Play 2025: numeri e risultati delle aree de La Tana dei Goblin
La sedicesima edizione di PLAY rimarrà nella storia per lo spostamento di sede a Bologna. Sicuramente la nuova location ha giovato in termini di spazi, ma in termini di numeri? Andiamo a scoprirlo!
Eccomi (quasi) puntuale con il solito articolo su numeri e statistiche della Tana a Play. Quest’anno la sfida era ovviamente lo spostamento di sede a Bologna, che ha reso tutta l’organizzazione pre-Play complessa, quasi barocca oserei dire, con tanti mal di pancia e parecchi calendari consumati, ma l’abbiamo affrontata con coraggio e forti dell’esperienza delle quindici edizioni precedenti.
Come ho avuto modo di dire a Focus on Boardgames, il trasloco della sede è come un trasloco di casa: non va sottovalutata la difficoltà di perdere quella “memoria muscolare” che rende il luogo familiare e fa affrontare i problemi con maggiore sicurezza. Quello che non ho detto e di cui, ritengo, pochi si rendano conto è che, per diversi goblin, questa è la seconda volta che la sede del nostro evento preferito trasloca. Tutti pensano a Play, ma prima c’era ModCon ed era in un'altra location, sempre a Modena ma ben diversa, e il primo trasloco della fiera fu forse anche più traumatico di questo a Bologna.
L’esperienza c’era tutta, quindi, e infatti abbiamo impostato le nostre aree cambiando il meno possibile (una novità importante c’era!), ma cercando di sfruttare i nuovi spazi al meglio per riuscire a fare ciò che facciamo meglio: far giocare le persone! Ci siamo riusciti? Vediamolo coi numeri!
Goblin Magnifico
Cosa devo scrivere ancora del Magnifico che non sapete? I loro giochi sono i più richiesti, i loro tavoli sono i primi che si riempiono, i loro giocatori i più concentrati, i loro spiegatori (sembrano) i più affaticati… capite perché hanno pochi tavoli? Altrimenti i volontari del Magnifico diventerebbero tutti “usa-e-getta” ogni giorno!
Scherzi a parte, l’area Magnifico non delude mai e anche quest’anno ha fatto dei risultati invidiabili, eccoli:
Persone giocanti: 1069.
Partite: 285, meno dello scorso anno ma mi dicono che in questo si è alzata la durata media.
Tenendo ovviamente presente il fattore lunghezza dei giochi (e delle spiegazioni) il pubblico sembra aver richiesto molto di più Shackleton Base, SETI e Civolution (rispettivamente i primi 3 posti del podio), mentre il precedente vincitore del premio, Hegemony, si classifica penultimo con 25 partite, ma qui direi che è dovuto alla sua popolarità e al fatto che, nell’ultimo anno, tutti coloro che lo volevano provare hanno avuto modo di farlo.
Re-Play e Premi Internazionali
Il progetto della Tana dei Goblin e Play che permette di far giocare i grandi classici che hanno fatto la storia, anche quest’anno, si accompagna ai giochi premiati internazionalmente per una lista davvero di qualità. Come sempre le aree si confermano di grande interesse e non hanno nulla da invidiare al Goblin Magnifico per affollamento dei tavoli e riscontro in termini di pubblico.
Il primo anno la sfida tra grandi classici e premi internazionali è stata vinta dai classici, il secondo, invece, dai premi, e questo?
Partite fatte: 423.
Persone giocanti: 1489.
Anche in quest’area non si sono battuti i record in questa edizione, ma pure qui si segnalano in media partite più lunghe e quindi, in generale, più tempo di fermarsi al tavolo con evidente minor pressione. Un primo segno dell’ambiente più rilassato di questa Play.
Nella classifica osserviamo che vincono di nuovo i premi internazionali, il cui più giocato è Sky Team (facile vittoria, è un veloce gioco da due!) e, ovviamente, quello con più giocatori Trio (anche qui facile vittoria sul numero dei giocanti!).
Sono titoli che però non hanno il taglio impegnato dei soliti Premi Internazionali e, infatti, non sorprende che anche il titolo Re-Play più gettonato sia Nome in Codice, mentre altri “mostri sacri” più impegnati come Puerto Rico e Alta Tensione, o più recenti come Hegemony o Nucleum, scivolano nel fondo della classifica.
Possiamo dire che il progetto Re-Play sta avendo successo e quindi ormai tutti conoscono e/o hanno giocato un Puerto Rico, oppure stanno diventando meno interessanti per il pubblico che vuole titoli più leggeri?
Una domanda su cui riflettere per la prossima edizione!
Visibility
Questo è il punto in cui ricordo che il progetto non è solo uno stand dai gadget luccicanti e colorati, ma anche una sezione che si occupa di spiegare al pubblico cos'è la Tana, chi sono i goblin e perché fanno quel che fanno… ma quest’anno è stato ambo le cose in modo separato!
All’inizio dell’articolo vi dicevo che c’era una novità, eccola: la Piazza Goblin! Grazie agli ampi spazi di questa nuova fiera abbiamo deciso di creare un luogo che fosse più adatto a fare un po’ di sano marketing delle attività Tana dei Goblin e della Tana stessa, continuando a spiegare chi siamo e cosa facciamo, ma coinvolgendo il pubblico in qualche gioco rapido d’impatto, come il bellissimo Timeline dei giochi da tavolo, il Concept gigante o l’acclamato “lancia i maiali” (che non tornerà, era tempo di fare i salami!).
Questo ci ha anche permesso di avere un punto di ritrovo dedicato e, in generale, di creare uno spazio per qualsiasi iniziativa estemporanea della Tana dei Goblin a Play che lo necessiti, come per esempio le partite a Concept gestite da Bandian (se non sapete chi è, peccato…), o le bellissime colonne dove abbiamo attaccato foto e ricordi di questa Play!
Ovviamente il noto stand, i suoi fantastici gadget e l’onnipresente Megafono non si sono fermati, ma anche quest’anno hanno fatto pescare chiunque, mentre i (fastidiosi?) jingle dello scorso anno si sono evoluti stile pokemon in vere e proprie colonne sonore di vario genere!
Per fortuna l’IA non permette ancora di creare materia dal nulla, altrimenti sono sicuro che un folle goblin dietro un mixer riuscirebbe a mettere in piedi un intero varietà da far invidia a Pippo Baudo!
Area Prestito
L’area prestito de La Tana dei Goblin è l’area più antica di Play, presente già da quanto esisteva la ModCon, e rimane ancora oggi l’ancora di salvezza di tantissimi visitatori in cerca di un tavolo e un gioco (possibilmente spiegato!) per godersi la fiera senza il timer imposto dalle demo degli editori.
Quest’anno, sempre in virtù del trasloco, abbiamo cercato di non variare la formula, onde evitare di introdurre troppa entropia, ma di migliorarla, aggiungendo un ulteriore postazione e cercando di rendere più efficace la gestione del prestito/restituzione tramite i “token” numerati che hanno funzionato decisamente bene e reso molto più efficiente tutto il flusso.
Ci sono stati comunque dei momenti, per esempio Sabato nel primo pomeriggio, dove ambo le code sono arrivate fino alle porte per uscire sule scale esterne che, ammetto mi hanno un po` preoccupato, ma devo riconoscere che nessuno del pubblico si è mai lamentato dell’attesa e che tutti sono invece stati prodighi di complimenti per l’organizzazione!
Tavoli: 220, un “piccolo” aumento rispetto allo scorso anno, ma tenete presente che questo è il numero dei tavoli totali di tutte le aree. Quello ufficiale, ovvio, non sia mai che durante l’allestimento siano comparsi tavoli extra! La domanda vera è: li abbiamo riempiti? Ma ovviamente! Già il venerdì pomeriggio con un certo ricambio, ma il Sabato e la Domenica erano decisamente pieni già dal mattino il che, come chiedo tutti gli anni, lascia dei dubbi sul fatto che a Play si venga per GIOCARE?
Di solito vi elenco tutti i numeri commentandoli man mano, ma credo che quest’anno sia molto più d’impatto la grafica, quindi lascio la parola direttamente all’immagine, eccola:
Che dire se non che sono dei numeri impressionanti? Ma vediamo insieme gli incrementi!
Totale giocatori: 9732, un incremento del 15% rispetto allo scorso anno. Considerato che la fiera dichiara un +17% di pubblico, direi che siamo abbastanza in linea.
Prestiti: [squillo di trombe] 2900, +12% e nuovo record! Sapevo che con più tavoli e una gestione più efficiente avremmo aumentato ancora il numero e sono super soddisfatto soprattutto della qualità del servizio, ma non abbiamo ancora raggiunto il limitre. Lo vediamo tutti il 3000, è lì e bisogna solo capire come raggiungerlo. Sono sicuro che ci proveremo il prossimo anno!
Nel frattempo, ecco puntuale la bellissima infografica a cura di Argonath666.
Giochi spiegati: 1633, il che significa il 56,31% dei giochi prestati. Questo è un dato di cui rimango orgoglioso perché, come dico sempre, garantiamo il prestito e non la spiegazione, ma riusciamo comunque a spiegare un gioco su due. Da cosa dipende allora il fatto che negli anni questa percentuale si stia abbassando?
Prima di tutto in questa statistica continuano a essere inglobati quei prestiti per cui non è stata richiesta nessuna spiegazione perché i giocatori erano autonomi e quest’anno, ma dovete fidarvi della mia parola, lo erano davvero in tanti!
Tuttavia è chiaro che all’aumentare progressivo e continuo del numero dei tavoli non corrisponde un aumento equiparabile del numero degli spiegatori, tanto che in diversi momenti in questa edizione eravamo a corto di volontari perché erano tutti a spiegare!
Potete farvi un’idea dell’andamento d questa grafica:
Anche quest’anno ho inserito tutte le classifiche complete, insieme ad altri dati interessanti, in un topic apposito sul forum così che abbiate modo di vederle e commentarle agilmente, ma lascio la top ten del prestito alla seconda infografica di Argonath666
Guardandola mi viene da sorridere, perché direi che abbiamo ben due situazioni veramente uniche: in primis il ritorno in vetta di un gioco, Heat, è una cosa che non era mai successa prima. Mai un vincitore era tornato e vincere e quindi complimenti a Heat!
In secondo luogo è incredibile osservare come Azul sia inchiodato in seconda posizione ormai dal 2019, sembra fatto apposta ma vi assicuro che non lo è, con al suol seguito un altro mastino intramontabile che non esce mai di classifica: 7 Wonders!
L’unico commento che voglio fare, con un sorriso e una piccola punzecchiatura a qualcuno che mi perdonerà (speriamo!), è che queste sono le vere prove del tempo per i giochi da tavolo!
Qualcuno, malignamente, in passato mi ha detto che vengono spinti certi titoli al prestito perché li sanno tutti e sono facili da spiegare… basterebbe guardare la classifica negli anni per capire che non è così, ma se si prova a passare un’ora al prestito ci si convince nettamente del contrario: il pubblico si fa consigliare, è vero, ma alla fine sceglie sempre in autonomia e vi posso assicurare che ogni anno aumentano sempre di più i gruppi che arrivano e chiedono decisi: “prestami quel gioco!”, segno che Azul, 7 Wonders e Heat sono decisamente tre titoli che il pubblico vuole giocare in una fiera.
Prima di avviarci verso le conclusioni c’è spazio per il giusto momento goliardico delle pungenti, ma estremamente divertenti, pagelle del Signor_Darcy!!
Non lo dico tanto per dire, ma davvero i tre-più-uno giorni di Play, segnati in verde sul calendario, sono quelli che attendo di più nel corso dell’anno, quelli che nelle settimane prima – io che metto via le giacche a febbraio e faccio il bagno nel lago anche in inverno – ho quasi paura di ammalarmi. Da mesi prima non vedo l’ora che arrivi quel giovedì mattina: vuoi perché posso rivedere finalmente persone sempre più care (chi è timido e introverso come me mi capirà, è difficile aprirsi quando ogni anno devi quasi ripartire da zero: ecco, coi goblin sembra quasi di non fare fatica), vuoi perché – non avendo quasi mai l’occasione di spiegare un gioco durante l’anno – questi tavoli grondanti sudore e grasso di salame sono schegge di pura felicità. Ma soprattutto schegge.
C’erano delle perplessità sulla nuova Play in una città più grande e potenzialmente caotica, soprattutto perché a Bologna, ora come ora, ci sono talmente tanti cantieri ferroviari che sembra il tabellone di un 18xx. Il nuovo spazio fiera, enorme, alto, tanto da essere a volte perfino freddo e con un pavimento di cemento che dà un po’ l’idea di un magazzino e che però, tutto sommato e a differenza della moquette di Modena, permette di ritrovare i segnalini che cadono prima che spariscano nel multiverso della polvere, il nuovo spazio – dicevo – era tutto da decifrare; ma l’esimio presidente e i suoi fidi consiglieri, ancora una volta, hanno saputo vederci lungo, allestendo un’area goblin mai così grande, mai così frequentata, mai così verde.
Sempre più grande, sempre più importante (chiedasi agli autori di Hegemony, convinti – come qualcuno ironizzava – di essere invitati a una festa di paese con le costicine e ritrovatisi invece in un girone infernale di quarantamila persone costrette a trascinarsi dietro un metro cubo di scatole), Play è un tritacarne di tre-più-uno giorni in cui dimenticare lo schifo del mondo e le sofferenze personali di ciascuno di noi, un calderone di entusiasmo e afrore in cui i problemi più grossi sono capire sotto che lettera hanno cacciato Sulle tracce di Marco Polo e se al ristorante ognuno possa pagare per sé.
Poi ci sono le persone, tante, tantissime: ho spiegato giochi a ragazzi e anziani, a ragazze che dormivano per la stanchezza e a ragazze che capivano le regole dieci minuti prima dei loro compagni, a genitori che spiegavano le mosse ai figli e a figli che sceglievano i giochi per i genitori, a gente contenta, stremata, stracarica, entusiasta; ho spiegato quello che potevo meglio che potevo e continuo a pensare che questi tre-più-uno giorni, noialtri disagiati con la maglietta verde sudata, ce li siamo meritati.
***
Voto dieci a Max di Lodi: arriva senza voce, durante la fiera perde anche l’udito e, come tutti quelli che hanno bevuto il caffè dell’hotel, anche il gusto; non contento, alla domenica sera decide di farci piangere tutti. Tanto ormai era insensibile.
Voto nove ad Alta tensione: passano gli anni, ma il capolavoro di Friese è ancora in grado di scaldare i cuori. E di rianimare Luca di Trento.
Voto otto alle birre della tana dell’elfo proprio davanti allo spazio goblin: non avrei mai pensato di vedere gente fare un rabbocco di verde in un posto che non fosse una pompa di benzina.
Voto sette ad Anthony di Bassano del Grappa: tre giornate di fiera, sette magliette sudate, nove persone dietro al banco del prestito, una bestemmia per radunarle e al banco incatenarle.
Voto sei per l’impegno a me che ho accettato di spiegare Root a una coppia perché dai, erano in due come le fazioni che conosco: tempo quattordici secondi da quando ho afferrato la scatola e, nel tragitto verso il tavolo, dal nulla si aggregano dapprima castori e vagabondi e, un instante dopo, anche tutti i santi in colonna.
Voto cinque alla serie degli Azul: ormai ci sono così tante varianti che l’anno prossimo nella piazza goblin si potrà giocare alla versione gigante del gioco usando le scatole del prestito.
Voto quattro ad Abducktion: se all’una di notte Mirko Gotcha mi propone un titolo che appartiene all’intersezione dell’insieme A {giochi che lo entusiasmano} con l’insieme B {giochi che Christian porterebbe volentieri alla TdG Moretta} e io accetto di farci una partita un po’ – solo un po’ – è anche colpa mia, ecco.
Voto tre alla big box di Village: l’ho aperta per la prima volta per spiegare un gioco che conosco bene e mi sono sentito spaesato, senza sapere bene cosa dire. In Italia sarei un ministro perfetto.
Voto due a chi ha avuto l’idea di mettere il jenga gigante su un palco di legno: a saperlo prima sugli scaffali del prestito tra Darwin’s journey e Dominionci avremmo messo un defibrillatore.
Voto uno all’odore delle mie calze dopo dodici ore di fiera: a quanto pare i piedi non beneficiano degli spazi maggiori offerti dalla fiera di Bologna.
Voto zero ai venditori di caramelle gommose proprio davanti allo spazio goblin: il voto doveva essere lo stesso della tana dell’elfo, ma gli effetti di venti euro di uova mi hanno fatto cambiare idea.
Conclusioni
Lo spostamento di Play a Bologna era nell’aria da anni ormai. Ogni tanto veniva agitato come spauracchio per spronare una maggiore collaborazione delle entità locali e ogni tanto invocato come salvezza dagli spazi ormai trabordanti di persone che rendevano difficile non solo trovare un bagno libero, ma persino parlarsi stando appiccicati.
Era necessario e giusto farlo, lo sapevamo tutti, ma dire che non mi spaventava sarebbe una menzogna.
Quando quest’autunno sono andato in sopralluogo nei nuovi padiglioni per capire dove saremmo stati, ammetto di esserne stato intimidito: erano così grossi e vuoti che sembrava di entrare in un hangar di un aeroporto e i collegamenti così tortuosi e lunghi che credevo di essere entrato in prima persona in un livello di Doom!
Onestamente non ero affatto sicuro saremmo riusciti a riempire quegli spazi e, soprattutto, a colorarli del verde Goblin così bene come facevamo in passato…
Sono rimasto con questo timore a lungo, fino a giovedì, durante l’allestimento, mentre le aree prendevano forma e le bellissime stampe venivano appese nella Piazza Goblin: improvvisamente tutto cominciava a sapere di casa e ho capito che anche lì avremmo fatto ciò che sappiamo fare meglio: far giocare le persone!
Sicuramente l’uso degli spazi è migliorabile, sicuramente ci sono margini per essere più efficaci, ma sono estremamente soddisfatto dei risultati raggiunti in un nuovo ambiente che, almeno al primo personale impatto, sembrava quasi ostile.
Invece è stato davvero incredibile ritrovare quello spazio vitale per potersi godere il parlare con qualcuno, giocare senza urlare, bersi una birra senza fila o farsi uno spuntino nella food area riuscendo a sedersi. Sono tutte cose che avevamo nei primi tempi di Play, ma che poi sono state sacrificate all’altare del successo dell’evento che, inevitabilmente, riempie gli spazi fino al limite della sopportazione.
Un po’ lo avevo dimenticato, lo ammetto, ma cercherò di ricordarlo in futuro e di farlo ricordare anche all’organizzazione di Play: una delle caratteristiche che ha reso questo evento amato negli anni era la sua vivibilità rispetto (esempio a caso eh!) a una Lucca. Non dimentichiamolo e aggiungiamola come caratteristica fondamentale di Play di fianco alla fiera del gioco giocato!
Chiudo, come sempre, con i doverosi ringraziamenti a tutti i nostri fantastici volontari: chi è venuto ad aiutarci per un turno, chi non si è mai staccato dal turno, chi non era nemmeno previsto ma si è fermato ad aiutare, chi è venuto solo per supportarci in tutte le operazioni logistiche, chi è entrato in fiera il giovedì ed è uscito la domenica sera e anche chi lavora su tutta l’organizzazione da mesi prima… GRAZIE A TUTTI VOI!
Siamo La Tana dei Goblin, siamo orgogliosi di aver dimostrato che possiamo colorare di verde anche gli hangar di Bologna e, perché no, dotarli di pittoresche colonne sonore a tema Goblin!
Complimenti a tutti e soprattutto allo spiegatore di Flamecraft: sono anni che continuo a dire che è il soft spot dei casual gamers malgrado in Tana sia così denigrato e vedo che quest'anno la classifica del prestito mi ha dato ragione.
Un plauso sincero per l'impegno e il successo nel divulgare quest'hobby. Anche io come altri sono stupito in positivo nell'osservare i dati del prestito.
Sì, sì, lo sappiamo chi è Bandian ;-) Complimenti alla Tana dei Goblin per i risultati raggiunti anche in questa prima Play bolognese. Ci vediamo il prossimo anno.
E' bello vedere tanti appassionati che si adoperano e fanno l'impossibile per farti giocare e metterti a tuo agio.
Funzionale il numerino del prestito come la APP con Qr Code che si aggiorna su cosa è disponibile: ho segnalato al limite di aggiungere una sorta di filtro (magari multiplo) che eviti di dover scorrere 400giochi, filtrando quelli disponibili e/o le novità) ....forse è per questo che Noleggiavano così tanto AZUL?
Cari amici, mi siete mancati tutti <3 mi dispiace non essere stata con voi in questo momento di svolta storico (ed epico).
Non era necessario un resoconto finale per sapere che, come al solito, è stato un successo. Ma era doveroso per tutti quei fratelli che si sono impegnati e hanno sudato i "sette calzini" per rendere spettacolare anche questo anno di Play.
Leggendo questo post mi sono commosso. Grazie Jones. Sono orgoglioso di essere Goblin (anche se non ho spiegato neanche un gioco) e del contributo che ogni anno la Tana da a Play. Aggiungo che il Play Magnifico 2025 è andato a Francesco "bandian" Lancia e il premio dossena a Barbra "Babs" Bucci, due persone fiere di essere goblin. Arriveranno anche i ringraziamenti ufficiali da parte di tutti noi, Ludo Labo e Bolognafiere, per il gioioso e giocoso contributo che date ogni anno ... quest'anno è stato molto più faticoso e i tempi di ripresa, almeno per me, sono più lunghi. Buon gioco a tutti
Grazie di cuore! Ho partecipato con tutta la famiglia il venerdì e posso affermare che l'area gestita dai Goblins era la migliore della fiera. Un ringraziamento particolare va all'area prestito gestita ottimamente.
Super bravi!!
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