Biografia apocrifa del Signor Darcy
Bruno Cathala nasce nel novembre del 1963 in Francia, dove giovanissimo viene scelto per l'adattamento transalpino di Frankenstein Junior.
Nei primi anni Duemila gli viene pubblicato il suo primo gioco di carte, Lawless; ma allora si era tutti più ingenui. Da allora ha pubblicato più di sessanta titoli, tanto che nell’ambiente ci si riferisce ai suoi giochi con l’appellativo di Piccoli brividi.
Cathala ha collaborato con Serge Laget (Shadows over Camelot), con Ludovic Maublanc (Mr. Jack, Cyclades), con Antoine Bauza (Il piccolo principe , 7 Wonders Duel), con Bruno Faidutti (Raptor) e in generale con chiunque respiri.
Alcuni dei suoi più fortunati giochi portano comunque solo la sua firma, per esempio Five Tribes, titolo che ha considerato lo stato dell'arte per la meccanica della paralisi d'analisi, e il fortunatissimo Kingdomino, vincitore dello Spiel des Jahres, del Gioco dell’anno e della lotteria della filarmonica del mio paese.
Autore versatile e specializzato nei giochi per due, Cathala riesce a tirare fuori il meglio da qualsiasi meccanica, anche la più abusata – del resto è facile: basta collaborare con uno bravo.
Appassionato di teatro, come se già non gli bastasse essere francese, Bruno Cathala vive a Saint-Pierre-en-Faucigny, comune che esiste solo nei suoi giochi.
Bruno Cathala è in giro ufficialmente per l'ambiente dal 2003, l'anno dopo Puerto Rico, per intenderci. In questi anni la sua produzione è stata vasta e per lo più apprezzata, vantando anche numerose collaborazioni con altri autori, soprattutto francesi, focalizzandosi in particolare sui giochi per due, anche ne troviamo diversi pure multigiocatore.
Cathala non è mai stato uno da cinghiali, da giochi pesanti, piuttosto il suo target è quello delle famiglie, con incursioni nei pesi medi: è in queste due categorie di peso che riesce ad eccellere e che forma il suo game design. Come per tutta la scuola francese, i suoi giochi arrivano accompagnati da un bell'impatto estetico e non trascurano di attirare il giocatore tramite grafica e illustrazioni.
Nel 2005 esordisce con uno dei suoi giochi più famosi, meritevole di aver portato al pubblico la meccanica dei collaborativi con traditore: Shadows Over Camelot. Il gioco parla dei Cavaieri della Tavola Rotonda e delle loro missioni, ma in realtà si rivela poi assere mosso da un meccanismo piuttosto astratto. Quello che però lo esalta è la presenza, al suo interno, di un traditore, che invece di collaborare con gli altri giocatori a sconfiggere il gioco, tenta di farli perdere, rimanendo però celato.
Shadows Over Camelot ha una strategia che si rivela più forte delle altre (che non vi dirò) e, per le meccaniche forse un po' troppo astratte e datate, è considerato ormai superato, ma ha il grande pregio di aver aperto un genere nuovo e la strada per giochi come Battlestar Galactica, Dead of Winter, Nemesis e tanti altri.
Con questo biglietto da visita, esce Mr. Jack, un deduttivo per due, in cui un giocatore impersona Jack lo Squartatore e l'altro gli investigatori. La particolare struttura del turno, l'alternanza dei ruoli e la rapidità di gioco ne fanno velocemente un piccolo classico, che troverà nel tempo numerose riedizioni e rivisitazioni, come Mr. Jack Pocket e Mr. Jack in New York.
Seguono due giochi di discreto successo, per famiglie, ovvero Cleopatra e la Società degli Architetti (da poco riedito in edizione pornolusso) e Wicked Witches Way. Se non li avete mai provati o sentiti, tranquilli: non vi siete persi nulla.
Jamaica, invece, forte probabilmente del tema piratesco, delle immagini, della meccanica di scelta simultanea e della scalabilità, rimane un gioco family decisamente appetibile e fresco.
Con Senji fa forse il primo vero passo falso della carriera: si cimenta con un gioco “di botte” (oggi si direbbe “dudes on a map”), peso medio, ma non riesce a trovare una quadra e ne viene fuori qualcosa di anonimo, in cui non c'è mordente e in cui spesso gli scontri sono evitati a favore di una più asettica collezione set.
Dice Town è il suo ritorno a un family di successo, una sorta d'incrocio tra Perudo, Poker e un gioco di maggioranze, ambientato nel Far-West, tra sceriffi, pistoleri e quant'altro.
Tra il 2009 e il 2014 torna invece a cimentarsi con i pesi medi, forse per far vedere al pubblico di essere in grado di tornare ai fasti di Shadows Over Camelot. Ci riesce, con risultati in calando:
- Cyclades è un bello scontro nell'antica Grecia, con una spruzzata di civilizzazione e un'altra di mitologia. C'è una feroce fase d'asta iniziale con la quale i giocatori competono per gli dei e per le azioni loro correlate, per poi scorrazzare per tutto il Mar Egeo costruendo città e templi, arruolare filosofi, combattere. Negli anni si amplia con diverse espansioni, tra cui l'unica imprescindibile è Hades.
- Five Tribes ha nell'immediato forse un successo di pubblico ancora maggiore: è una sorta di mancala fatto con i meeple, in cui i giocatori fanno punti in vari modi. Il fatto è che, se giocato seriamente, calcolando bene tutte le possibilità di turno in turno, non solo diventa un bruciacervelli, ma le partite e il downtime si allungano a dismisura. Va dunque giocato in modo più leggero, anche per combaciare col proprio target... ma in questo modo perde molto di significato e profondità. È un po' un gioco riuscito a metà, in definitiva.
- Abyss esce possibilmente ancora più pompato dei due precedenti, ma si rivela un fuoco di paglia: a fronte di ottimi materiali, ambientazione insolita e bellissimi disegni, il gameplay è poi piatto e scontato.
Nel 2015 il nome di Cathala ritorna nell'olimpo soprattutto grazie al suo coautore: quell'Antoine Bauza assieme al quale mette a punto la versione per due di 7 Wonders: 7 Wonders Duel. È una scatola che ha ancora più successo del già blasonato predecessore e di cui parleremo probabilmente nell'articolo su Bauza.
Da qui in poi Cathala imbocca definitivamente la strada dei family, con successi alterni. Si fanno ricordare Kanagawa e il recente Conspiracy, ma quello che ha più successo di tutti è certamente Kingdomino, tentativo poi replicato con Queendomino (meno apprezzato, però).
Il suo game desing, in definitiva, è caratterizzato da regole semplici e snelle, a cui però associa sempre un qualche twist che ne eleva la qualità, il tutto contornato da accattivanti scelte editoriali a livello estetico.
In definitiva, faccio personalmente molta fatica ad accostare Cathala alla parola “capolavoro”, diversamente da altri autori. Ha fatto ottimi giochi, altri meno, ma chissà, magari il suo miglior titolo deve ancora uscire.
Cyclades
Ambientato nel mar Egeo, tra le isole Cicladi dell'antichità greca, è anche uno dei primi giochi in cui compaiono miniature e mostri di plastica, arruolabili dai giocatori per combattere e potenziare la propria civiltà. Non è solo un gioco di guerra, anzi, lo si potrebbe definire più un gioco di civilizzazione, anche se limitato a una sola epoca e area geografica.
A di là di quello che si fa su mappa, però, il gioco è soprattutto noto per il suo sistema d'asta, con cui i partecipanti tentano di assicurarsi il favore di uno specifico dio e la conseguente azione, di round in round. Ogni volta che si punta su una divinità e si viene scalzati da un'offerta maggiore, si deve immediatamente passare a un altro dio, scalzando l'eventuale offerente, oppure rassegnarsi ad usare il potere di Apollo, che è a disposizione di tutti.
Hades introduce i non morti e una nuova possibilità di scontro e conquista.
Perché dovreste giocarlo
Il sistema di asta è uno dei più tesi e feroci di sempre, secondo probabilmente solo a cose intrinsecamente malvagie come quello di Tramways. Per il resto avete un gioco alla Antike, in cui potete fare un po' di tutto, dall'edilizia alla guerra, dalla filosofia all'espansione, in un tempo limitato, con un regolamento snello e soprattutto con un impatto visivo ancora d'effetto, nonostante si parli di epoca pre-Kickstarter.
Perché potrebbe non fare al caso vostro
Chi si aspetta un gioco prevalentemente di scontri resterà deluso: si combatte poco e saltuariamente.
Ma anche chi si aspetta un gioco di sviluppo e
civilizzazione di ampio respiro, rimarrà deluso, non tanto dall'arco storico, quanto dalla limitata possibilità di scelta e personalizzazione.
Cyclades è un
peso medio senza altri accessori, se non la componentistica di alto livello e per tale va preso.
Kingdomino
L'idea di riprendere il Domino, gioco storico e popolare, trasformandolo in un gioco pop, è stata azzeccata. Ma naturalmente per la seconda parte della sfida ci è voluta una bella realizzazione che fosse davvero alla portata di tutti, pur mantenendo una profondità tale da risultare interessante. Ecco quindi che interviene il twist principale del gioco: i pezzi del domino disponibili di turno in turno sono ordinati per numero e quando un giocatore ne sceglie uno, con la sua pedina, dalla colonna attiva, la posizione di questo pezzo determinerà anche l'ordine di scelta per la colonna di pezzi successiva.
Il gioco si presta a piccole varianti, come costruire un quadrato 7x7 invece che 5x5 o avere l'obbligo di mantenere il castello (il pezzo iniziale), al centro.
Kingdomino ha vinto il prestigioso Spiel Des Jahres, rivelandosi un regalo perfetto per chi non ha mai masticato giochi da tavolo moderni.
Perché dovreste giocarlo
Kingdomino sfrutta una meccanica conosciuta e popolare, che sarà subito familiare a coloro a cui la proponete. Vi aggiunge sopra, però, delle finezze di game design e qualche piccolo strato di complessità, in grado di renderlo più interessante e “nuovo” per tutti i giocatori. Se il vostro target è quello familiare, Kingdomino è sicuramente un gioco che può stare a pieno titolo in una ipotetica top-10 dei titoli più adatti (e infatti lo abbiamo messo nella nostra Top-10: i migliori giochi da tavolo del 2010-2019)
Perché potrebbe non fare al caso vostro
Kingdomino rimane un
family, come tale la profondità è limitata, le scelte ristrette e una certa dose di fortuna, nell'uscita delle tessere, si fa sentire, specie in due o tre giocatori, quando non vengono usate tutte le tessere e parte di esse è rimossa casualmente a inizio partita. Quindi essenzialmente potreste non essere il
target del gioco.
Mr. Jack
Un piccolo gioco di deduzione a parti contrapposte. Anche qui si vede che le cose sono state studiate: la sequenza con cui i giocatori attivano i vari personaggi è tale da lasciare due mosse di seguito allo stesso giocatore a round alterni, in modo da favorire combo; l'altro giocatore avrà comunque la prima e l'ultima (la quarta) mossa del round, che gli consentono di legare subito un eventuale pericolo e predisporre infine il proprio gioco per il round successivo. Ogni personaggio ha un'abilità speciale che può alterare il gioco a favore di entrambe in contendenti e Jack, che avrà il ruolo più difficile, dovrà capire quando esporsi e rischiare per vincere o quando è meglio giocare in modo prudente.
Perché dovreste giocarlo
Mr. Jack , così come le sua variante “per esperti” Mr. Jack in New York sono ancora oggi tra i deduttivi competitivi per due più interessanti e ben concepiti, per regole e tensione della partita. È francamente ancora la prima scelta che proporrei oggi, per chi cerca un gioco di questo genere, seguito a ruota da Whitehall Mistery.
Perché potrebbe non fare al caso vostro
Non è adatto a tutti, perché le regole dei vari personaggi non sono subito assimilabili, fornendo al gioco uno scalino di complessità in più rispetto a Kingdomino. Inoltre la parte di Jack si rivela più difficile da comprendere e giocare al meglio, potenzialmente risultando più frustrante alle prime partite.
Giochi principali
2005 Shadows over Camelot (con Serge Laget)
2006 Mr. Jack (con Ludovic Maublanc)
2006 Cleopatra and the Society of Architects (con Ludovic Maublanc)
2006 Wicked Witches Way (con Serge Laget)
2007 Jamaica (con Malcolm Braff and Sébastien Pauchon)
2008 Senji (con Serge Laget)
2008 Mow
2009 Dice Town (con Ludovic Maublanc)
2009 Cyclades (con Ludovic Maublanc)
2014 Five Tribes
2014 Abyss (con Charles Chevallier)
2015 7 Wonders Duel (con Antoine Bauza)
2016 Kanagawa
2016 Kingdomino
2017 Crazy Mistigri
2017 Yamataï (con Marc Paquien)
2017 Queendomino
2017 Oliver Twist
2018 Imaginarium (con Florian Sirieix)
2019 Ishtar: Gardens of Babylon (con Evan Singh)
2020 Conspiracy: Abyss Universe (con Charles Chevallier)