Alle prime posizioni nulla di nuovo sotto il sole, ritroviamo infatti Woodcraft, GTW: Argentina, Atiwa e Starship Captains, già ampiamente commentati nelle precedenti uscite, perciò potete approfondire qui e qui.
Subito sotto ecco che fa capolino uno dei titoli più attesi e che - così crediamo - farà parlare molto di sé in questa fiera: Terra Nova.
Terra Nova è la reimplementazione del capolavoro
Terra Mystica (ormai un classico), proponendosi di semplificarne il
gameplay e ridurne la durata, pur mantenendo una soddisfacente esperienza di gioco. La
Capstone (che pubblicherà
Terra Nova) e la
Feuerland (editore del predecessore) crediamo possano avere indovinato l’operazione di marketing: da un lato cercando di ampliare la base di giocatori del “sistema Terra Mystica” anche ai più
casual, dall’altro facendo conoscere ai novellini del nostro hobby il vecchio prequel.
Terra Mystica ad oggi, nonostante sia già uscita una sua re-implementazione a tema spaziale (
Gaia Project), vanta ancora un’ampia
fanbase di giocatori accorti ed estremamente esigenti, che non perdoneranno sbavature in questo nuovo titolo: perché l’operazione abbia successo
Terra Nova avrà l’arduo compito da un lato di
scostarsi dall’originale a sufficienza per non risultare una copia carbone e contemporaneamente dovrà
mantenere l’eleganza e parte della profondità strategica del predecessore. Auguri! Nell’attesa, abbiamo ordinato un camion di sacchetti di popcorn, del resto siamo certi che se ne chiacchiererà per mesi.
Tornando alla classifica, spunta nuovamente come una verruca Lacrimosa: dobbiamo dire che la tenacia con cui il gioco entra in tutte le liste dei più cliccati andrebbe premiata, stai a vedere che sarà la vera sorpresa di Essen? Per intanto, la linea editoriale è di continuare a insultarlo senza alcuna cognizione di causa, solo ed esclusivamente per nostro diletto
New entry prepotente della Aporta Game a tema civilizzazione: Revive
Dato che a luglio stavano ancora illustrando il regolamento, sembra ottimistico anche soltanto pensare che ci saranno copie presenti in fiera… ma… ma… vogliamo dare fiducia all’editore che la tocca piano con un prezzo
retail di 80 dollarozzi. Sconto fiera. L’autore principale (Svensson) non è nuovo al
design di grandi cacate (
Santa Maria) ma anche di titoli accettabili (
The Magnificent). Molti di quelli che si misurano con un titolo di civilizzazione su mappa, da 90’ di durata massima, hanno fallito lasciando ai giocatori solo quel retrogusto amaro in bocca per gli inevitabili compromessi di
game design a cui hanno dovuto piegarsi.
Forse unica eccezione, ancora forse, potrebbe essere questo qua.
Ad ogni modo la vera domanda che serpeggia intorno a
Revive è:
il gameplay sarà all’altezza degli stupendi componenti? L’utenza (sì, così chiamano oggigiorno i giocatori) a cui autori ed editori ormai si rivolgono è sempre più alla ricerca del gioco-soprammobile e sempre meno del
gameplay soddisfacente. Ciò detto, la serrata polemica tra collezionisti e giocatori - al momento - la guardiamo solamente passare dalle rive del Naviglio Grande senza alterarne la traiettoria.
Seguono altre facce note tra i most wanted: Terracotta Army e Heat: Pedal to the Metal, mentre con gioia affiora nel classificone Tribes of the Wind.
La gioia deriva esclusivamente dal fatto che l’
ambientazione strizza dichiaratamente l’occhio alle produzioni di Miyazaki (Nausicaa della Valle del Vento) di cui lo scrivente si professa grande fan…e possibilmente è anche l’unica spiegazione dietro all’
hype che sta contornando questo gioco. Si parla di un titolo con meccanica di
hand management, di
peso poco più di un family,
orientato più al lato tattico che a quello strategico. Noi lo proveremo senz’altro.
Sorvoliamo a volo di passero la Red Cathedral: Contractors e atterriamo su Discordia.
Le informazioni su questo titolo sono ancora poche. Ciò che sappiamo per certo:
il tema sa di minestra riscaldata, la
grafica è pallosa ma funzionale, l’autore si autoproduce i suoi giochi (molti quelli prodotti, ma con scarso successo di critica) sotto l’editore
Irongames, i preordini per Essen sono già aperti quindi arriverà in tempo per la fiera. Chi ha provato il prototipo riporta un
meccanismo di fine partita innovativo: non ci saranno punti vittoria da guadagnare, piuttosto per vincere dovremo “liberarci” di tutti i nostri lavoratori. Noi ci auguriamo siano solo i lavoratori e non il gioco stesso di cui ci vorremo liberare a fine partita.
Joan of Arc: Orléan Draw & Write. Wow. Sembra quando ti propinano le polpette in mensa: sai già che a tua insaputa metteranno dentro gli avanzi di tutta la settimana.
Nessuna informazione disponibile, se non quelle contenute nel titolo e nella
overview di BGG.
Draw & Write. Attenzione: non
flip & write (
Welcome to,
Cartographers), non
roll & write (
Ganz Schon Clever) ma
draw (“pesca”)
& write.
Quando c’è innovazione nel game design c’è tutto: carte e dadi sono sostituiti dalla pesca di tessere da un sacchettino. Per un attimo abbiamo quasi sperato che
draw & write si traducesse come “disegna e scrivi”… almeno avrebbe solleticato la nostra curiosità, e invece no.
Ci sarebbe piaciuto che Septima fosse il settimo gioco menzionato, ma ci siamo vergognati della freddura. Sarà un caso che il rating medio sia sette punto sette? A nulla è valso il fatto che il numero non c’entri niente con il titolo, che richiama probabilmente la setta di streghe di cui Septima ci vede a capo. Eppure, anche la parola Septima è composta da sette lettere: altra coincidenza?! Il tarlo picchia durissimo su Mindclash, che porta a Essen questa interessante medium weightdemo, deviando dalla schiera dei precedenti pesi massimi (Trickerion, Anachrony).
Materiali e tabellone sono ottimi già dalle immagini del prototipo, la grafica è curata ed evocativa pur sacrificando un minimo di leggibilità. Il cuore di ogni turno è la fase azioni, dove ognuno giocherà simultaneamente una carta dalla mano.
Ecco il twist: se anche qualcuno degli avversari al tavolo sceglierà la mia stessa carta azione, entrambi potremo accedere all’azione nella forma potenziata, pur tuttavia non senza conseguenze. L’indicatore sospetto sale, e a fine round il cacciatore di streghe ci starà con il fiato sul collo e le streghe della nostra setta potrebbero essere soggette a processo con il rischio di... beh, bruciare sul rogo (il regolamento parla carinamente di
“go away”). Nel mix non mancano pazienti da curare, punti saggezza e ovviamente pozioni e calderoni. Se il solo pensiero di intavolare l’ottimo
Trickerion ti fa calare la palpebra, chissà allora
Septima potrebbe fare al caso tuo.
Da Mindclash passiamo a Spielworxx che quest’anno porta Oranienburger Kanal.
Ma… Rosenberg?! Lo smarrimento non risiede nello stimato autore in sé, ma nel connubio con
Spielworxx: il buon Uwe è solito a prodotti ad alte tirature, mentre l’editore è famoso per il contrario oltre a
design di nicchia. Rosenberg si racconta nel suo blog, spiegando che il titolo è considerato quasi una “gemma grezza”, che si addice bene al posizionamento di mercato di
Spielworxx.
Oranienburger Kanal è stato commercializzato tramite
Gamefound, per cui si attende dopo qualche ritardo che il
pledge manager apra verso la metà di luglio a un prezzo tutto sommato onesto. Prima di bagnarvi tutti, fate attenzione:
è un titolo da massimo 2 giocatori. Uli Blennemann, capoccia di
Spielworxx, racconta bene il gioco in
questa intervista. I principali
takeaway della spiegazione sono:
- Il gioco è stretto. Niente a che vedere con la sensazione sandbox della Festa per Odino: ogni azione dovrà essere soppesata attentamente. Le azioni sono poche (5 in totale ogni round - 3 ad un giocatore e due all’altro), e il timing sarà essenziale per selezionare uno dei 7 spazi azione nel tabellone centrale (prendo risorse, costruisco infrastrutture ed edifici);
- Lontana somiglianza con gli edifici di Le Havre. Piazzo le carte industria acquisite sul mio tabellone personale: costano risorse e generano punti vittoria. Ogni industria si attiva quando è completamente circondata di infrastrutture (strade, ferrovie, canali..), e una seconda volta quando è raggiunta da un ponte che mette in comunicazione due edifici adiacenti;
- Ruota delle risorse: sembra un meccanismo interessante in cui manipolare la disponibilità di risorse base e avanzate;
- Il solitario è per gli amanti dei bruciacervelli: gira uguale ma con un’azione in meno, e uno degli spazi azione bloccato a ogni turno;
- Quando le copie del gioco finiscono, finiscono. C’è qualche copia in surplus rispetto alla campagna di Gamefound, ma da Spielworxx ci aspettiamo una sola print run. O adesso o mai più, insomma.
Il canale di Rosenberg ci trasporta ora a My Island, e l’isola è progettata da un altro monumento del gioco da tavolo: Reiner “architrave” Knizia.
L’autore riprende e reimplementa il precedente
My City mantenendone inalterate le caratteristiche di base:
target famiglia,
legacy. L’unica cosa che si sa per certo è che
differisce dal predecessore poiché le tessere da piazzare saranno esagonali, e beh, perché la città diventa ora un’isola :-)
Concludiamo in bellezza con Sabika, dell’autore del recente Bitoku che se chiedessero a noi Puzzillanimi se preferiamo rigiocarlo o mangiare una pizza ananas e patatine ci partirebbe la paralisi da analisi.
Di Sabika non si sa ancora nulla per cui la finiamo qui, che mi devo dedicare a dirimere la scelta non banale Ananas vs Bitouku. E anche perché il prossimo gioco in lista sarebbe Dom Pierre, di cui non ho il coraggio di riguardare la cover art, non dopocena, almeno.
Appuntamento a venerdì prossimo con la nuova lista!
Giochi citati nell’articolo:
- Woodcraft (solo menzione)
- Great Western Trail: Argentina (solo menzione)
- Atiwa (solo menzione)
- Starship Captains (solo menzione)
- Terra Nova
- Lacrimosa (solo menzione)
- Revive
- Terracotta Army (solo menzione)
- Heat: Pedal to the Metal (solo menzione)
- Tribes of the Wind
- Red Cathedral: Contractor (solo menzione)
- Discordia
- Joan of Arc: Orléans Draw & Write
- Septima
- Oranienburger Kanal
- My Island
- Sabika
- Dom Pierre (solo menzione e mai dopocena)