Tanti tanti tanti anni fa .. Eravamo in 5, seconda volta con intavolato Diplomacy. Prima si giocava a 1830 o Civilization. Non era ancora scoppiata la D&D mania. A un certo punto, dopo fasi concitate anche per l'interpretazione corretta degli ordini scritti velocemente su pizzini striminziti, uno dei compari alza pesantemente la voce contro un altro .. volano gli stracci e alla fine parte un "figlio di p..." Scoppia il finimondo dove tutti fanno la loro parte per accusare gli altri di tradimento, abominio e abigeato. Si decide infine di fermare la partita e darsi alla briscola chiamata, Mai più intavolato Diplomacy. Anche perchè i due primi litiganti erano due fratelli ..
- Genere: wargame, competitivo
- Target: per esperti.
- Scalabilità: 2-7, ottimale 6-7
- Meccaniche principali: controllo territorio, negoziazione, scelte simultanee
- Meccaniche secondarie: movimento ad area, dilemma del prigioniero
- Importanza storica: parliamo di un gioco del 1959 che vent'anni prima di Dune (1979) elimina i dadi da un gioco di conflitto bellico, per lasciare tutto nelle mani dei giocatori.
- Elementi di innovazione / twist: Diplomacy è un gioco che, sul tabellone, gioca da solo, ovvero, una volta decise le mosse, la risoluzione del round avviene in automatico. Ciò è possibile con due parole: scelte simultanee e diplomazia. I contendenti sono liberi di prendere accordi, allearti, supportarsi, attaccarsi, bluffare e tradirsi a libero piacimento, poi scrivono gli ordini definitivi per le proprie truppe su un foglio, infine tali ordini rivelati innescano gli automatismi di gioco con movimenti e battaglie risolte matematicamente.
- Longevità e alternative: difficile, se non impossibile, proporre oggi Diplomacy al tavolo da gioco. Ha una durata enorme, la parte diplomatica è poco agevole se si è tutti nella stessa stanza, lo scrivere gli ordini scomodo. Ci sono giochi cha hanno ripreso i concetti introdotti da Diplomacy e li hanno reinterpretati in chiave via via più moderna e con altre ambientazioni, come Dune (1979), A Game of Thrones (2003), Rex: Final Days of an Empire (2012), Rising Sun (2018), Oath: Chronicles of Empire and Exile (2021).
Commento
Questo perché il motore di Diplomacy è proprio la trattativa diplomatica, che ti costringe a stringere accordi con gli altri per non essere spazzato via dal tabellone (nel gioco c'è eliminazione giocatore), ma al contempo, vincendo sempre uno solo, sai anche che, prima o poi, qualcuno vorrà attaccare te.
Quindi il sospetto serpeggia fin dal primo minuto di gioco e nessuno può mai dirsi al sicuro. Anche perché, vista la notevole durata della partita, c'è sempre tempo per tradire e attaccare tutti quanti.
Per il tempo, Diplomacy era un gioco veramente rivoluzionario e visionario. So di persone che lo hanno giocato a distanza scambiandosi lettere per negoziare e per dare gli ordini, poi si è passati alle email, infine alle chat. Partite che duravano mesi e rancori nanici trascinati per anni, di partita in partita.
Questo, virtuale, è probabilmente l'unico modo possibile per giocare oggi a Diplomacy (come già abbiamo detto per Civilization) e altri giochi hanno preso il suo posto sui tavoli fisici dei giocatori, ma l'illustre predecessore merita di essere ricordato per la via che ha solcato per primo.
> DIplomacy - scheda gioco
> Giochi da Tavolo nel tempo: tappe ludiche fondamentali
> Meccaniche e affini: bluff e tradimento