Classifica personale di MadMigone

Capolavoro di Andy Jones, quello che poteva essere una reskin warhammeriana del primitivo Advanced Heroquest fu in realtà il primo "DC definitivo" della storia.

Ricchissimo di illustrazioni che sgorgano dovunque, ogni pagina dei libri è stipata di immagini e dettagli epici pieni di carattere.

Le regole sono semplici, quasi tutto è deciso dai classici d6, le partite si possono trascinare anche per quattro ore, e le parti negli insediamenti sono anche più brutali e spietate.

Insomma non si può non amarlo e venerarlo, è la definizione di un rpg in scatola, con anche la possibilità di introdurre un GM.

Se vi piace stampare griglie e tabelle, in rete è possibile reperire una sterminata messe di materiale fanmade che rende il gioco rigiocabile all'infinito, con letteralmente centinaia di scenari, mappa ed eventi extra.

Se la scatola base è rarissima e costa come l'all-in di un grosso kickstarter di miniature moderno, con le espansioni originali andiamo anche oltre e toccherebbe vendere un rene al mercato nero.

Altrimenti si stampano i libri e le carte del base dai materiali disponibili in rete e ci si arrangia in modo economico.

Direttamente dal seme del mitico WHQ sono poi nati due discendenti che, sebbene ancora giovani e imberbi, hanno già conquistato grosse fette del pubblico di nicchia. Il primo è l'americanissimo Shadows of Brimstone del 2014 targato Flying Frog Productions, il secondo invece è il tenebroso Darklight: Memento Mori, uscito nel 2018 come progetto nato per passione dalla mente oscura di Mauro Pane. Vedremo cosa il destino ha in serbo per loro.

Per il resto i DC moderni sono andati in direzioni completamente diverse, abbandonando le situazioni assurde e casuali che creano storie memorabili favorendo una maggiore attenzione alle meccaniche di combattimento.

Per me questo è il miglior gioco attualmente in circolazione su Batman. Molti elementi approsimativi di Conan qui sono stati limati a dovere. Certo l'anarchia sanguinaria del Cimmero qui manca vistosamente, sostituita dal duro lavoro dei super-eroi alle prese con computer da hackerare e bombe da disattivare la maggior parte del tempo. Ma ci sono tante missioni variegate e divertenti anche in questo Batman, e il fatto che stavolta c'è una discreta scelta di eroi e gadget utilizzabili è un'ottimo miglioramento. Il regolamento è molto prolisso ma in realtà non mi è sembrato quella tragedia che ho sentito lamentare in giro. L'app per la linea di vista qui diventa obbligatoria visto che in certe mappe le cose sono un po' complesse. Tra l'altro funziona molto bene e non è invasiva. 

Skirmish azzeccatissimo in cui riecheggiano i gloriosi combattimenti dell'epopea howardiana. Il gioco pone l'accento sulla parte più manesca e ignorante dell'ambientazione hyboriana; è spietato, splatter e anarchico. Il sistema di gestione dell'energia è intelligente, uno dei migliori partitoriti da titoli american negli ultimi anni.

Tra i materiali, nota di merito ai tabelloni, che sono semplicemente stupendi.

Pochi i difetti, tra i quali mi sento di citare la scalabilità e la scelta di personaggi un poco stitica, sopratutto assieme alla difficoltà nel reperire espansioni e add-on a prezzi umani. Questi tra l'altro sono talmente tanto intricati tra loro, che può essere fastidioso accorgersi che ad esempio per giocare scenario x ti servono 3 minuscoli pezzi provenienti da 3 espansioni diverse,

Volendo cercare il pelo nell'uovo, direi che i materiali stanno già diventando obsoleti dinanzi all'inarrestabile avanzata nella qualità degli ultimi prodotti kickstarter, inoltre i tempi di setup possono essere un po' troppo lunghi in relazione alla durata delle partite. Anche il bilanciamento non è sempre sul pezzo, e certi scenari sono davvero strani.

Sempre affascinante, regala meme che fanno sognare per anni e anni nel rievocarne l'epicità! Impensabile un mondo senza una partita a Dixit almeno una volta ogni tanto.

Classico tra i giochi d'avventura, di Bob Harris, lanciato dalla GW nel lontano 1983. L'autore aveva fatto un gioco dell'oca casereccio ambientato in una scuola, successivamente propose il progetto alla GW ribattezandolo "Necromancer" e riempiendolo di elementi fantasy mutati dalla musica black metal, tra cui riferimenti satanici. La giovane ditta inglese lo pubblicò subito, ma per cercare di piacere un po' a tutti lo chiamarono appunto "Talisman", fornendogli un'ambientazione fantasy più generalistica. Da lì fu un susseguirsi di espansioni e riedizioni a rotta di collo, che lo portarono nell'olimpo dei giochi da tavolo, tra i primissimi giochi fantasy che seppero accativarsi il benestare di una grossa fetta di pubblico.

Non va preso come un gioco da tavolo tout court, piuttosto come un generatore casuale di avventure da vivere in grossi gruppi di amici in serate spensierate. Le scelte dei giocatori sono sempre punite e frustrate dalla fortissima componente aleatoria, che crea grossi fastidi ma anche tanto divertimento. Qualcuno ha detto che Talisman si "gioca da solo" e sicuramente non posso dargli torto, nel senso che i giocatori assistono spesso impotenti al soccombere degli eventi. Eppure c'è qualcosa di magico nelle assurde situazioni che si concatenano in modi sempe diversi, come se il gioco fosse un folle ma geniale DM. Tantissime scene memorabili sono uscite dalle innumerevoli sessioni a Talisman, e nonostante le volte che abbiamo effettivamente finito una partita si contino sulle dita della mano,  ci si diverte tantissimo. Il punto non è vincere o arrivare in fondo, ma semplicemente godersi il viaggio, assaporare ogni singola volta un'avventura diversa.

Se dovessi elencare i difetti di games design di cui soffre questo classico faremmo notte, principalmente soffre di tempi morti, lunghezza eccessiva, aleatorietà esasperante, sbilanciamento tra personaggi e oggetti, bookeeping, ingombro innaturale, e tanti altri. Ma ha anche dei difetti.

Molto bello, un piazzamento lavoratori molto elegante, forse un capolavoro.

Tanta nostalgia per questo gioco di carte, ma come dopo una relazione tossica con una persona, non ho più il sadismo di immergermi in questo gioco. A livello tattico era carino, così come tante le possibilità di deckbuilding, però rispetto alla scelta presente oggi tra i giochi di carte non mi sembra sia invecchiato molto bene.

Edit: nell'ultimo anno, dopo 14 anni di distanza, l'ho scarcerato. Risultato: l'ho rivalutato! I retro-format edison e goat sono spassosi e rievocano i bei ricordi di gioventù. Grande Takahashi, sei un maledetto genio!

Avventuroso competitivo a squadre incentrato su due cose: menare, diventare grossi, rinse and repeat. L'ho trovato molto immersivo e divertente, per chi come me adora personalizzare il personaggio tirando bidoni di dadi. Perchè qua la personalizzazione è ben approfondita e permette tante variabili. Va detto che l'ho preferito nella variante solitaria, in cui diventa un puzzle a tempo abbastanza godibile, non mi ha fatto impazzire nel formato competitivo ma dovrei riprovarlo. Si presta facilmente a delle houserules. Ottimo il regolamento anche se le meccaniche e i cavilli ci sono e non sempre esaltano l'esperienza, ma dopo qualche partita si ingranano e tutto scorre benone.

Draft molto profondo e interessante, ci ho fatto più di cento partite e ne rifarei altrettante senza problemi. Nonostante la maggior parte le abbia perse, è sempre molto stimolante riprovare, visto che ci sono tantissime strategie possibili, davvero una perla.

Cooperativo hack'n'slash molto carino, ottimo prodotto per serate occasionali. Su tutto ottima la tensione, perchè vincere non è scontato e bisogna collaborare per davvero, sparpagliandosi a rompere porte e cercare disperatamente oggetti per sopravvivere. Basta un colpo ben piazzato e un orco zombie, spuntato fuori da dietro una siepe, ti manda all'altromondo!

Materiali pregievoli sebbene la grafica sia a mio gusto troppo generalista. Tra i difetti sicuramente ripetitivi gli scenari e scalabilità inesistente, consigliato dai tre giocatori in giù. Le meccaniche sono vecchie ma girano ancora benone e divertono.

Sarebbe un eccellente DC tematico, sopratutto per un neofita desideroso di tuffarsi nel genere, se non fosse che è introvabile a prezzi onesti e alla lunga smaga. Nel senso che c'è poca rigiocabilità, non esistono espansioni, e le partite tendono troppo spesso a trascinarsi troppo a lungo rispetto alla tattica banale offerta dal titolo.

Peccato perchè l'ambientazione c'è (bellissime le frequenti parti narrative che fanno la tridimensionalità), i materiali pure, e le regole sono molto streamlined e provvedono un ritmo incessante senza tempi morti dall'inizio alla fine. Inoltre è possibile collegare tra loro le missioni a formare mini campagne, un sistema semplice e funzionale che non si complica la vita come troppo spesso succede ai DC moderni. Consigliatissimo per chi vuole un DC one-shot tematico e leggero.

Preso in sconto in un momento di leggerezza sperando fosse carino, si è rivelato una droga!

Consigliato sia in solitario che in gruppo, è molto accessibile, miniature bomba e sopratutto è un vero cooperativo, ogni mossa va "incatenata" tra i giocatori. Battere il villain in modalità epica dà gran soddisfazioni.

Tra i difetti carte e plance di bassissima qualità, poco longevo (leggasi: Bisogno disperato di espansioni), facilona la modalità base per un giocatore smaliziato (ma giusta rispetto al target). 

Un classico un po' invecchiato. Soffre di alcuni problemi nei materiali (leggibilità pessima) e nelle frustrazioni che possono nascere dalle carte e dai dadi. Ma per il resto rimane uno dei migliori dudes on a map che abbia provato. L'ambientazione funziona (nonostante qualche astrazione), la guerra è vivace, il sistema strategico c'è ed è divertente tanto fare punti quanto potenziarsi e tirare bombe di dadi. Una riedizione modernizzata non guasterebbe.

Si apprezzano col tempo (e un po' di sbatta dietro ai tanti cavilli) le raffinatezze strategiche del gioco, raffinatezze che magari alle prime partite passano inosservate, ma alla prova del nove faranno la differenza. Imparando a giocare bene una determinata civiltà si migliorano nettamente i risultati e IL MIO IO STRATEGA (non selvaggio, come avrebbe invece detto qualcuno) ne risulta piacevolmente colpito. Le differenze tematiche tra le varie fazioni sono accennate discretamente quando non esaltate dai disegni frizzantini e in generale una volta entrati nelle dinamiche una partita si macina in un'oretta, 90' inclusi tempi di setup e de-setup. Non l'ho ancora provato in gruppo ma credo rimarrà "solo" un ottimo solitario. Sono curioso di provare Legends!

Un gran bel gioco di carte testa a testa dall'interazione serrata. Conquistare il pianeta di turno vi avvicinerà alla vittoria (se l'icona è quella giusta) ma è altresì imperativo sparpagliarsi su tutti i pianeti per contendere risorse e carte da razziare. Con le risorse entrano robe grosse, ma delle carte non si butta via niente visto che puoi sempre usare una tattica o un'equipaggiamento come scudo (solita filosofia anti-sprechi del buon Lang).  E dove mandare il condottiero con il suo esercito mobile? A vincere sfide comando, a innescare abilità di pianeti utili, oppure a rinforzare il pianeta a rischio? Il deckbuilding prevede di inserire 8 carte che seguono il condottiero prescelto, buone o cattive che siano, ed è un elemento di bilanciamento molto interessante. Complessivamente il gioco funziona e diverte parecchio complici alcune meccaniche abbastanza profonde e originali e tanti colpi di scena. Per il resto è il solito tappa/stappa per attaccare e l'ambientazione e l'estetica sono mediocri, ma è perdonabile.

E' Pandemic, ovvero un cooperativo strategico accessibile e sfidante, ma con un'infarinata di ambientazione fantasy. Del videogioco WoW c'è ben poco, e va benissimo così.

Ha tutte le caratteristiche per essere il prodotto perfetto per una comitiva di giocatori occasionali, nel bene e nel male.

Tutto funziona e diverte, senza grosse sorprese. Alla lunga è ripetitivo e perde mordente, ma una partita una tantum non si rifiuta mai. Carinissima anche la modalità solitaria. Per rendere più tematica l'impresa del Lich King ho leggermente modificato le regole e mi sembra anche più difficile da vincere.

Una sorpresa! Davvero un bel giochino, dall'estetica accattivante che mischia metal hurlant e muscolarità anni 80', alle meccaniche semplici e simpatiche. La gestione dei personaggi diverte e ricorda un po' un dungeoncrawler ma più fricchettone, mentre i combattimenti battle circus sono davvero carini. Impossibile non farsi stregare da tutta l'energia che esplode aprendo la scatola e sparpagliando i materiali sul tavolo. Certo, la fortuna pesa e regolamento e longevità non sono il suo punto forte. Inoltre, le sfide e il viaggio potevano essere più avventurosi e risultano a tratti astratti. Forse se avessero realizzato un grande dc di miniature ne sarebbe uscito un trionfo! Invece è "solo" un gran buon gioco di carte. Per chi  apprezza i cooperativi tematici qua l'ambientazione emerge con forza e a livello tattico la modalità difficile è una buona sfida.

Ottimo dudes on a map dal gusto ibrido, anche se maggiormente di stampo american.

L'idea assolutamente geniale di portare sul tavolo il mondo di Conan attraverso i regni hyboriani in lotta tra loro, sottolineando quindi l'aspetto strategico, ha relegato questo titolo  un'indifferenza che secondo me è immeritata.  L'asta per il controllo di Conan, ridotto al ruolo di supermuscolo schiavo dei "poteri forti" è molto azzeccata e originale, anche se spezza un po' il ritmo, già non eccezionale di suo.

Bellissimo costruire città templari nel deserto, lanciare magie per sconfiggere le armate nemiche in epici scontri campali, tirandosi sganassoni a suon di dadi scarlatti incisi di sangue nero.

L'ambientazione è imbastita con una cura fantastica, e ricicla le immagini del Conan dei fumetti più che quello del mitologico Frazetta.

I regni sono leggermente asimmetrici, ma la strada per la vittoria apre a tutti tante possibilità di scegliersi la propria strategia. Così in ogni partita ciascun regno hyboriano avrà una personalità diversa, a seconda dello stile e della strategia adottata dal suo giocatore, dando al gioco una coloritura quasi narrativa che è molto rara per un gioco di maggioranze territoriali.

Tra i difetti sicuramente una certa tortuosità delle regole, tra l'altro scritte e organizzate abbastanza male nel manuale. Una lunghezza eccessiva delle partite, che funzionano al meglio solo con giocatori esperti e motivati, e solo se in 4. Il finale, non sempre spettacolare (a volte la partita è chiusa prima della "resa dei conti") e a tratti l'insalatona di punti per la vittoria risulta indigesta e generica, e chiaramente per motivi tematici è sbilanciato a favore dei conflitti militari riguardo a quelli diplomatici.

Sicuramente un gran bel titolo, forse un po' troppo vecchio per gli standard di oggi, un po' troppo legnoso e lungo per chi vuole imparare e finire in massimo due ore una partita, ma che regala atmosfera e strategia molto belle per chi gli darà una possibilità. A volte non funziona benissimo il sistema delle tre ere, pertanto consiglio di giocarlo più di una volta per imparare ad apprezzarlo fino in fondo. Ma oggigiorno, invasi da questa saturazione nel mercato dei giochi da tavolo, molta gente non ha tempo di riprovare un titolo che dura mediamente tre ore e mezza.

Bel cooperativo dalle meccaniche originali e con una buona profondità  tattico/strategica. Ci sono tantissimi personaggi e ruoli combinabili in tante possibilità. Certo c'è anche una cavillosità fastidiosa e alcuni materiali sono assai modesti (sopratutto l'iconografia che è davvero pessima) ma tutto sommato è una bella sorpresa. Rispetto a un Eldritch c'è molta meno avventura e anarchia (e anzichè depotenziarsi lentamente fino a morire di paura qui si parte già grossi pieni zeppi di abilità speciali) ma meno dadi selvatici sullo stomaco, visto che gestendo bene le proprie carte e gli spostamenti si possono evitare brutte batoste. Purtroppo alla lunga non credo sopravviverà vista la mancanza di espansioni. Se vi capita a prezzi stracciati come è capitato a me dateci un occhio, ormai te lo tirano nella schiena.

A livello estetico, è un'opera d'arte. Aprire la plancia equivale ad un brutale trip di acidi. Anche l'ambientazione è bellissima, finalmente qualcosa di punk e di originale da un adventure crawl american.

Eppure manca tutto il resto. Le meccaniche sono vecchie, a livello tattico è piatto, i personaggi e gli oggetti sono poco differenziati, c'è tantissimo grinding e su tutto pesa una cavillosità eccessiva (soprattutto i segnalini da gestire, ce ne sono troppi e alcuni sono minuscoli). La cooperazione praticamente è non pervenuta dato che il gruppo di eroi si muove come uno solo. E' un gioco da vivere come esperienza molto oldschool. Insomma forse in giro c'è di meglio per chi cercasse un cooperativo ma non si può non volergli bene, come gioco tematico è fortissimo.

Tower defence molto ambientato e suggestivo, siamo in una classica storia di fantasmi cinesi!. Molto casuale e punitivo, forse troppo tendente al trascinarsi. I personaggi sono troppo ridotti all'osso, e i materiali sono invecchiati parecchio male. La cooperazione qui è fondamentale, e il gioco si risolve tutto in un continuo brainstorming sulla mossa migliore da fare, sperando sempre che i dadi non ci abbandonino sul più bello...

Onesto piazzamento lavoratori, ben tematizzato. Illustrazioni del sempre ottimo Dimitrievski.

Fillerino molto carino e originale.

La Sabertooth games pensò di omaggiare Warhammer replicando in scala 1:1 tutto quello che si fa in Warhammer Fantasy Battles ovvero: reclutare, schierare e manovrare eserciti fantasy! L'omaggio è quasi perfetto a livello estetico per chi apprezza il Warhammer della sesta edizione (anche l'iconografia secondo me qui è degna di lode!). Molto immersivo e sul pezzo anche a livello tematico.

Pecca però di un'eccessiva legnosità essendo un sistema molto lungo e cavilloso per quello che propone. La gestione del mazzo azione in battaglia è molto tattica, non ha senso quasi mai avanzare dalla riserva o giocare comandi strategici e in generale (complice il tiro del dado flippando le carte) risulta troppo casuale la risoluzione degli scontri. Insomma elementi che risultano belli nonostante problematici per il wargame di miniature, traslati nel gioco di carte non funzionano benissimo. Non ho sempre voglia di intavolarlo, ma quando si lancia, regala alcuni momenti epici.