mostri italiani buggati tutti con 1 hp e non con quelli americani dove avevano 1, 2 e anche 3!).
E' bilanciato meglio di tanti altri, proprio perchè ragiona su numeri bassi. Fare un attacco da 1 dado o farlo da 3 dadi, è mostruosamente differente.
In tanti crawler successivi ne lanci 4, ne lanci 6 di dadi... e tutti hanno venti icone sopra, trigger, fulmini ecc, che non capisci neanche "quanto" stai picchiando esattamente.
Se in Hero Quest ho un mostro da 1 hp, e lancio un dado solo, lo so bene. 50% di poterlo colpire, con leggera chance (magari un sesto, se tira un dado) che si scudi.
Posso prendere in considerazione se farlo o meno, ragionarci, chiedere al mio compagno che lancia di 2 dadi magari di farlo lui, e io faccio altro. Personalmente adoro la "matematica" base ed elementare di Hero Quest. E adoro il "timore riverenziale" che provoca un mostro da 3 hp e che picchia con quattro dadi, quando entra in plancia.
Ma a parte tutte queste digressioni, Hero Quest secondo me soddisfa o delude, solamente in base al fatto se una persona CONOSCE quello che sta comprando. Stai comprando un editor di missioni fantasy classiche. Devi aver voglia poi di farle, con l'inventiva e la passione di un master.
Se io compro la miglior grattugia del mondo, e la volevo elettrica, apro, resto deluso, e voto 1, mentre poi trovo una persona che la valuta 10 perchè sapeva che stava comprando una grattugia manuale. Si parla di aspettative, e si parla di consapevolezza del prodotto che acquisto.
Mio personalissimo parere, da persona che lo possiede e lo gioca con tutta regolarità.
Monopoly è la corazzata Kotiomkin dei giochi da tavolo, ma purtroppo non c'è ancora stato un Fantozzi ad urlare alle masse il suo "apprezzamento".
Le masse continuzano a trovare al supermercato tantissimi giochi di vecchia concezione: perché gli editori di giochi moderni non "rivoluzionano" i supermercati? A volte qualcosina c'è, ma non è abbastanza.
Anch'io sono pienamente d'accordo su tutto. Però sarei in difficoltà se qualcuno mi chiedesse "E allora perchè alle finali dei campionati mondiali ci arrivano sempre gli stessi?". In effetti è una cosa che non ho mai capito. Se fosse veramente solo "un gioco dell'oca un po' pompato" (come, ripeto, sono convinto anch'io) i finalisti sarebbero tutte le volte diversi e casuali. Quindi probabilmente c'è dell'altro ma personalmente faccio veramente fatica a capire cosa...
Mancava un bell'articolo in home di Agzaroth per scatenare un po' di flame!
Comunque non posso che concordare su tutto (anche su Heroquest).
Come non essere d'accordo su tutti i punti. Fanno quasi ridere tutte le versioni "nuove" che ogni anno escono e si accumulano sugli scaffali degli ipermercati.Alcune possono essere interessanti per una sola questione di "collezionismo" (a me hanno recentemente regalato la versione di SAILOR MOON) ... ma resterà lì intonsa e credo che mai ci giocherò.
Fatto lo stesso con l'edizione Star Wars, che ho comprato in offertHONA.
Secondo me Monopoly ha allontanato più gente di quanta ne abbia avvicinata al gioco da tavolo.
Rinnegare gli inizi non ha tanto senso, ormai per molti della mia generazione il Monopoly ed i Risiko sono i target di riferimento .... cosa mi dicono le nuove persone che incontro e conosco quando dico :" sono un appassionato dei giochi da tavolo" ...e quelli ti rispondono : " ahh come Monopoly e Risiko? " ecco ...la classica risposta ...
Alle finali arrivano sempre gli stessi perchè giocano solo loro i "campionati mondiali"... Saranno in quattro in tutto ;)
complimenti per l'articolo, sono sostanzialmente d'accordo su tutto. Però non mi sento di affiancare heroquest a monopoli. HQ è sicuramente un gioco molto lacunoso se giocato adesso ma rispetto a monopoli rimane un validissimo mezzo per introdurre piccoli giocatori ai giochi da tavolo. I miei figli di 6 e 4 anni lo apprezzano in pieno. Vuoi per la componente visiva eccezionale, vuoi perché facendo lo stregone posso sempre far evitare la frustrazione e mantenere la giusta tensione, vuoi perché il regolamento è in effetti ipersemplice. Se dovessi metterli davanti al monopoli non reggerebbero 5 minuti.
Se dovessi metterli davanti al monopoli non reggerebbero 5 minuti.
Ma Mamma Hasbro ha pensato a tutto: per i tuoi figli c'è infatti MONOPOLI JUNIOR!! :)))
Sono d'accordo con te, soprattutto sul fatto che oggi come oggi possa avere un mero valore storico e nostalgico.
Mi auguro che tra pochi anni il suo posto, sugli scaffali della grande distribuzione e negli armadi delle famiglie neofite, possa essere preso da Dixit (più immediato, più veloce e più divertente). Non credo di sbagliare dicendo che una cosa del genere stia già avvenendo...
Ed ecco un altro articolo interessante di Agzaroth. Monopoli, al contrario di risiko, lo ricordo come un incubo. Ci ho fatto al massimo 4 o 5 partite e non di più: il mio incubo è iniziato con l'ultima partita che durò la bellezza di 5 ore e nessuno scambiava. Mamma mia. Il gioco è veramente mediocre al limite della sopportazione e anche in questo caso improponibile. Concordo anche su catan (lo definisco il monopoli del futuro) che sicuramente risulta piacevole e divertente in quanto gli scambi li fai e poi funziona. Come detto ormai lo troviamo in tutte le salse ma tanto è sempre lo stesso con regole diverse. Se per risiko posso rifarci una partita per questo proprio no. Ribadisco che una persona si possa divertire anche con monopoli ma concepirlo come unico modello per un gioco da tavolo allora è sbagliato e si può parlare di immobilismo ludico altrimenti se la persona lo vede come uno dei tanti giochi che si può fare non c'è nulla di male.
My 2 cents: mi definisco un gamer al 100%, lo sono sempre stato. Ho giocato e gioco di tutto: videogiochi, giochi di ruolo e da qualche anno giochi da tavolo.
Ho sempre avuto la potenzialità di amare i GdT ma è "grazie" a prodotti come Risiko e Monopoly che non li ho mai presi neanche lontanamente in seria considerazione...fino a che non ho incontrato Catan.
LODE LODE AL GRANDE CATAN! Lui sì che si può definire il VERO capostipite dei GdT.
Per quel che mi riguarda il fatto che sia tornato, o forse dovrei dire arrivato, ai giochi da tavolo a quarant'anni passati, con la netta sensazione di non poter più recuperare per tanti motivi tutto il tempo e la cultura ludica persa, ha due nomi precisi: Monopoly e Risiko. Maledettissimi.
Voglio fare outing. Sul mio tablet ho Monopoly. Originale e acquistato. E lo uso frequentemente.
La trap... no dai, alla trap ci arrivate da soli
tanta stima...!!! ??
Articolo fatto benissimo ed interessante come al solito. E per la prima volta sono andata a sentirmi la trap su youtube....ahhahahhah
Anch'io ho ben due copie di monopoli: una in Italia della mia infanzia ed una qui trovata ad 1 euro all'usato.Lo so non ho resistito. Ho anche un Monopoly junior che pero' ha un'automobilina che gira e permette la costruzione di casette con i lego.
Sono d'accordo che Monopoly sia un pessimo gioco, come lo sono tanti nella grande distribuzione che in tutti i settori e' stata sempre pessima adeguandosi ed imponendo modelli culturali mediocri. Pero' quando i miei amici ci hanno voluto giocare non ho detto di no se divertiva alla compagnia. Vi assicuro che ci sono tante persone che si rifiutano di giocare a giochi diversi da Monopoly, Risiko, Indovina chi, il gioco dell'oca etc.... Io li ho un po' invogliati regalando loro Fantascatti, Hanabi, etc...ma non e' valso a niente.
Posso pero' anche confermare che ho in famiglia persone che hanno detestato i giochi da tavolo a causa di Monopoly. Li stanno rivalutando ora quando gli descrivo i giochi che giochiamo qui.
Una precisazione su un paio di giochi citati nell'articolo:
- Gira la ruota: penso che non esista nessun gioco da tavolo che si chiami così. Tra Gira la moda e La ruota della fortuna, probabilmente Agzaroth voleva citare La ruota della fortuna. Personalmente, visto che questo articolo può essere letto anche da un millennial, avrei citato giochi televisivi più recenti.
- Passa la bomba: per me non è un giocattolo perché comunque viene richiesta una conoscenza delle parole della lingua italiana, mentre nei "giochi che sono più giocattoli" nella maggior parte dei casi l'esito della partita viene determinato dalla fortuna o dalla destrezza dei giocatori.
Il suggerimento che mi viene da dare per il futuro, quindi, è questo: come gli appassionati di giochi da tavolo storcono il naso quando vedono Monopoly nelle classifiche tipo "i 10 migliori da tavolo di sempre" stilate da "una persona qualunque" che non conosce i giochi moderni, allo stesso modo potrebbero informarsi un attimo prima quando citano giochi della grande distribuzione e simili.
ho messo titoli a caso proprio perché non volevo entrare nello specifico. Al posto di passa la bomba mettiamone pure un altro più giocattoloso, chessò, Otto il Maialotto, non importa.
Così come Scacchi e Go sono stati citati non perché paragonabili a Monopoli in alcun modo, ma solo per il discorso di "vecchio = brutto". Insomma: la Luna, non il dito.
verissimo.
Io stesso francamente non mi ricordo di essere mai riuscito a finire una partita al Monopoli, terminava sempre per sfinimento. Per i vecchi HQ o l'Isola di fuoco mi godevo l'intero climax della partita. Magari da piccolo non avevo il modo giusto per esprimerlo, però l'impressione nel primo caso era comunque di vedere un film lento e senza una conclusione, perciò insoddisfacente, negli altri due invece no e mi ci divertivo.
Completi per l'articolo!
Io ho una riflessione sul bello/divertente e sull'accessibilità all'acquisto.
Premesso che concordo nel dire che ci sono giochi migliori, però Monopoli, per il target di giocatori che ha é di fatto un gioco che nella sua grande imperfezione funziona. Io ci giocavo da bambino ed il gioco funzionava perché ci faceva divertire. Tutti lo conoscevano(o quasi) ed un elemento che i bambini apprezzano molto(anche oggi lo vedo nei fogli) é quell'elemento di "compravendita" che in altri vecchi titoli era completamente assente. Valutando adesso razionalmente le contrattazioni, risultano assolutamente inique(tipo la società elettrica dandoti l'hotel che ti consente di costruire), ma divertenti. Se il gioco ti diverte ha raggiunto il suo scopo.
Questo elemento secondo me non é da sottovalutare perché insegna ai bambini ragazzi delle nozioni sul contrattare valutando il costo beneficio, che nessun altro gioco al supermercato offre. Hotel ad esempio é un puro gioco dell'oca .
Infine è da considerare che nei giocatori da tavolo, noi siamo l'eccezione. Molti ignorano che oltre monopoli c'è un mondo di titoli migliori, molti altri probabilmente dicendo "kick starter" penserebbero al calcio d'inizio di una partita di calcio. Quello che vince ora é l'ignorare questo, per questo lo venderanno fino a quando non ci sarà altro. La distribuzione si sta evolvendo pian piano ed in alcune librerie o negozi di giocattoli si iniziano a vedere altri titoli "meno commerciali".
Sono però convinto che, anche aumentando l'offerta nei canali distributivi di giochi moderni, Monopoly continuerà lo stesso a vendere, non perché fanno un semplice restyling, ma perché:
1)Lo conoscono tutti
2)la parte di contrattazione e di proprietà piace al target
3) é immediato nella spiegazione
Dico infine che confrontandolo ai titoli comprabili in un supermercato,ad esempio Hotel, Brivido(che a me piaceva tantissimo per l'ambientazione ma che non esiste più),...Monopoli é sicuramente un gioco più complesso.
In definitiva, fino a quando non si esce dal proprio guscio di casa non puoi sapere che esistono soluzioni abitative migliori.
Sarebbe interessante capire non il perchè del fatto che ci sono sempre 3-4 edizioni di Monopoly nei supermercati (ultimamente anche Monopoly Fortnite), bensì che requisiti deve avere un gioco per essere scelto e messo a disposizione negli scaffali.
Altrimenti ci stiamo arrovellando sul nulla.
Le marche presenti di giochi di società nella GDO sono generalmente:
-Mattel, Hasbro, Ravensburger, Clementoni. Occasionalmente Lisciani.
Intendiamoci, di Ravensburger, puzzle e labirinto magico! mica altro!
Perchè?
Cosa deve garantire l'editore per essere scelto?
Deve avere le spalle larghe finanziariamente e accettare tempi di pagamento epocali?
Deve fare sconti da panico?
Deve proporre giochi facilmente identificabili come target dai genitori o nonni (che sono quelli che li regalano ai figli)?
Deve garantire un post vendita capillare a livello nazionale? a livello europeo?
Sarebbe interessante intervistare un responsabile dell'ufficio acquisti di Carrefour o Coop per capire.
Credo perché loro lavorano sulla grande distribuzione e sono strutturati per farlo. I loro prodotti sono studiati per la grande distribuzione per questo motivo non vedremo mai sugli scaffali dei supermercati, tipo Twilight Imperiumm, cioè dei giochi comprati da una piccola cerchia, come noi. Ci sono dei giochi sulle nostre corde, che hanno un mercato più vasto del nostro come ad esempio Dixit e che si possono trovare alle volte nella grande distribuzione. Credo si tratti banalmente di essere strutturati e di poter fare margini di profitto con quel determinato canale .
Noi siamo una nicchia di mercato
Ahhh Monopoli. Ridurrei l'intero articolo al titolo del secondo paragrafo, "Divertirsi nonostante Monopoli". Perché sebbene tutti i casual gamers che si ritrovano al tavolo spesso dicano frasi come "io faccio schifo a Monopoli", bene o male qualcuno ci gioca sempre. E a differenza del cugino Risiko, Monopoli ha tre punti "a favore" che fa mandare giù la pillola ai giocanti:
1) Tutti conoscono il regolamento ed eventuali home rules possono essere facilmente implementate e accettate
2) i turni sono piuttosto rapidi, a differenza di Risiko e bene o male si può essere attivi anche nei turni altrui
3) quando si dice che il diavolo sta nei dettagli: la possibilità di contrattare. In realtà (quasi) mai contemplata nel regolamento, questa HR comunemente diffusa riesce, a mio avviso, a dare il vero gusto alle partite di Monopoli. Ho sentito promettere le più svariate "attività di coppia" per due stazioni, nonché pagamenti di cene, pacchetti di sigarette e via dicendo. Della partita a quel punto frega zero praticamente a tutti, vincere o perdere diventa un aspetto praticamente secondario. Questo rende divertente il Monopoli, non il Monopoli. Sia chiaro, vale la prima volta o quella volta ogni tot mesi che lo si ritira fuori. Di certo non potrebbe mai diventare l'appuntamento fisso dei sabati sera, nemmeno se si limitasse la cosa ai sabati piovosi.
Riguardo le vendite, beh si trova ovunque, costa poco e si monta in un secondo. Con le edizioni speciali è pure tornato buono come regalo per bambini e ragazzi.
Certo esistono migliaia di giochi migliori sotto ogni aspetto, ma o si conosce il mondo dei gdt o di certo non si compra a scatola chiusa un gioco su Internet (specialmente se si leggono le recensioni). In più, qualsiasi gdt non ha un costo tanto basso come un Monopoli. Insomma Monopoli, come Risiko, rimarranno termini di paragone per tutti i casual gamers, nel male.
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