In questo nostro percorso verso il Goblin Magnifico 2021 abbiamo deciso di condividere col pubblico una lista allargata prima della selezione degli otto finalisti.
La lista viene fuori da una votazione interna tra i giudici, frutto anche del confronto e delle discussioni durate un intero anno.
Tra questi, solo otto la spunteranno e infine solo uno sarà il vincitore del premio, tramite discussione interne.
I particolari potete recuperarli qui: https://www.youtube.com/watch?v=DtfZ5sVMTiU&t=241s
Ma non è di questo che vi parlo in questo articolo, quanto piuttosto di un qualcosa che mi ha fatto particolarmente piacere: il vedere tornare sulle scene molti autori famosi con giochi sopra la media (almeno rispetto alla loro produzione degli ultimi anni).
Dopo gli ultimi giochi decisamente sempre più sotto tono (se si esclude il peso medio
Carpe Diem), Feld rientra in pista con un gioco complesso quasi ai livelli dei suoi
migliori lavori.
Bonfire ha un'anima strategica e una serie di incastri che ne fanno un gioco di non immediata lettura e stimolante risoluzione, pur mantenendo le tipicità dell'autore tedesco, per cui diversi modi per fare punti, un'ambientazione pretestuosa, una serie di meccaniche diverse applicate assieme, di cui una centrale piuttosto astratta.
> recensione Dove invece l'ambientazione non è mai dimenticata è nei lavori di Martin Wallace. Qui troviamo l'autore alle prese con l'adattamento da tavolo di un videogioco:
Anno 1800. Wallace ne viene a capo con la consueta cura per il dettaglio e l'equilibrio tra il determinismo e il caso. Ne viene fuori un gioco molto vario da una partita all'altra, di difficile lettura alle prime esperienze e in cui è necessario costruire un
motore di gioco rapido ed efficiente.
> recensione Dopo innumerevole copie di
Agricola e altrettanto infinite circonvoluzioni di polimini su griglie quadrettate, Rosenberg torna a un peso massimo, pur non tradendo l'ambientazione bucolica della quale, a quanto pare, non può fare a meno. In
Hallertau non si deve sfamare la famiglia, ma coltivare campi a più non posso e soprattutto creare combo e catene di carte per incamerare quante più risorse possibile. Il sistema di gestione dei campi non è meccanicamente rilevante ma è un
gimmick intelligente per ricreare una sorta di rotazione delle colture.
> recensione Friese
Dopo tanti pesi leggeri e medi e dopo esperimenti ludici di varia natura, Friese ritorna sulle scene con un gioco che lo riporta vicino ai fasti di
Alta Tensione. Non è comunque un gioco semplice, non è canonico, non è adatto a tutti e ha diversi elementi che faranno storcere il naso a più di un giocatore, abituato a flussi di gioco e meccaniche più lineari. In questo,
Faiyum è in pieno stile Friedemann Friese, ma nasconde un
gameplay profondo e cattivo in cui ogni mossa pesa per tutta la partita, vostra e dei vostri avversari.
> recensione Concludendo
Non so poi alla fine quanti di questi entreranno negli otto, però fa piacere vedere che anche questi grandi autori, che negli ultimi anni erano francamente un po' bolliti, sono ancora in grado di produrre cose buone. Magari serviva loro giusto un po' più di calma.
- P.S. ci vediamo giovedì 22 Aprile alle 21:30 sul canale YouTube della Tana per l'annuncio degli 8 finalisti.
Nota: non ho parlato di Christophe Boelinger e di Living Planet, nonostante sia per me il ritorno più gradito e anche il migliore tra questi presi in esame. Non l'ho fatto semplicemente perché è un autore molto più di nicchia rispetto ai citati, ma per chi volesse approfondire, ecco la recensione.