Io feld proprio non riesco a digerirlo.... Sarà l' astrattezza che caratterizza tutti i suoi giochi, i materiali che spesso sono poveri, il fatto che ci inserisca spesso insalate di punti.... Intendiamoci, presi singolarmente i tre punti sopra citati non mi infastidiscono... Il fatto che lui li combini tutti e 3 insieme probabilmente è troppo x me XD 🤣
- Genere: eurogame, competitivo.
- Target: giocatori abituali.
- Scalabilità: 2-4 giocatori, non mi sento di segnalare una configurazione migliore di altre.
- Meccaniche principali: lancio di dadi, piazzamento tessere.
- Meccaniche secondarie: open draft, ordine di turno variabile.
- Importanza storica: probabilmente la prima grande rivoluzione nella meccanica di gestione dado dopo Kingsburg.
- Elementi di innovazione/twist: Castelli della Borgogna irrompe sul mercato nel 2011, qualche anno dopo Kingsburg, di cui ho già scritto qui per questa rubrica. In questo caso non possiamo parlare di piazzamento dadi, ma di gestione dadi. Infatti, i due dadi disponibili per ogni giocatore vincoleranno le azioni disponibili, ma non ci sono azioni da rubare agli avversari o siti atti a piazzare i dadi per attivare determinate azioni. I giocatori saranno chiamati a scegliere come ampliare il proprio territorio – rappresentato da una mappa personale – scegliendo tra i vari tipi di tessere esagonali che rappresentano vari tipi di costruzioni, miniere, edifici, pascoli e ovviamente castelli per dirne alcuni, il tutto scegliendo dal tabellone centrale che funge da mercato comune.
- Longevità e alternative: date le moltissime tessere e l'estrema variabilità, già nella sua versione base Castelli della Borgogna si distingue per essere un gioco caratterizzato da un'elevata rigiocabilità. Se ciò non fosse sufficiente, negli anni sono uscite numerose espansioni che introducono nuovi moduli e nuove sfide. Se si è affascinati da questo gioco e si è in cerca di alternative, senza stare a scomodare la versione di carte e la versione di dadi, si può consigliare:
- I Castelli della Toscana: un gioco molto simile, più proponibile rispetto a I Castelli della Borgogna grazie a meno effetti da tenere a mente, che sostituisce il lancio del dado alla gestione della propria mano di carte.
- Bora Bora: un piazzamento dadi che condivide con I Castelli della Borgogna i moltissimi modi per fare punti.
- Grand Austria Hotel: sicuramente nel servire i molti clienti degli hotel austriaci ritroverete quel gusto per le combinazioni a catena tipico degli edifici di Castelli della Borgogna.
Commento
Castelli della Borgogna è sicuramente uno dei titoli più riusciti e apprezzati di Stefan Feld. Al netto dei molti effetti delle tessere territorio, il gioco è riassumibile nelle sole quattro azioni possibili, tre delle quali dipendenti dal risultato del dado (prendere una tessera, piazzarla o vendere le merci), rendendo il gioco proponibile anche a giocatori meno assidui. La manipolazione del dado avviene attraverso i lavoratori che forniscono la possibilità di aumentare o diminuire di uno la faccia del nostro dado, e recuperare due di questi lavoratori rappresenta anche la quarta azione possibile nel gioco.
Come detto sopra, il sistema non rende nessun risultato preferibile a priori a un altro, ma dipenderà da quello che si ha intenzione di fare, richiedendo così al giocatore di sapersi adattare ai risultati dei dadi dato il costo non indifferente di manipolazione di questi ultimi, rendendo il gioco più tattico che strategico. I molteplici effetti degli edifici riescono a generare combo molto soddisfacenti, ma permettono anche di giocare partite con strategie sempre diverse. I punti in Castelli della Borgogna si fanno in moltissimi modi, rendendo, di fatto, impossibile per chiunque non farne nessuno, dando già dalla prima partita un certo grado di soddisfazione anche ai meno abituali. Ciò non deve trarre in inganno: tra giocatori esperti il gioco richiede un'idea molto chiara di cosa si intende fare, un'elevata capacità di adattamento e una forte interazione, seppur indiretta, come è solito per questa tipologia di giochi.