I 100 Giochi – The Princes of Florence

Un gioco che non poteva non essere in questo elenco e che ha segnato uno standard per tutti gli eurogame

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The Princes of Florence
  • Target: giocatori abituali ed esperti.
  • Scalabilità: originalmente 3-5, con espansioni (incluse nelle edizioni successive) 1-5 (ottimale: 5, buono: 3-4).
  • Meccaniche principali: asta (asta a offerta vincolata), piazzamento tessere (polimini).
  • Meccaniche secondariecopertura/riempimento griglia, economia: punti vittoria come risorse.
  • Importanza storica: parliamo non solo di un gioco che è stato fondamentale per l'affermazione, la diffusione e la cultura della scuola euro di game design, ma di un gioco ancora attuale, sebbene siano evidenti gli elementi che lo rendono un titolo di più di venti anni fa. Probabilmente oggi sarebbe difficile pubblicare un gioco del genere dato che, anche negli eurogame, si ricerca sempre di più l'opulenza e la quantità, non solo a livello materico, ma anche come progettazione di meccaniche e gameplay. The Princes of Florence è invece essenziale, spietato ed elegante a partire dalla sua struttura: sette turni di asta e quattordici azioni a testa. In questo breve arco i giocatori devono ottimizzare tutta la loro strategia, sfruttando al meglio ogni singola mossa e, soprattutto, calcolare al centesimo (di fiorino) ogni spesa fatta perché, come molti sanno, cento fiorini in più o in meno possono sempre fare la differenza, in un titolo come questo.
    È un gioco con due parti ben distinte in ogni round: l'asta e le azioni. La prima è estremamente interattiva e delicata: ogni giocatore può acquisire un solo oggetto per turno, così come ogni oggetto può essere messo all’asta una sola volta; la linea di confine che contrassegna lo spendere troppo è spesso sottilissima e il rischio di varcarla senza accorgersene elevato, così come quello di lasciare acquisire a troppo poco un oggetto da un avversario. Gli elementi utili sono pochi e preziosi e le strategie di tutti il più delle volte in contrasto, instaurando una grande competizione. Le seconda parte, invece, è più solitaria e lascia il giocatore libero di concentrarsi sullo sviluppo della propria corte e della strategia in partita.
  • Elementi d'innovazione/twist: la caratteristica più evidente e che immediatamente salta all'occhio è l'utilizzo dei polimini con cui andare a coprire una griglia (in questo caso la corte), secondo rigide regole. I polimini sono stati uno strumento poco usato per molto tempo, per poi esplodere definitivamente nel game design negli ultimi dieci anni, soprattutto grazie a Uwe Rosenberg, del quale ricordiamo i maggiori successi con tale meccanica: Patchwork (2014) e A Feast for Odin (2016). Precedentemente sono stati utilizzati anche in Antiquity (2004), mentre negli ultimi anni ci sono stati diversi giochi di successo che li hanno usati: The Isle of Cats (2019), My City (2020), Planet Unknown (2022).
    Il secondo twist, meno evidente, ma che ha un impatto forse ancora maggiore sul gioco, è quello che impone al giocatore di trasformare immediatamente i soldi incassati per un'opera d'arte prodotta in punti vittoria, con un rapporto in fiorini/punti di 200/1 (ripreso, fra gli altri, da Martin Wallace in Tinners’ Trail - 2008/2021). Di round in round il giocatore decide quanti soldi conservare per asta e azioni successive e quanti, invece, tramutare in punti. Non sarà possibile riconvertire poi i soldi avanzati in punti, nemmeno a fine partita. Sarà sempre possibile, invece, togliersi dei punti per trasformarli in soldi, all'occorrenza, ma ovviamente con un più sfavorevole rapporto punti/fiorini di 1/100. La partita ideale di Princes of Florence è quella che termina vincendo con zero fiorini rimasti in cassa. Questo meccanismo così spietato e profondo è uno degli elementi più incisivi e, ancora oggi, più freschi del gameplay di The Princes of Florence.
    Il gioco, secondo la concezione più classica dell’eurogame, riduce al minimo ogni componente di casualità; anche la pesca delle carte (unica fonte di aleatorietà) avviene scegliendone una fra cinque.
  • Longevità e alternative: i giochi con piazzamento tessere e asta non sono moltissimi. Soprattutto non sono molti quelli di tale caratura e in cui gli elementi abbiano un peso così importante ed esiziale, ai fini della partita. The Princes of Florence, nonostante la sua struttura anomala e la sua asciuttezza, rimane un gioco che farei provare a chiunque fosse interessato agli eurogame e non solo per motivi storici.
    Per suggerire altri due titoli che comprendono asta e piazzamento tessere, posso dire che sia Keyflower (di Sebastian Bleasdale e Richard Breese, 2012) che The Great Zimbabwe (di Jeroen Doumen e Joris Wiersinga, 2012) sono giochi ad alta interazione e con scelte pesantissime in partita. Se vi è piaciuto The Princes of Florence, probabilmente vi piaceranno anche loro. Un altro titolo che ha una struttura simile (alternanza fra turni di asta e turni di azioni personali) è Goa di Rüdiger Dorn (2004), in cui la parte di piazzamento tessere è sostituita dallo sviluppo di motore personale tramite avanzamento su tracciati tecnologici. Il gioco è caratterizzato da una presenza più ingombrante della componente aleatoria e da un’economia semichiusa, che rende interessante la componente di asta.

Commento *

Wolfgang Kramer e Richard Ulrich lavoravano insieme da quasi un decennio quando pubblicarono I Principi di Firenze nel 2000. Ravensburger aveva sponsorizzato la coppia già a inizio degli anni '90 e negli anni precedenti avevano progettato più di dieci giochi insieme, in particolare El Grande, vincitore dello Spiel des Jahres del 1996.
Alla fine degli anni '90 Ulrich si rivolse a Kramer chiedendogli di realizzare un gioco sul tema di una corte reale principesca. L'idea piacque a Kramer e iniziò a leggere un libro sulle famiglie nobili italiane, in particolare sulle famiglie fiorentine. Iniziarono così a sviluppare il gioco, chiamandolo prima Fürstenhöfe, poi Die Fürsten von Florenz (I Principi di Firenze).
Kramer e Ulrich volevano che ci fossero diversi percorsi praticabili per la vittoria. Lo sviluppo ha richiesto circa un anno e, a causa della necessità di bilanciare le diverse strategie, il gioco ha subito diversi cambiamenti significativi, oltre a numerosi playtest. Circa un anno prima della pubblicazione, Kramer e Ulrich mostrarono il gioco a Stefan Brück della casa editrice Alea, di proprietà di Ravensburger. L'editore rimase colpito e accettò di pubblicarlo in Germania e a livello internazionale. Alea ha così collaborato con Rio Grande Games, che ne ha realizzato la versione inglese.

The Princes of Florence è stato rilasciato nel 2000 raccogliendo un notevole successo. Si è classificato terzo nella votazione del Deutscher Spiele Preis del 2000 e ha vinto il Meeple's Choice Award del 2000. Successivamente vinse anche importanti premi di giochi in Francia, Paesi Bassi e Italia. La cosa più importante è che I Principi di Firenze ha vinto il secondo Gamers’ Choice Award (ora International Gamers Award - IGA), ed è stato definito dalla giuria un “eccezionale gioco di pianificazione e sviluppo urbano”. La vittoria ha segnato la seconda vittoria di Kramer: aveva già vinto l'anno precedente per Tikal (con Michael Kiesling).

Se guardiamo ai giochi pubblicati in quegli anni, i primi della lenta ma inesorabile affermazione degli eurogame, troviamo giusto una manciata di nomi che occupano le prime posizioni di gradimento nella classifica di Board Game Geek. Knizia (Tigris & Euphrates, Modern Art, Ra, Samurai, Battle Line); poi proprio Kramer, con Ulrich o Kiesling (El Grande, The Princes of Florence, Tikal). Tra questi mostri sacri fa capolino solo Bruno Faidutti, col suo Citadels, a dimostrazione di quanto fosse importante, influente e decisiva, in quei primi anni, la scuola tedesca di game design.

Sebbene i dati finali sulle vendite non siano disponibili, il gioco ha venduto almeno dalle 30.000 alle 40.000 copie nei primi anni di uscita, un risultato significativo in un hobby in cui le vendite di 10.000 unità sono considerate un successo. The Princes of Florence è stato stampato in quasi una dozzina di lingue ed è disponibile ininterrottamente dal 2000.
Ha visto numerose riedizioni, spesso cambiando la grafica e i materiali, rendendoli più lussuosi e accattivanti rispetto a quelli più essenziali e spartani dell'edizione originale. In particolare si ricorda la prima edizione deluxe del 2007, poi quella italiana del 2017 a cura di Uplay, infine l'ultimissima incarnazione del 2023.

* parte del commento è tratto da “Revisiting the IGA Winners: Princes of Florence”

Commenti

Da sempre tra i miei preferiti 

 

 

Aste e polimini non fanno per me.

Meraviglioso....conservo gelosamente la prima edizione, comprata negli anni d oro. Per me nella top 5

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