Classifica personale di Minuticontati

L'idea alla base è semplice, il modo di far punti è una genialata che merita il successo che ha avuto. Se giocato sempre con lo stesso gruppo necessita di molte espansioni o di introdurre vincoli sul tema. 

Un grande classico. 

Di partita in partita se ne apprezza sempre di più la profondità strategica. 

Il mio primo Splotter e ho ancora poche partite all'attivo quindi sono ben lontana dal padroneggiare il gioco. In ogni caso, pur essendo punitivo e per certi aspetti scoraggiante, offre un'esperienza di gioco complessa e stimolante. Resta la voglia di provare sempre una nuova strategia. Solo per appassionati del genere.

Originale, profondo, contenuto nella durata. Ho fatto oggi la mia prima partita e ne sono rimasta entusiasmata. Bello ed elegante. Un gioiellino! 

Uno di quei giochi a cui ho quasi sempre voglia di fare una partita. Non è intuitivo e ha bisogno di più partite per essere apprezzato, ma estremamente longevo. Più tattico che strategico. Vince chi riesce ad adattarsi in corsa alle mosse degli avversari. Non sempre tirare la partita per le lunghe funziona. Ci sono molti modi per fare punti e questo rende ogni partita variabile. Bello! Anche se alcune dinamiche sono già viste, nell'insieme, è un gioco unico e per nulla scontato.

Il primo gioco acquistato con la riscoperta dei giochi da tavolo. Centinaia e centinaia di partite in attivo, anche una dietro l'altra  :-)  , e resta sempre un grande gioco. 

Gioco di cui ho sentito tanto parlare e che non ha deluso le aspettative. 

Solido, piuttosto lineare e vario nelle strategie da seguire. Non posso fare un confronto con la vecchia edizione, di cui ho solo visto tutorial, ma di sicuro la grafica e l'ergonomia sono notevolmente migliorate.

Solido, impegnativo, si apprezza sempre di più di partita in partita. 

Poche regole ma tanta profondità. Un connubio perfetto per due giocatori. 

Stragiocato. Con più di 200 partite in attivo. Semplice, con un po' di fortuna, con tempi di attesa tra un turno e l'altro eppure un piazzamento lavoratori che regala partite sempre diverse, che non si vince giocando sempre allo stesso modo, e che resta valido e stimolante nonostante ci siano sicuramente, nel suo genere, giochi migliori.  

Più meraviglie, più variabilità. 

A parte qualche problema di ergonomia per la giustapposizione delle plance, l'espansione è interessante. Aggiunge ancora più variabilità al gioco e mi spinge a confermare la validità del base. In effetti, quel che mi stupisce di Village è che a ogni prima partita con un nuovo giocatore partono gli azzardi su una possibile strategia dominante (il viaggio, il mercato...) che nella partita successiva  viene puntualmente smentita. Village resta il re dei giochi tattici in cui la somma delle scelte di ogni singolo giocatore genera ogni volta un contesto specifico di opportunità. Per questo quel che risulta vincente una volta può non esserlo la volta seguente. Per questo, la voglia di rigiocarci resta.

Gioco solido e stretto con un bel mix di dinamiche. Non aspettatevi colpi di fortuna. Ambientazione non pervenuta ma per il tipo di gioco poco importa. L'ho trovato divertente e a tratti frustrante (che non ritengo necessariamente un demerito, anzi.) 

La meccanica sarà pur vista e rivista: piazzi la clessidra invece del lavoratore e acquisisci competenze invece del più comune legnetto, grano o qualsivoglia risorsa, eppure questo gioco mi piace davvero tanto. Sarà che da accanita giocatrice di The Sims non potevo non catapultarmi su un gioco che ambisce alla simulazione di un intero ciclo di vita. Così, io che di solito dell'ambientazione me ne infischio, questa volta non potevo non subirne il fascino. Qualcosa poteva esser pensata meglio in termini di dinamica, di bilanciamento e di coerenza delle carte (per esempio dividendo i progetti base per le varie fasi di vita) Nel complesso, il gioco diverte e, pur essendo quasi un solitario di gruppo, strappa sempre qualche sorriso in relazione alla scelte di vita altrui. In attesa di un gioco che implementi decisamente meglio questa tematica,  è comunque promosso a pieni voti.

Mi piace il modo in cui la parte del viaggio è stata implementata rispetto alla prima versione, e come gli elementi di alea siano resi più gestibili.

Un bel gestionale con ottima variabilità, ostico solo alle prime partite. 

Giocato una sola volta ma mi ha lasciato una gran voglia di rigiocarlo. 

German di non facile lettura. Le rimonte sono possibili ma, per mia esperienza, molto molto difficili. Teso e stretto, forse non bilanciatissimo nelle varie strategie percorribili.

In ogni caso, è nelle mie corde. La vittoria è sudata e appagante!

Nonostante il motore per fare punti è di fatto sempre il medesimo, le partite risultano sempre stimolanti grazie alla forte interazione data dalla vendita delle merci sul mercato. Un gioco privo di fronzoli ma che gratifica nella fase di pianificazione. 

Un gestionale solido ma trovo che la parte del viaggio sia meno incisiva di quanto dovrebbe essere. Ritengo la sua implementazione (Marco Polo II- Agli ordini del Khan) più legata e coerente, nel complesso un prodotto migliore.

Apprezzo che si possa giocare in 6 in un modo che sia al contempo spensierato e stimolante. Anche se più sale il numero dei giocatori più aumenta il fattore fortuna.

Configurazione preferita 3/4 giocatori. Resta un buon introduttivo con scelte cromatiche discutibili. 

Veloce, semplice ma per nulla banale. Giocato tantissimo online. Una buona profondità per così poche regole. 

Belli i materiali che facilitano l'immedesimazione. Jack percepisce il fiato sull collo ed è soprattutto lui a influenzare l'andamento della partita. Esistono delle strategie lampo che però sarà difficile ripetere se giocate sempre con le stesse persone. Purtroppo faccio fatica ad intavolarlo e l'ho giocato meno di quanto avrei voluto...  

Bello a vedersi e piacevole a giocarsi. Da non perdere per gli appassionati del genere. Altrimenti, dovendo scegliere un astratto, resterei su Azul.

Piacevole, trasversale, tattico.

Però mi è spesso capitato di vincere pur giocando distrattamente, come se il gioco girasse da sè, e la vittoria dipendesse da alcune combo super favorevoli o da effetti non voluti (o meglio, non cercati consapevolmente) e questa cosa, di partita in partita, mi ha dato da pensare. 

In ogni caso, un grande classico.